Sono entrate nel vivo le celebrazioni per i venti anni della caduta del Muro di Berlino. Tanti i filmati proposti, tanti i commenti e le considerazioni e le riflessioni su quell'evento di grande portata storica.
Tante sono le grandi lezioni della storia che sono state apprese da quel fatto: la fine delle grandi ideologie del XX secolo, il ruolo di Michail Gorbacev, l'influenza di movimenti come Solidarnosc, ecc... Eppure vi sono alcuni aspetti, forse meno eclatanti, che in una giornata come questa sono secondo me altrettanto degni di essere ricordati.
Con l'occasione voglio approfittare infatti per aggiungere qualche mia modestissima considerazione su questo evento anche perchè ho avuto la fortuna di seguire in prima persona l'apertura del Muro che rappresentò la fine di un processo che si era avviato tempo prima.
Frequentavo la DDR e Berlino Est sin dalla metà del 1988 fino al 1995 grazie alle attività di una Onlus e ho avuto l'occasione di osservare quanto accadeva e di parlare con tante persone della Germania Est durante quel periodo.
Ricordo infatti come la gente gridasse per le strade di Lipsia, Dresda e Berlino lo slogan "Wir sind das Volk!" (Noi siamo il popolo!); ricordo ancora gli assalti dei cittadini della DDR alle ambasciate cecoslovacche ed ungheresi, le lunghe file di Trabant al confine fra DDR e Cecoslovacchia.
Che cosa significava tutto questo? La gente stava abbandonando la DDR in massa preferendo fuggire in altri Paesi dell'Est dove le riforme erano state già avviate piuttosto che rimanere in un Paese governato da una classe politica immobile. La gente rivendicava un suo ruolo politico attivo e non tollerava più l'immobilismo, la corruzione, l'ipocrisia di quella classe dirigente. I cittadini, pacificamente, smentivano la propria classe dirigente in modo totale e sistematico ed altrettanto pacificamente prendevano le distanze da una classe politica incapace di guardare al futuro in cui, in blocco, non si riconoscevano più.
Ricordo il grande sostegno che la Chiesa Evangelica dette ai gruppi spontanei che fondamentalmente chiedevano riforme, giustizia, dignità e libertà e non la fine della Repubblica Democratica Tedesca.
"Wir sind das Volk!". Questa è la grande lezione di storia che la caduta del muro di Berlino dovrebbe insegnare a tutti. In Italia da molto tempo questo concetto è stato completamente dimenticato. Eppure la storia ci ha fatto vedere come nessun sistema politico, nemmeno il più totalitario (come era quello della DDR) può sopravvivere quando quando l'indecenza, l'ingiustizia, l'immobilismo e l'ottusità raggiungono livelli inaccettabili.
Senza una rivoluzione violenta, senza bombe ed atti di terrore, la popolazione della Germania Est, con la sola forza della delusione e della dignità, dimostrò al mondo cosa può accadere quando i cittadini si riappropriano della politica e smettono di agire come semplici marionette...
Tante sono le grandi lezioni della storia che sono state apprese da quel fatto: la fine delle grandi ideologie del XX secolo, il ruolo di Michail Gorbacev, l'influenza di movimenti come Solidarnosc, ecc... Eppure vi sono alcuni aspetti, forse meno eclatanti, che in una giornata come questa sono secondo me altrettanto degni di essere ricordati.
Con l'occasione voglio approfittare infatti per aggiungere qualche mia modestissima considerazione su questo evento anche perchè ho avuto la fortuna di seguire in prima persona l'apertura del Muro che rappresentò la fine di un processo che si era avviato tempo prima.
Frequentavo la DDR e Berlino Est sin dalla metà del 1988 fino al 1995 grazie alle attività di una Onlus e ho avuto l'occasione di osservare quanto accadeva e di parlare con tante persone della Germania Est durante quel periodo.
Ricordo infatti come la gente gridasse per le strade di Lipsia, Dresda e Berlino lo slogan "Wir sind das Volk!" (Noi siamo il popolo!); ricordo ancora gli assalti dei cittadini della DDR alle ambasciate cecoslovacche ed ungheresi, le lunghe file di Trabant al confine fra DDR e Cecoslovacchia.
Che cosa significava tutto questo? La gente stava abbandonando la DDR in massa preferendo fuggire in altri Paesi dell'Est dove le riforme erano state già avviate piuttosto che rimanere in un Paese governato da una classe politica immobile. La gente rivendicava un suo ruolo politico attivo e non tollerava più l'immobilismo, la corruzione, l'ipocrisia di quella classe dirigente. I cittadini, pacificamente, smentivano la propria classe dirigente in modo totale e sistematico ed altrettanto pacificamente prendevano le distanze da una classe politica incapace di guardare al futuro in cui, in blocco, non si riconoscevano più.
Ricordo il grande sostegno che la Chiesa Evangelica dette ai gruppi spontanei che fondamentalmente chiedevano riforme, giustizia, dignità e libertà e non la fine della Repubblica Democratica Tedesca.
"Wir sind das Volk!". Questa è la grande lezione di storia che la caduta del muro di Berlino dovrebbe insegnare a tutti. In Italia da molto tempo questo concetto è stato completamente dimenticato. Eppure la storia ci ha fatto vedere come nessun sistema politico, nemmeno il più totalitario (come era quello della DDR) può sopravvivere quando quando l'indecenza, l'ingiustizia, l'immobilismo e l'ottusità raggiungono livelli inaccettabili.
Senza una rivoluzione violenta, senza bombe ed atti di terrore, la popolazione della Germania Est, con la sola forza della delusione e della dignità, dimostrò al mondo cosa può accadere quando i cittadini si riappropriano della politica e smettono di agire come semplici marionette...
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