I tagli alla ricerca ed alla formazione rientrano in questa strategia ottusa per cui alla fine, visto che non disponiamo di innovazione, possiamo solo inqunare per far stare a galla il nostro sistema produttivo.
L'assioma "profitto e crescita a tutti i costi" non è più tollerabile e praticabile. Non si può accampare ogni scusa, l'ultima delle quali quella della crisi finanziaria, per eludere questo drammatico problema il cui conto viene sempre scaricato sul futuro. Tutta questa vicenda denuncia pertanto la miopia di gran parte del nostro sistema imprenditoriale e di quello politico. Bisogna invece percorrere con decisione la strada di uno sviluppo che produca reddito (e non profitto) in modo ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibile. Ormai non è più una questione "ambientale", ma "etica", non è più una questione produttiva, ma di democrazia economica.
Bisogna penalizzare pesantemente le imprese che inquinano (anche grazie a controlli reali e sanzioni certe e pesanti) e dare un vero sostegno, e non i soliti finanziamenti a pioggia agli "amici", alle imprese innovative e virtuose soprattutto quelle dei giovani che sono più sensibili all'innovazione. Abbiamo urgentemente biosgno poi di un piano energetico nazionale adeguato non solo ai bisogni di energia ma anche ai bisogni ambientali.
Tutti noi siamo chiamati a dare il nostro (apparentemente insignificante) contributo con le nostre scelte quotidiane ed i nostri stili di vita e magari facendo qualche rinuncia: non aspettiamo che siano i politici a fare qualcosa per noi perchè, come è del resto sotto gli occhi di tutti, in Italia oggi (nè a destra nè a sinistra) disponiamo di una classe politica (che abbiamo democraticamente scelto noi) all'altezza della situazione...
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