Le difficoltà che si incontrano nel portare avanti forme di sviluppo locale decente (gestione dei rifiuti, allocazione e qualità delle infrastrutture, qualità delle acque, gestione delle aree residenziali, ecc…) non dipendono mai dalla disponibilità o meno di risorse economiche ma piuttosto da una totale mancanza (dolosa e/o colposa) di cultura dei beni pubblici non solo fra gli amministratori pubblici ma fra tutti gli agenti locali (singoli cittadini, associazioni, imprenditori, ecc…). Anzi, nel momento in cui vi è un eccesso di risorse finanziarie (come ad esempio in presenza delle varie emergenze più o meno straordinarie), questo flusso di denaro finisce con il drogare il sistema locale che si adopera e si industria esclusivamente per mettere le mani sui finanziamenti ponendo in secondo piano gli stessi beni pubblici. Il problema è che un concetto troppo generico di bene pubblico finisce con facilitare il lavoro della malagestione con una sistematica disconnessione fra i diversi ambiti di intervento che riguardano un territorio nel suo complesso: ecco quindi che gli interventi per le infrastrutture vanno in collisione con quelli dell’ambiente oppure le attività industriali sono incompatibili con quelle agricole, la gestione delle foreste diventa un impiccio per i piani regolatori… Tutto questo dimostra la più completa sottostima della presenza delle interdipendenze che alla fine porta non solo alla continua erosione dei beni pubblici, ma anche alla sistematica distruzione della possibilità di generarne in futuro. Quello che alla fine conta è un’allocazione delle risorse nel modo più opaco possibile, magari sulla base della mera fedeltà politica, cosa che crea un vacuum nella gestione amministrativa e la fine di qualsiasi pianificazione territoriale razionale. Per questo allora la qualità dei beni pubblici diviene l’indicatore del comportamento degli agenti chiamati alla loro produzione e gestione: abusi e forme di malagestione (per non parlare delle pratiche illegali), troppe norme e regolamentazioni troppo complicate, mancanza di trasparenza, infiltrazione di interessi privati finiscono con causare una vera e propria tragedia dei beni pubblici in Italia.
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