Il giudice Salvatore Fisichella ha emesso la sentenza di condanna contro la multinazionale alimentare Nestlè e del packaging TetraPack in merito alla contaminazione di partite di latte per bambini con sostanze chimiche.
La condanna ha riguardato il latte della Nestlè, confezionato in imballaggi Tetrapak, sequestrato nel 22 novembre 2005 nelle Marche, nelle tipologie:
«Mio», «Mio Cereali», «Nidina 2», con scadenza settembre 2006;
«Nidina 1» con scadenza maggio 2006
Questi prodotti, comunemente in vendita nei supermercati, negozi e farmacie, erano stati sequestrati a seguito dei risultati delle analisi effettuate dall'Arpa - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Marche - che avevano verificato alterazione del latte e la presenza di tracce di un componente chimico, identificato come IsopropilThioXantone (ITX), utilizzato come fotoiniziatore di inchiostri nella fabbricazione di imballaggi nelle confezioni in TetraPak a stampa off-set.
Essendo l'isopropylthioxanthone una sostanza usata nella stampa tipografica, è stato quindi accertato che il latte era stato contaminato dal passaggio di questa sostanza dal cartone del contenitore al contenuto.
La responsabilità della Nestlè è quindi consistita nell'aver messo in vendita un prodotto contaminato con un danno per la salute dei consumatori (in questo caso dei bambini).
Sicuramente questa sentenza, la prima in Italia del suo genere, costituisce un'importante vittoria dei consumatori e di quelle associazioni, come il Codacons che si è tenacemente battuta in questa vicenda, in prima fila per arginare l'enorme potere delle multinazionali alimentari.
La condanna ha riguardato il latte della Nestlè, confezionato in imballaggi Tetrapak, sequestrato nel 22 novembre 2005 nelle Marche, nelle tipologie:
«Mio», «Mio Cereali», «Nidina 2», con scadenza settembre 2006;
«Nidina 1» con scadenza maggio 2006
Questi prodotti, comunemente in vendita nei supermercati, negozi e farmacie, erano stati sequestrati a seguito dei risultati delle analisi effettuate dall'Arpa - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Marche - che avevano verificato alterazione del latte e la presenza di tracce di un componente chimico, identificato come IsopropilThioXantone (ITX), utilizzato come fotoiniziatore di inchiostri nella fabbricazione di imballaggi nelle confezioni in TetraPak a stampa off-set.
Essendo l'isopropylthioxanthone una sostanza usata nella stampa tipografica, è stato quindi accertato che il latte era stato contaminato dal passaggio di questa sostanza dal cartone del contenitore al contenuto.
La responsabilità della Nestlè è quindi consistita nell'aver messo in vendita un prodotto contaminato con un danno per la salute dei consumatori (in questo caso dei bambini).
Sicuramente questa sentenza, la prima in Italia del suo genere, costituisce un'importante vittoria dei consumatori e di quelle associazioni, come il Codacons che si è tenacemente battuta in questa vicenda, in prima fila per arginare l'enorme potere delle multinazionali alimentari.
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