Eh sì! Ci voleva l'Unione Europea per dirci che siamo uno dei Paesi più corrotti dell'Europa. Qualcuno, qui da noi, non l'ha presa bene e si è pure offeso. Eppure solo chi ha la testa fra le nuvole può meravigliarsi di questa constatazione. Chi non viaggia mai oltre le Alpi, o se lo fa lo fa da turista a caccia di spaghetti, non può capire quanto la corruzione nostrana contribuisca a scavare un solco spaventoso fra noi e gli "altri".
La corruzione in Italia è ovunque, anche nelle più piccole cose. Aver trasformato i diritti in favori ha implicato l'attribuzione di un prezzo a tutto. E tutti siamo, più o meno consapevolmente, costretti a pagare.
Il problema della corruzione nostrana non è la sua pervasività, un problema comunque molto serio. Il problema è che essa è ormai considerata come "normale", fisiologica, inevitabile. Ormai la corruzione è diventata un pattern culturale, una consuetudine, un elemento strutturale della mentalità e del paesaggio culturale italiano: come la torre di Pisa.
Il problema è che la corruzione è entrata dentro di noi: siamo tutti un po' corrotti.
Insomma la corruzione più seria è quella etica e spirituale. Questa malattia ha molte implicazioni. In primo luogo l'evasione fiscale. Ma anche la devastazione del territorio, di cui ci ricordiamo solo quando piove, è il risultato della corruzione. La mancanza di infrastrutture, la loro scarsa qualità ed efficienza, il costo decisamente più elevato che tutti i cittadini devono sopportare per la loro realizzazione: tutto è connesso alla corruzione.
Il bello è che continuiamo a far finta di niente e tiriamo avanti come se niente fosse. Ormai a cadenza settimanale salta fuori che qualcuno si è messo in tasca una valanga di soldi, mentre milioni di persone tirano la cinghia. Ci arrabbiamo, ci indigniamo, ma poi costoro, non si sa bene come, rastrellano sempre un fiume di voti. Ergo, il cerchio delle responsabilità si chiude a meraviglia...
Ci accontentiamo di avere questa classe dirigente di sciacalli corrotti ed incompetenti che sopportiamo come una malattia incurabile. Non abbiamo più la capacità di sognare e costruire un futuro migliore di questo.
E mentre mangiamo la nostra minestra la sera stiamo lì a contemplare nei talk show o nei TG questi vecchi e meno vecchi scemuniti che parlano di "bisognerebbe", "sarebbe opportuno", "è auspicabile", "sarebbe indispensabile" ed intanto non fanno nulla...
E noi che facciamo?