martedì 28 ottobre 2008

Ancora sull'emergenza ricerca

Pubblico di seguito alcuni commenti ed iniziative tratti dal notiziario USI Rdb Ricerca

  • Università e ricerca non sono in vendita

Dopo aver dilapidato, negli anni passati, un immenso patrimonio immobiliare pubblico, facendo arricchire a dismisura i noti “furbetti del quartierino”, ora sembra essere il turno di altri «pezzi» dello Stato: università, ricerca, sanità, vale a dire le strutture portanti della nostra comunità. Le motivazioni a base della scellerata politica governativa sono fragili e confuse e fanno leva su inesistenti esigenze di bilancio. In realtà, il disegno è politico imprenditoriale, tant’è che la Confindustria, mai tanto potente come in questo periodo, è tra i maggiori sponsor dell’operazione che avrebbe il “pregio” di far entrare danari nella casse dello Stato, ma per pochi attimi, giacché verrebbero immediatamente dirottati per ripianare le ingenti perdite riportate da banche e imprese implicate fino al collo in operazioni borsistiche senza rete. Al povero cittadino-lavoratore- contribuente, dunque, oltre al danno causato dall’ennesimo spoglio di beni pubblici di primaria importanza, la beffa di essere chiamati a soccorrere soggetti che hanno sempre disprezzato quanti “osano” invocare una maggiore presenza dello Stato nei settori vitali della comunità. La speranza è ora quella di vedere coronata da successo la straordinaria mobilitazione che si sta registrando nel paese soprattutto ad opera degli studenti, che sembrano tra i pochi a non essersi lasciati narcotizzare dall’etere che quotidianamente viene sprigionato dai mass media asserviti al potere politico. E non è un caso che proprio dagli studenti si è levato forte il grido di: “Università, sanità e ricerca non sono in vendita”.

(Rocco Tritto)

  • Bologna, in piazza 1800 volti di precari che vivono e fanno vivere la ricerca

Numerose sono le iniziative scaturite dall'Assemblea dei lavoratori dell'Area della Ricerca di Bologna, tenutasi il 3 ottobre. Molte le proposte avanzate dalla platea dei giovani precari che con gli ultimi provvedimenti governativi rischiano di trovarsi in mezzo a una strada il prossimo giugno. E da quell'assemblea è partita una mobilitazione tra tutto il personale, precario e non, con uno slancio partecipativo che non si vedeva da tempo. Lo stato di assemblea permanente è una di queste proposte divenute realtà assieme a presidi stabili nell'atrio della cittadella scientifica bolognese; comunicati stampa; magliette; opening di eventi scientifici approntati per denunciare la situazione nella quale si ritrova la Ricerca italiana dopo i recenti provvedimenti legislativi. La Ricerca scientifica, un settore di vitale importanza per la competitività e il progresso di un Paese, é stata irrimediabilmente affossata, nel giro di un'estate. E' approfittando della pausa estiva che il Governo, ricorrendo allo strumento del decreto legge, ha varato provvedimenti con i quali vorrebbe cambiare, in peggio, il futuro della Ricerca e quello del nostro Paese. Con il decreto Brunetta, per i lavoratori degli Enti di Ricerca oltre a decurtazioni sostanziali per chi avrà la sfortuna di ammalarsi, c'è la riduzione progressiva della pianta organica del personale e il limite temporale di tre anni al ricorso a lavoratori precari, indipendentemente dalla forma di contratto e dalla provenienza dei fondi utilizzati. A peggiorare la situazione si è aggiunto, poi, il famigerato emendamento che prevede la cancellazione del processo di stabilizzazione. L'obiettivo di non investire sui giovani e sul futuro del Paese é più che palese. In meno di un mese, però, la protesta partita da chi la Ricerca la vive e la fa quotidianamente, è arrivata a destinazione. "La ricerca calpestata" è il nome del progetto proposto da una giovane precaria nel corso della affollata assemblea bolognese che prevede di ricoprire la piazza centrale di Bologna, Piazza Maggiore, con le facce di 1800 lavoratori della Ricerca, precari e non. Un progetto simbolico importante e ambizioso alla cui realizzazione molti hanno già aderito. Ognuno con la propria faccia e con un piccolo contributo può aiutare a far conoscere la situazione di sofferenza della Ricerca. Con presidi e materiali divulgativi la piazza sarà per un giorno dedicata alla giovane e precaria anima scientifica del nostro paese, quella sopravissuta. Per non fare morire la Ricerca e per saperne di più www.laricercacalpestata.it.

(Biancamaria Gentili)

  • Una email per Brunetta

I lavoratori precari degli enti di ricerca sono in stato di agitazione per difendere la ricerca pubblica e il loro posto di lavoro, che la politica del governo Berlusconi e del ministro della pubblica amministrazione e l’innovazione, Brunetta, mettono in pericolo.

Invia una mail all’indirizzo r.brunetta@governo.it per dire: “Io difendo la ricerca pubblica; assumere i precari della ricerca è un investimento per il Paese e per il bene della comunità”


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