Pubblico di seguito il testo della lettera, che sta circolando in rete, che Domenico Gatti ha scritto al sig. Poletti. Non posso non condividere questo scritto perchè condivido questo stesso sentimento quotidiano di frustrazione e rabbia soprattutto per l'indecente ingiustizia, nel senso più ampio di questo concetto, che affligge l'Italia contemporanea.
L'unica cosa che mi preme evidenziare è che il fenomeno di "persona sbagliata al posto e al momento sbagliato", interessa da tempo tutte le posizioni chiavi e decisionali, ad ogni livello, di questo Paese. La politica ha innescato da decenni un meccanismo di "selezione avversa" (anche nel settore privato per via delle collusioni fra imprese, pubblica amministrazione e politica corrotta) che si è pericolosamente stratificato negli anni. Ci troviamo sempre più spesso a che fare con persone "inadeguate", non all'altezza di compiti che sono chiamate a svolgere selezionate per fedeltà canina ai potenti di turno. E, peggio del peggio, questo meccanismo ha tenuto fuori della gestione della cosa pubblica, a tutti i livelli, le persone più capaci, più titolate, più adeguate a svolgere quei compiti.
Sempre più spesso abbiamo a che fare con direttori, presidenti, dirigenti, capi servizio, responsabili di questo o di quello che tutto avrebbero potuto fare nella vita tranne che dirigere qualcosa.
Anno dopo anno, un'umanità sempre più modesta, di basso profilo e spessore, ha preso il controllo della situazione, spingendo al margine o all'estero i talenti migliori, proprio mentre la dimensione dei problemi da fronteggiare si è aggravata in modo esponenziale: più seri i problemi, più incapaci gli uomini e le donne chiamati ad affrontarli. Ma tutto questo non capita accidentalmente: siamo noi che lo abbiamo permesso.
Dalla sanità alla ricerca scientifica e universitaria, dalla cultura alla formazione civile, politica e amministrativa, l'Italia è in mano a una schiera sempre maggiore di sciacalli ignoranti e incapaci che respingono in ogni modo le forze migliori che questa terra (nonostante la deliberata devastazione sistematica della scuola) riesce nonostante tutto ancora ad esprimere: ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
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“Sig. Perito agrario Poletti (eh si,/ in un Paese che richiede la
laurea anche per servire caffè in un bar, Lei e’ l’ennesimo caso di non
laureato che raggiunge poltrone d’oro, vertici di rappresentanza delle
istituzioni e stipendi pazzeschi), Ho dato un’occhiata al suo curriculum
e le garantisco che lei non verrebbe assunto neanche all’Arlington
Hotel della mia Dublino a servire colazioni come io, giovane avvocato
laureatomi in Italia, ho fatto per pagare le spese di sopravvivenza in
un Paese straniero che mi ha dato una possibilità che il Suo Paese mi ha
negato.
Lei, ministro del lavoro, il lavoro non sa neanche cosa sia, lei che non
ha lavorato neanche un giorno della sua vita (il suo cv parla chiaro).
Lei, che si rallegra di non avere tra i piedi gente come me, non ha la
piu’ pallida idea di quanto lei sia un miracolato. Lei non sa, perito
agrario Poletti, che dietro ogni ragazzo che si trasferisce all’estero,
ci sono una madre e un padre che piangono QUOTIDIANAMENTE la mancanza
del figlio, c’e’ una sorella da vedere solo un paio di volte all’anno,
degli amici da vedere solo su “facetime” e i cui figli probabilmente non
ti riconosceranno mai come “zio”, c’e’ una sofferenza lancinante con la
quale ci si abitua a convivere e che diventa poi quasi naturale e parte
del tuo benessere/malessere quotidiano.
Il Suo, perito agrario Poletti, e’ un paese morto, finito, senza
presente ne’ tanto meno futuro e lo e’ anche per colpa sua e di chi l’ha
preceduto. Chi e’ Lei per parlare a noi, figli e fratelli d’Italia
residenti all’estero, con arroganza, con spocchia, con offese e mancando
del più basilare rispetto che il suo status di persona, oltre al suo
status di ministro, richiederebbe?! O forse pensa che le sue pensioni
d’oro, i suoi stipendi da favola possano consentirle tutto questo nei
confronti di ragazzi, in molti casi più titolati, preparati e competenti
di lei?!
Ha mai provato a sostenere un colloquio in inglese? Ha mai scoperto
quanto bello, duro e difficile sia conoscere tre lingue e lavorare in
realtà multiculturali? Ha mai avuto la sensazione di sentirsi impotente
quando le parlano in una lingua che non e’ sua e ha difficoltà a
comprenderla al 100%? Questo lei, perito agrario Poletti, non lo sa e
non lo saprà mai. E’ per questo che il suo ego le permette di offendere
100.000 ragazze e ragazzi che l’unica cosa che condividono con lei e’ la
cittadinanza italiana.
Lei e’ l’emblema di una classe politica e partitica totalmente sconnessa
con la realtà, totalmente avulsa dal tessuto sociale che le porcate sue
e dei suoi amici “compagni” hanno contribuito a generare. Io, e gli
altri 99.999 ragazzi che siamo scappati all’estero dovremmo essere un
problema che dovrebbe toglierle il sonno, lei dovrebbe fare in modo che
questa gente possa tornare a casa, creare condizioni di lavoro e di
stabilita’ economica che possano permettere a 100.000 mamme di non
piangere più per la lontananza dei figli.
Lei, perito agrario Poletti, padre dei voucher e del precariato, e’ il
colpevole di questo esodo epocale e quasi senza precedenti di questa
gente che lei vorrebbe fuori dalle palle.
Si sciacqui la bocca, perito agrario Poletti, prima di parlare di gente
che parla piu lingue di lei, che ha avuto il coraggio di non
accontentarsi, e di cercare altrove ciò che uno Stato che fa davvero lo
Stato avrebbe dovuto garantire al proprio interno.
E si tolga rapidamente dai coglioni per favore, prima lo farà e prima
questo Paese, visto dalla fredda e super accogliente Irlanda, sembrerà
più bello e gentile. Firmato da uno di quelli che lei vorrebbe fuori
dalle palle”.
Dedicato ai Paraculi, figli di Papà e porta borse della Politica italiana .
Domenico Gatti