Nella Tuscia la questione energetica e la sostenibilità sono temi molto sentiti. Il polo energetico settenrionale di Montalto di Castro e Civitavecchia rappresenta una delle aree più compromesse dal punto di vista ambientale.
La centrale termoelettrica di Montalto di Castro (Vt) fa registrare l'emissione di 2.815 tonnellate/anno di ossidi di azoto (il valore soglia è di 100 tonnellate/anno). Per gli ossidi di zolfo la centrale termoelettrica di Montalto di Castro (Vt) emette 7.920 tonnellate/anno (con il valore soglia di 150 tonnellate/anno).
Dalla campagna di Legambiente "Mal'Aria" emerge che l’impianto di Montalto di Castro supera molto anche il valore soglia per il nichel con 437 chilogrammi/anno (soglia 50 chilogrammi/anno). Infine, anche per le emissioni nelle acque risultano dati inquietanti per quanto riguarda i metalli e i loro composti: arsenico, cadmio, cromo, nichel, rame e zinco. Sul fronte degli altri inquinanti, si fanno distinguere altri composti organici Btex, ‘carbonio organico totale’, fenoli fosforo e azoto.
A questo si deve aggiungere il carico inquinante che sarà generato dalla Centrale a Carbone di Civitavecchia. Secondo i dati Legambiente si tratta di 10.3 milioni di tonnellate di CO2 (emissioni pari a quelle di un Paese come l'Estonia) che rendono questa centrale uno degli impianti a maggior impatto ambientale d'Italia. Questa centrale va a produrre 1980 Megawatt con un rendimento del 45%.
Su questi presupposti si fondano le attuali scelte energetiche nazionali che puntano sull'energia nucleare. In questo senso torna in ballo nuovamente Montalto di Castro.
E' evidente che il concetto di sostenibilità è rimasto completamente tagliato fuori da tutto questo. Non viene nemmeno ancora ben compreso il concetto di "costo energetico per produrre energia" che ormai, senza sommare il costo delle estenralità (come l'inquinamento), supera di gran lunga l' "energy return" come nel caso dell'uranio. Nemmeno il cosiddetto "carbone pulito" rappresenterà mai un'opzione sostenibile.
L'energia solare o eolica non hanno problemi di "energy return" perchè non è necessaria energia per far splendere il sole o per far soffiare il vento.
E' invece ancora molto modesto nella nostra provincia il ricorso alle energie rinnovabili, alle biomasse, al solare. In particolare, viste le caratteristiche della nostra provincia, sarebbe indispensabile ricorrere a micro-centrali (eoliche o solari) di piccola potenza per servire utenze diffuse(per i piccoli paesi, per le aziende agricole ec...).
E' indispensabile procedere con decisione sulla via del risparmio energetico, ridurre gli sprechi e migliorare le infrastrutture distributive e l'efficienza energetica.
Sui temi dello sviluppo energetico alcune associazioni hanno promosso un incontro pubblico di approfondimento che si terrà a Viterbo oggi 20 febbraio a partire dalle ore 17 dal titolo "energie alternative o nucleare?" .
Il programma dell'incontro è visualizzabile a questo link
La centrale termoelettrica di Montalto di Castro (Vt) fa registrare l'emissione di 2.815 tonnellate/anno di ossidi di azoto (il valore soglia è di 100 tonnellate/anno). Per gli ossidi di zolfo la centrale termoelettrica di Montalto di Castro (Vt) emette 7.920 tonnellate/anno (con il valore soglia di 150 tonnellate/anno).
Dalla campagna di Legambiente "Mal'Aria" emerge che l’impianto di Montalto di Castro supera molto anche il valore soglia per il nichel con 437 chilogrammi/anno (soglia 50 chilogrammi/anno). Infine, anche per le emissioni nelle acque risultano dati inquietanti per quanto riguarda i metalli e i loro composti: arsenico, cadmio, cromo, nichel, rame e zinco. Sul fronte degli altri inquinanti, si fanno distinguere altri composti organici Btex, ‘carbonio organico totale’, fenoli fosforo e azoto.
A questo si deve aggiungere il carico inquinante che sarà generato dalla Centrale a Carbone di Civitavecchia. Secondo i dati Legambiente si tratta di 10.3 milioni di tonnellate di CO2 (emissioni pari a quelle di un Paese come l'Estonia) che rendono questa centrale uno degli impianti a maggior impatto ambientale d'Italia. Questa centrale va a produrre 1980 Megawatt con un rendimento del 45%.
Su questi presupposti si fondano le attuali scelte energetiche nazionali che puntano sull'energia nucleare. In questo senso torna in ballo nuovamente Montalto di Castro.
E' evidente che il concetto di sostenibilità è rimasto completamente tagliato fuori da tutto questo. Non viene nemmeno ancora ben compreso il concetto di "costo energetico per produrre energia" che ormai, senza sommare il costo delle estenralità (come l'inquinamento), supera di gran lunga l' "energy return" come nel caso dell'uranio. Nemmeno il cosiddetto "carbone pulito" rappresenterà mai un'opzione sostenibile.
L'energia solare o eolica non hanno problemi di "energy return" perchè non è necessaria energia per far splendere il sole o per far soffiare il vento.
E' invece ancora molto modesto nella nostra provincia il ricorso alle energie rinnovabili, alle biomasse, al solare. In particolare, viste le caratteristiche della nostra provincia, sarebbe indispensabile ricorrere a micro-centrali (eoliche o solari) di piccola potenza per servire utenze diffuse(per i piccoli paesi, per le aziende agricole ec...).
E' indispensabile procedere con decisione sulla via del risparmio energetico, ridurre gli sprechi e migliorare le infrastrutture distributive e l'efficienza energetica.
Sui temi dello sviluppo energetico alcune associazioni hanno promosso un incontro pubblico di approfondimento che si terrà a Viterbo oggi 20 febbraio a partire dalle ore 17 dal titolo "energie alternative o nucleare?" .
Il programma dell'incontro è visualizzabile a questo link
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