Gli interventi messi in campo dai vari governi per arginare la crisi finanziaria appaiono come il disperato tentativo di fare fronte a quello che molti economisti hanno indicato come un cambiamento epocale nel capitalismo internazionale: questi economisti stanno sostenendo infatti che ci troviamo di fronte alla caduta del Muro di Berlino del capitalismo convenzionale. Ma è proprio così? Quello che intanto noto è che invece di fissare finalmente delle regole per i mercati finanziari si sta ricorrendo a degli aiuti di Stato con il pretesto di salvare i piccoli risparmiatori. In realtà quello che vedo è che coloro che hanno sempre sostenuto l'assenza di regole per la finanza in nome di un "libero mercato finanziario" ora si rivolgono al tanto detestato Stato per salvare i "sancta sanctorum" della finanza sui quali si poggia il capitalismo dell'illusione. Quando si è trattato della scuola pubblica, della sanità pubblica, dei salari dei lavoratori le regole del liberismo dovevano essere rigidamente applicate: ora invece si può fare un'eccezione. Indubbiamente è necessario provvedere a tutelare i piccoli risparmiatori e le piccole imprese che sono stati ingannati dalle banche, ma è altrettanto indispensabile individuare i responsabili di tutto questo e far pagare loro il conto di questa crisi. Per anni si è gridato che la forbice fra gli stipendi dei lavoratori e quelli dei manager si stava allargando in modo impressionante; per anni si è denunciato il fatto che le grandi imprese facevano profitti speculando sui mercato finanziari, mentre licenziavano i lavoratori e non investivano un centesimo nella produzione. Tutto è caduto nel vuoto. Finchè non si stabiliscono delle regole (che da tempo potevano essere individuate ad es. in ambito OCSE), liberare soldi pubblici (ovvero pagati da tutti noi - che oltre ad essere stati gabbati dobbiamo pure pagare il conto!) per salvare questo assurdo sistema finanziario significa alla fine mettere altra acqua in un secchio bucato. Tutto quello che sta avvenendo è stato reso possibile grazie alla accondiscendenza della politica che ha sempre favorito l'economia delle illusioni e penalizzato la vera economia che produce beni e servizi: basta pensare ad esempio al muro di opposizione che si è levato in Italia contro la possibilità di aumentare la pressione fiscale sulle rendite finanziare (che avrebbe certamente scoraggiato lo slittamento di così tante risorse verso le speculazioni finanziarie), mentre è difficilissimo assumere qualcuno o iniziare una qualsiasi attività nel commercio, nell'artigianato, nei servizi, nell'industria o in agricoltura per la presenza di un'infinità di vincoli e costosi adempimenti burocratici. Chiunque conosca un minimo di storia economica sa bene che queste crisi avvengono con una cadenza quasi decennale perchè sono insite e quasi necessarie al funzionamento di questo folle sistema: bolle speculative e crisi si susseguono con una certa prevedibile regolarità. Infatti mentre l'economia finanziaria mondiale cola a picco, c'è qualcuno che sta speculando su questa crisi per prepararsi a costruire la prossima bolla speculativa: i mercati finanziari (e molti cittadini) non hanno memoria!
Se non si stabiliscono regole, se non abbiamo il coraggio di liberarci di questi politici falsi-liberisti ed ai loro compagni di merende del management (che pensano solo agli affari propri), non sarà possibile fermare questo assurdo meccanismo e, passata la crisi, faremo finta che nulla sia accaduto e riconsegneremo i nostri soldi e le nostre coscienze ai soliti personaggi...
Alla fine sta a noi decidere se lo show deve continuare o meno...
Se non si stabiliscono regole, se non abbiamo il coraggio di liberarci di questi politici falsi-liberisti ed ai loro compagni di merende del management (che pensano solo agli affari propri), non sarà possibile fermare questo assurdo meccanismo e, passata la crisi, faremo finta che nulla sia accaduto e riconsegneremo i nostri soldi e le nostre coscienze ai soliti personaggi...
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