Mentre è ormai universalmente riconosciuto il nesso fra ricerca scientifica, innovazione e competitività, l'attuale Governo continua, come del resto hanno fatto anche i precedenti, a penalizzare il mondo della ricerca italiana in tutti i modi possibili, nonostante le belle dichiarazioni di principio. Oltre agli ulteriori tagli agli investimenti in questo settore critico previsti dalla legge finanziaria, è stato anche previsto il blocco della procedura di stabilizzazione dei precari degli Enti di Ricerca e dell'Università contenuta nel DDL 1441 in discussione alle Camere. Questo vuole dire sottrarre ai centri di ricerca non solo risorse economiche, ma anche le risorse umane necessarie a far funzionare le strutture e a mandare avanti le attività scientifiche. Il tutto sta scatenando vivaci proteste che in questi giorni si stanno estendendo in tutto il Paese, alle quali il Governo ha risposto proponendo uno slittamento del blocco a luglio 2009. Come se questo potesse risolvere le cose!
E' vero che in Italia il problema più serio non è tanto "quanto" si investe, ma "come" si investono le scarse risorse pubbliche per la ricerca e sviluppo, visto che il mondo universitario italiano replica tutti i malanni ed i difetti del "Sistema Italia". E' vero che il nostro sistema di ricerca e innovazione spesso ha dimostrato limitate capacità di saper usare in modo razionale tali risorse per produrre dei benefici utili a tutta la società, e non solo alle consorterie accademiche. E' vero che le risorse economiche vengono fatte disperdere in mille rivoli per accontentare tutti. E' vero che in Italia manca un serio sistema di valutazione della ricerca capace di premiare i meritevoli ed impedire agli "amici degli amici" ed ai "figli dei figli "di fare carriere non meritate.
Ci vuole allora il coraggio di mettere mano seriamente a questi problemi e magari ridurre gli interventi militari italiani all'estero, dirottando le risorse economiche risparmiate verso la ricerca, oppure sopprimendo l'8 per mille, che viene quasi tutto fagocitato dalla Chiesa Cattolica, e sostituirlo con un 8 per mille da destinare alla ricerca scientifica...
Ci vuole allora il coraggio di mettere mano seriamente a questi problemi e magari ridurre gli interventi militari italiani all'estero, dirottando le risorse economiche risparmiate verso la ricerca, oppure sopprimendo l'8 per mille, che viene quasi tutto fagocitato dalla Chiesa Cattolica, e sostituirlo con un 8 per mille da destinare alla ricerca scientifica...
Intanto i precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche si stanno mobilitando contro l'approvazione del recente emendamento definito "art. 37 bis" che prevede l'abolizione della procedura di stabilizzazione, già avviata dalle amministrazioni pubbliche, e inoltre l'impossibilità di proseguire i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di lavoro subordinato a tempo determinato in essere da almeno tre anni. Lo scopo è quello di far ritirare tale emendamento che è in corso di approvazione proprio in questi giorni. Fra le varie iniziative, è stata preparata una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Napolitano allo scopo di sensibilizzarlo sulla questione che interessa in modo particolare tutti i dipendenti degli enti pubblici di ricerca. Si può sottoscrivere la lettera pubblicata sul sito:
http://www.osservatorio-ricerca.it
rintracciabile cliccando sulla dicitura SOTTOSCRIZIONE.
appello al Presidente
http://www.osservatorio-ricerca.it/nuovo/sondaggi/sondaggio-9/index.html
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