Durante questi ultimi mesi ho notato che all'interno dell'intenso dibattito economico e politico scaturito dalla crisi finanziaria e dalla recessione in atto manca totalmente un elemento: il risparmio.
I grandi economisti e i politici di professione ogni giorno sottolineano il ruolo essenziale del rilancio dei consumi per creare una domanda di beni e servizi capace di sostenere la produzione. Ebbene si dimentica con troppa facilità che se i consumi non sono supportati da adeguati livelli di reddito e di risparmio, questi stessi consumi non potranno essere effettuati se non ricorrendo all'indebitamento.
Ci si dimentica troppo in fretta infatti che l'aver rimosso il concetto di risparmio dalle dinamiche dello sviluppo ha condotto alla catastrofica crisi finanziaria ed economica in cui siamo oggi immersi: l'aver spinto intere famiglie ed imprese a spendere più di quanto si potevano permettere, soprattutto negli USA, ha di fatto significato cannibalizzare il risparmio e spingere interi settori della società a livelli inaccettabili di indebitamento. In tal modo si sono creati consumi irrazionali, privi di alcun sostegno reale, e forme di economia parassitarie fondate esclusivamente sulla speculazione.
Non possiamo fare oggi gli stessi errori di ieri.
E' necessario quindi porre il concetto di risparmio al centro del dibattito politico ed economico perchè il risparmio è uno degli strumenti centrali di sostegno e finanziamento degli investimenti (e non delle speculazioni). Poichè tuttavia il risparmio è la quota di reddito che non viene spesa, è altresì necessario disporre di un affidabile sistema bancario e supportare i redditi delle famiglie perchè possano avere qualcosa da mettere da parte difendendone anche il potere d'acquisto da parte di chi specula sui prezzi o chi evade sistematicamente il fisco.
Consumare, consumare, consumare non è quindi una soluzione economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile (e non è mai stata tale): significa infatti curare il male con lo stesso sistema che lo ha provocato...
Solo la frugalità e forme di consumo consapevoli ed intelligenti ci potranno permettere di sostenere l'onda d'urto di questa recessione.
I grandi economisti e i politici di professione ogni giorno sottolineano il ruolo essenziale del rilancio dei consumi per creare una domanda di beni e servizi capace di sostenere la produzione. Ebbene si dimentica con troppa facilità che se i consumi non sono supportati da adeguati livelli di reddito e di risparmio, questi stessi consumi non potranno essere effettuati se non ricorrendo all'indebitamento.
Ci si dimentica troppo in fretta infatti che l'aver rimosso il concetto di risparmio dalle dinamiche dello sviluppo ha condotto alla catastrofica crisi finanziaria ed economica in cui siamo oggi immersi: l'aver spinto intere famiglie ed imprese a spendere più di quanto si potevano permettere, soprattutto negli USA, ha di fatto significato cannibalizzare il risparmio e spingere interi settori della società a livelli inaccettabili di indebitamento. In tal modo si sono creati consumi irrazionali, privi di alcun sostegno reale, e forme di economia parassitarie fondate esclusivamente sulla speculazione.
Non possiamo fare oggi gli stessi errori di ieri.
E' necessario quindi porre il concetto di risparmio al centro del dibattito politico ed economico perchè il risparmio è uno degli strumenti centrali di sostegno e finanziamento degli investimenti (e non delle speculazioni). Poichè tuttavia il risparmio è la quota di reddito che non viene spesa, è altresì necessario disporre di un affidabile sistema bancario e supportare i redditi delle famiglie perchè possano avere qualcosa da mettere da parte difendendone anche il potere d'acquisto da parte di chi specula sui prezzi o chi evade sistematicamente il fisco.
Consumare, consumare, consumare non è quindi una soluzione economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile (e non è mai stata tale): significa infatti curare il male con lo stesso sistema che lo ha provocato...
Solo la frugalità e forme di consumo consapevoli ed intelligenti ci potranno permettere di sostenere l'onda d'urto di questa recessione.
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