Voglio chiudere questo anno ed aprire il 2017 condividendo queste parole. Mi sembrano un'ottima descrizione di quello che stiamo lasciando e di quello a cui stiamo andando incontro: sia a livello nazionale che internazionale.
"La politica perde perché ha perso la capacità di far sognare, di far
immaginare un futuro diverso, non banalmente migliore, ma altro.
La
politica non vince perché non sa più perdere con dignità: ama perdere
puntando sul sicuro, senza osare, senza cercare consenso tra chi si
sente emarginato, ignorato, non compreso, costretto a scegliere tra il
meno peggio.
La politica perde perché non è coraggiosa, perché asseconda
al ribasso quelli che ritiene gli umori dell’elettorato, senza peraltro
riuscire davvero a intercettarli.
La politica perde, tutta, perché non
esiste più la posizione che spariglia, che irrompe con forza e costringe
a un ragionamento diverso.
La politica perde, tutta, perché è
appiattita sulle stesse posizioni pur nelle diversità apparenti, perché
si divide in schieramenti talmente eterogenei da non risultare
credibili, perché si unisce, si consorzia, sceglie sponde, alleati e
avversari non per raggiungere un progetto, ma per legittimare carriere,
per alimentare percorsi personali.
La politica non è tutta così e allora
come facciamo a riconoscere le voci fuori dal coro? Come facciamo ad
ascoltarle se in televisione non trovano spazio? Se sul web non urlano,
non utilizzano link esca per attirare click e attenzione?"
(Roberto Saviano)