Il recente gravissimo incidente ferroviario in Puglia appare come la più triste metafora della grande disuguaglianza che attanaglia la nostra società.
Due treni pieni di studenti e pendolari lungo un binario unico si scontrano frontalmente anche a causa di obsoleti sistemi di controllo e di sicurezza.
Quando in Italia si parla di infrastrutture, di modernizzazione delle infrastrutture, a cosa ci si riferisce in realtà? Di certo non a quelle che interessano la cosiddetta "gente comune". Mentre i treni superveloci (per chi se li può permettere come ad esempio i manager o i dirigenti) vedono aumentare il comfort e la qualità complessiva del servizio, i treni locali ed interregionali dei lavoratori, dei pendolari e degli studenti vengono abbandonati al loro destino.
Chi ha fatto il pendolare, come il sottoscritto (per decenni), sa benissimo lo stato di degrado di queste infrastrutture che si trovano spesso in condizioni indegne di un Paese civile.
Tutto questo perchè la vita di una persona comune vale decisamente meno di quella di una persona "che conta": e questo lo verifichiamo non solo sui treni, ma anche negli ospedali, nelle scuole, ecc...
Non siamo tutti uguali: la distanza fra i pochi che stanno in cima alla società e quelli che stanno alla base è sempre più ampia. L'arretramento continuo del settore pubblico dalla società (sia in senso qualitativo che quantitativo) lascia spazio alla fornitura di servizi decenti solo a chi che si può permettere. Per tutti gli altri: peggio per loro.
Bisogna rivedere profondamente questa visione utopica di un mercato libero dai vincoli del controllo pubblico perchè genera solo disastri, ingiustizia e discriminazione. E le decine di morti sui binari di questi giorni, i risparmiatori truffati, le persone abbandonate al loro destino dentro gli ospedali, le scuole cadenti (mentre chi può viaggia con tutti i comfort, i manager delle banche vengono strapagati per truffare i loro clienti, chi può si serve delle cliniche e delle scuole private) stanno lì a dimostrarlo.
La nostra vita vale molto poco o nulla. E queste vite di poco valore possono essere messe continuamente a repentaglio senza problemi perchè nessuno di noi trova mai niente da ridire.
I "senza potere" possono quindi anche rischiare di morire mentre vanno al lavoro o stanno in un'aula scolastica (e troppo spesso accade che muoiano effettivamente): l'unica cosa che si riesce a fare è esprimere un cordoglio ipocrita, aprire inchieste che non conducono a nulla, riferire in Parlamento nell'indifferenza generale dei parlamentari.
Sappiamo bene che a coloro che ci camminano costantemente sopra la testa, di noi, delle nostre esistenze, della vita delle nostre famiglie, non importa assolutamente nulla. Siamo solo facce indistinguibili, senza nomi e senza storie. Bisogna fare un enorme sforzo per recuperare il senso della dignità individuale e collettiva, del rispetto e della giustizia sociale.
E mentre i parenti delle vittime raccolgono i resti dei loro cari sui binari di una ferrovia sotto lo spacco del sole cocente, qualcun altro arriva in elicottero per far sentire la vicinanza (sgradita e sgradevole) dei potenti del momento.