L'attenzione dei media e dell'opinione pubblica è concentrata sui grandi temi della politica nazionale: i contrasti fra frange politiche, i dissensi interni ai partiti, le offese a distanza, la caccia alla nicchia politica dove poter far parlare di sè. Tutto questo è molto spettacolare e, per questa sua spettacolarità, la politica attira l'interesse del pubblico. Ormai la politica è un fatto televisivo, è spettacolo, è show, è finzione e di conseguenza produce e deve produrre "audience" in qualsiasi modo e a qualsiasi costo.
Purtroppo però la realtà è un'altra cosa: scuole cadenti (sia in senso architettonico che formativo) una sanità pubblica agonizzante, la ricerca scientifica dimenticata e negletta, infrastrutture abbandanate al loro destino, disoccupazione, giovani senza futuro e prospettive, violenza sulle donne. Questo è lo spettacolo di rovina che, come nel film Matrix, sottintende alla parata di sorrisi smaglianti ed abbronzature tropicali della politica italiana. Ormai si vive in una dimensione schizofrenica fatta di un mix di immaginario, depressione (economica e psicologica), irrazionalità, inganno e fantasia. Sempre per citare il film Matrix abbiamo scelto la pillola dell'illusione...
Non posso che essere d'accordo con quanto descritto in questo articolo pubblicato su MicroMega. Rimane sempre intollerabile ed incomprensibile il fatto che una così grande fetta della società italiana continui a permettere che qualcuno la costringa a vivere con il freno a mano perennemente tirato. Soprattutto i giovani: chi ha un minimo talento viene regolarmente frustrato e scoraggiato. La nostra società puntualmente umilia i giovani in particolare i suoi migliori talenti, senza che ciò produca la minima reazione. E umiliare i giovani significa umiliare il proprio futuro.
Come ho già detto, concordo con quanto scritto nell'articolo, ma, come faccio sempre, invito tutti ad abbassare lo sguardo verso il luogo dove poggiamo i piedi: c'è sempre una tendenza a pensare alla politica come un fatto nazionale e distante e ci dimentichiamo dell'acquario dove sguazziamo nella nostra quotidianità.
Criminalità, corruzione, incompetenza non sono fatti lontani, ma circondano e appestano l'aria che respiriamo tutti i giorni. Non dimentichiamoci della "dimensione locale" della zavorra che ci trasciniamo appresso. Amministratori locali incompetenti, l'arroganza di gruppi di pressione (spesso i palazzinari e gli speculatori), l'apatia generale stanno erodendo tantissimi piccoli centri in tutta Italia. Il risultato è spesso una miscela di devastazione sociale, ambientale ed economica.
Mentre intere amministrazioni comunali sono in balia di uffici tecnici fuori controllo, noi stamo tutti lì ad appassionarci dei litigi dei baroni della politica nazionale e ci dimentichiamo del disastro che abbiamo dentro casa. Reimpossarsi della politica locale è una cosa peggio che ardua: è un'impresa donchisciottesca. I comuni sono considerati alla stregua di "artigiani": devono aggiustare condutture, tappare buche per strada, mettere qualche chiodo qua e là, sparare certificati, mettere qualche pezza nelle scuolette, dare una pulita in giro... Il resto nisba.
Ed invece è proprio questo benedetto resto che conta di più. La politica locale è il fulcro fondamentale dell'appartenza comunitaria, è il senso stesso dell'agire politico: non c'è peggior giardiniere di quello incapace di portare avanti il proprio giardino. Questa totale indifferenza, disamoramento e disinteresse per il luogo dove viviamo è la causa di quello sradicamento con il territorio, di quella totale assenza di legami con la terra che caratterizza tantissime comunità locali. Senza radici non c'è rispetto per il luoghi. Una volta tagliati questi legalm si può procedere a fare di tutto: creare ovunque discariche abusive, costruire senza regole e senza remore, deturpare il paesaggio, permettere la speculazione e la conseguente corruzione, distruggere tradizioni e retaggi. Provate a fare delle cose del genere in Francia o in Olanda e vedrete come la gente del posto reagirà con furore...
Noi invece subiamo tutto senza fiatare perchè fondamentalmente di tutto questo non ci importa un fico secco...
Purtroppo però la realtà è un'altra cosa: scuole cadenti (sia in senso architettonico che formativo) una sanità pubblica agonizzante, la ricerca scientifica dimenticata e negletta, infrastrutture abbandanate al loro destino, disoccupazione, giovani senza futuro e prospettive, violenza sulle donne. Questo è lo spettacolo di rovina che, come nel film Matrix, sottintende alla parata di sorrisi smaglianti ed abbronzature tropicali della politica italiana. Ormai si vive in una dimensione schizofrenica fatta di un mix di immaginario, depressione (economica e psicologica), irrazionalità, inganno e fantasia. Sempre per citare il film Matrix abbiamo scelto la pillola dell'illusione...
Non posso che essere d'accordo con quanto descritto in questo articolo pubblicato su MicroMega. Rimane sempre intollerabile ed incomprensibile il fatto che una così grande fetta della società italiana continui a permettere che qualcuno la costringa a vivere con il freno a mano perennemente tirato. Soprattutto i giovani: chi ha un minimo talento viene regolarmente frustrato e scoraggiato. La nostra società puntualmente umilia i giovani in particolare i suoi migliori talenti, senza che ciò produca la minima reazione. E umiliare i giovani significa umiliare il proprio futuro.
Come ho già detto, concordo con quanto scritto nell'articolo, ma, come faccio sempre, invito tutti ad abbassare lo sguardo verso il luogo dove poggiamo i piedi: c'è sempre una tendenza a pensare alla politica come un fatto nazionale e distante e ci dimentichiamo dell'acquario dove sguazziamo nella nostra quotidianità.
Criminalità, corruzione, incompetenza non sono fatti lontani, ma circondano e appestano l'aria che respiriamo tutti i giorni. Non dimentichiamoci della "dimensione locale" della zavorra che ci trasciniamo appresso. Amministratori locali incompetenti, l'arroganza di gruppi di pressione (spesso i palazzinari e gli speculatori), l'apatia generale stanno erodendo tantissimi piccoli centri in tutta Italia. Il risultato è spesso una miscela di devastazione sociale, ambientale ed economica.
Mentre intere amministrazioni comunali sono in balia di uffici tecnici fuori controllo, noi stamo tutti lì ad appassionarci dei litigi dei baroni della politica nazionale e ci dimentichiamo del disastro che abbiamo dentro casa. Reimpossarsi della politica locale è una cosa peggio che ardua: è un'impresa donchisciottesca. I comuni sono considerati alla stregua di "artigiani": devono aggiustare condutture, tappare buche per strada, mettere qualche chiodo qua e là, sparare certificati, mettere qualche pezza nelle scuolette, dare una pulita in giro... Il resto nisba.
Ed invece è proprio questo benedetto resto che conta di più. La politica locale è il fulcro fondamentale dell'appartenza comunitaria, è il senso stesso dell'agire politico: non c'è peggior giardiniere di quello incapace di portare avanti il proprio giardino. Questa totale indifferenza, disamoramento e disinteresse per il luogo dove viviamo è la causa di quello sradicamento con il territorio, di quella totale assenza di legami con la terra che caratterizza tantissime comunità locali. Senza radici non c'è rispetto per il luoghi. Una volta tagliati questi legalm si può procedere a fare di tutto: creare ovunque discariche abusive, costruire senza regole e senza remore, deturpare il paesaggio, permettere la speculazione e la conseguente corruzione, distruggere tradizioni e retaggi. Provate a fare delle cose del genere in Francia o in Olanda e vedrete come la gente del posto reagirà con furore...
Noi invece subiamo tutto senza fiatare perchè fondamentalmente di tutto questo non ci importa un fico secco...
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