E' da un po' che su questo blog rifletto sul fatto che l'Italia, nonostante i vari proclami, sia un Paese completamente bloccato, incapace di rinnovarsi e di cambiare. Nella migliore delle ipotesi il cambiamento è solo apparente poichè le logiche che sottointendono al (mal)funzionamento della cosa pubblica e privata, e che ispirano la stessa etica civile, non cambiano mai.
La grande enfasi che i media e tutta la società nostrani hanno dato alla santificazione dei due papi cattolici, che altro non è che un'operazione furbesca di maquillage in cui il Vaticano glorifica sè stesso ed il suo potere, hanno evidenziato come questa società sia talmente priva di riferimenti, di valori moderni, di coscienza civile da guardare a S. Pietro e alle sue, di certo non cristalline, gerarchie come unico punto di riferimento.
L'Italia non solo è bloccata, ma si prostra e si inginocchia con una facilità impressionante davanti alle espressioni più becere delle cause del suo sfacelo morale e sociale.
Ho letto quindi queste parole che ha scirtto Roberto Saviano poco tempo fa su L'Espresso con grande interesse anche perchè, trasversalmente, fotografano lo stato pietoso in cui ci troviamo e da cui al momento sembramo del tutto incapaci di tirarci fuori.
"La storia di Forza Italia, poi diventata Popolo della libertà, passata
attraverso pittoresche coalizioni e ora ridiventata Forza Italia e Nuovo
centro destra, oltre che dai processi che coinvolgono suoi esponenti a
ogni livello, può essere esemplificata anche attraverso il racconto di
ciò che è stata la legge sulla procreazione assistita, nota come legge
40/2004 entrata in vigore durante il secondo governo Berlusconi.
A voler essere clemente con quel governo, potrei dire che la legge 40/2004 rispecchia forse ciò che l’Italia è diventata: un paese in cui i diritti sono considerati privilegi e a orientare il corso delle cose non sono esperti e studiosi, non è la ricerca scientifica, non sono qualifiche e competenze acquisite dopo anni di studio, ma il peggior senso comune.
Il più retrogrado, quello di politici il cui unico scopo è essere più solerti persino della chiesa in cui dicono di credere e nel cui nome giurano di agire. Un paese che fa della famiglia il nucleo sociale fondamentale ma che non ritiene sia poi diritto di tutti potersene costruire una. La legge 40/2004 è una legge iniqua e liberticida. È una legge mortificante per la donna, sprezzante del suo corpo e incurante delle sofferenze che vive una coppia che non riesce ad avere figli. Tutto questo, dal 2004 a oggi la Corte Costituzionale e le sentenze di diversi tribunali italiani, lo hanno a più riprese stabilito.
Difficilmente troverete persone che abbiano voglia di raccontare la loro esperienza riguardo al percorso che hanno fatto per riuscire a avere un figlio. Questa difficoltà ha una doppia matrice: da una parte l’arretratezza della nostra società, una società che non conosce affatto le tecniche di procreazione assistita, per cui tutto - anche un semplice racconto - suonerebbe come troppo “tecnico”. Dall’altra, una morale pseudo cattolica secondo cui se non si riesce a procreare in maniera naturale allora non bisogna forzare la natura. La mancanza di informazioni e la mancanza - cosa assai più grave - di volontà di informarsi, rispetto a questi temi, è propria di una società terribilmente arretrata, arroccata sulle proprie posizioni più che per convinzione, per non conoscenza."
A voler essere clemente con quel governo, potrei dire che la legge 40/2004 rispecchia forse ciò che l’Italia è diventata: un paese in cui i diritti sono considerati privilegi e a orientare il corso delle cose non sono esperti e studiosi, non è la ricerca scientifica, non sono qualifiche e competenze acquisite dopo anni di studio, ma il peggior senso comune.
Il più retrogrado, quello di politici il cui unico scopo è essere più solerti persino della chiesa in cui dicono di credere e nel cui nome giurano di agire. Un paese che fa della famiglia il nucleo sociale fondamentale ma che non ritiene sia poi diritto di tutti potersene costruire una. La legge 40/2004 è una legge iniqua e liberticida. È una legge mortificante per la donna, sprezzante del suo corpo e incurante delle sofferenze che vive una coppia che non riesce ad avere figli. Tutto questo, dal 2004 a oggi la Corte Costituzionale e le sentenze di diversi tribunali italiani, lo hanno a più riprese stabilito.
Difficilmente troverete persone che abbiano voglia di raccontare la loro esperienza riguardo al percorso che hanno fatto per riuscire a avere un figlio. Questa difficoltà ha una doppia matrice: da una parte l’arretratezza della nostra società, una società che non conosce affatto le tecniche di procreazione assistita, per cui tutto - anche un semplice racconto - suonerebbe come troppo “tecnico”. Dall’altra, una morale pseudo cattolica secondo cui se non si riesce a procreare in maniera naturale allora non bisogna forzare la natura. La mancanza di informazioni e la mancanza - cosa assai più grave - di volontà di informarsi, rispetto a questi temi, è propria di una società terribilmente arretrata, arroccata sulle proprie posizioni più che per convinzione, per non conoscenza."
Tutti dal papa allora!
Cosa altro aggiungere?