Leggo sulla rivista “L’Espresso” che a giugno dovrebbe uscire, per l’editore Adelphi, l’ultimo libro di Michael Pollan dal titolo “Il Dilemma dell’Onnivoro”. Pollan è un giornalista collaboratore del “New York Times” e docente di giornalismo scientifico e ambientale all’Università di Berkley. In questo libro Pollan esamina in modo critico la schizofrenia che affligge milioni di persone in tutto il mondo che, in preda all’obesità fisica e mentale, sono in cerca di alimenti “ideali” ma poi totalmente incapaci di effettuare delle scelte alimentari consapevoli ed informate. Il libro parte dal principio: più ci arricchiamo, più mangiamo male, più ci ammaliamo. Le maggiori critiche Pollan le muove contro la cultura alimentare del “supermercato” dove di fronte alla gigantesca ampiezza della scelta di prodotti, apparentemente molto invitanti ed esposti in un ambiente asettico privo di odori, le persone alla fine si trovano davanti ad “oggetti” dalle etichette comprensibili solo ad un esperto che dichiarano la presenza di sostanze chimiche anche nei prodotti più semplici. Altro versante critico è quello della provenienza di questi prodotti che per arrivare sugli scaffali percorrono moltissimi chilometri con pesanti ripercussioni in termini di inquinamento ambientale. La risposta di Pollan è apparentemente semplice ed ovvia: serve un notevole "paradigm shift" optando per i prodotti biologici, riducendo il consumo di carne (che implica notevoli immissioni di CO2 ed un notevole impiego di cereali), acquistando nei supermercati solo il minimo indispensabile e rivolgendosii il più possibile ai farmer market. Tutto questo non solo ha notevoli ripercussioni sulla ricostruzione di una agricoltura de-industrializzata e sulla tutela dell’ambiente e delle sue risorse, ma anche implicazioni per la salute. L’attuale modello di alimentazione costituisce quindi un vero problema: rinunciando a questa alimentazione folle e ritornando a cibi tradizionali (da consumare in quantità minori) potremo fare veramente qualcosa di buono per evitare l’obesità o il diabete.
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