In un momento come questo durante il quale un numero sempre crescente di individui e di famiglie sono alle prese con gli effetti nefasti della recessione, i costi esorbitanti della politica italiana (a livello nazionale, regionale e provinciale) nonchè i costi per gli stipendi dei dirigenti di tanti Enti pubblici e gli sprechi di ogni tipo all'interno degli enti che gravitano intorno alla galassia della politica (ad es. consulenze ed incarichi) appaiono sempre più inaccettabili.
Tutto questo diviene ulteriormente inaccettabile se si considera che questo argomento è totalmente scomparso dal dibattito pubblico e quasi mai viene messo in discussione. Per questa ragione non mi stancherò mai di sottolineare questa grave forma di ingiustizia e patologica distorsione di un sistema democratico che ormai si manifesta come un vero e proprio furto a danno della collettività.
E' inaccettabile sentire che non ci sono risorse economiche per sostenere le fasce più vulnerabili delle nostre comunità quando con lo stipendio di un parlamentare si potrebbe pagare il salario di almeno 10 lavoratori. I costi spaventosi della politica italiana non sono più solamente un problema di natura etica, ma anche economica: non ce li possiamo più permettere! La politica sottrae continuamente e costantemente risorse economiche preziosissime, che sono diventate tali perchè scarse, che possono e devono essere impiegate in modo più efficiente e produttivo.
La politica italiana continua a far ricadere sulle spalle del lavoro dipendente, soprattutto quello statale, gli oneri maggiori di questa crisi: ciò è confermato dalla debolissima lotta all'evasione fiscale, dagli attacchi continui al pubblico impiego, dallo sgretolamento continuo di tutti i servizi pubblici per progressiva sottrazione di risorse.
Ciò che dobbiamo temere maggiormente non sono tanto valori negativi nel PIL, ma l'impennata nei livelli di diseguaglianza e nell'ingiustizia sociale.
E allora lanciamo una provocazione. Tagliare immediatamente (da subito) i costi della politica e dei suoi privilegi e con le risorse resesi disponbili creare un fondo speciale non per finanziare sussidi di disoccupazione, ma per finanziare incentivi alle imprese che puntano realmente sull'innovazione e sull'economia del futuro (soprattutto di giovani) e per creare posti di lavoro nei servizi più importanti per il rilancio non solo economico ma anche sociale del Paese.
Tale fondo potrebbe finanziare infatti l'assunzione di personale di supporto nel settore della Giustizia (in condizione di cronica carenza di personale), della scuola, dell'università e ricerca e nel settore dei servizi di assistenza medica e sociale, che invece oggi subiscono, per colpa di una strategia politica totalmente miope, tagli continui di risorse e di personale.
In questo modo non solo verrebbero creati posti di lavoro, ma probabilmente avremo anche dei servizi sociali migliori...
Tutto questo diviene ulteriormente inaccettabile se si considera che questo argomento è totalmente scomparso dal dibattito pubblico e quasi mai viene messo in discussione. Per questa ragione non mi stancherò mai di sottolineare questa grave forma di ingiustizia e patologica distorsione di un sistema democratico che ormai si manifesta come un vero e proprio furto a danno della collettività.
E' inaccettabile sentire che non ci sono risorse economiche per sostenere le fasce più vulnerabili delle nostre comunità quando con lo stipendio di un parlamentare si potrebbe pagare il salario di almeno 10 lavoratori. I costi spaventosi della politica italiana non sono più solamente un problema di natura etica, ma anche economica: non ce li possiamo più permettere! La politica sottrae continuamente e costantemente risorse economiche preziosissime, che sono diventate tali perchè scarse, che possono e devono essere impiegate in modo più efficiente e produttivo.
La politica italiana continua a far ricadere sulle spalle del lavoro dipendente, soprattutto quello statale, gli oneri maggiori di questa crisi: ciò è confermato dalla debolissima lotta all'evasione fiscale, dagli attacchi continui al pubblico impiego, dallo sgretolamento continuo di tutti i servizi pubblici per progressiva sottrazione di risorse.
Ciò che dobbiamo temere maggiormente non sono tanto valori negativi nel PIL, ma l'impennata nei livelli di diseguaglianza e nell'ingiustizia sociale.
E allora lanciamo una provocazione. Tagliare immediatamente (da subito) i costi della politica e dei suoi privilegi e con le risorse resesi disponbili creare un fondo speciale non per finanziare sussidi di disoccupazione, ma per finanziare incentivi alle imprese che puntano realmente sull'innovazione e sull'economia del futuro (soprattutto di giovani) e per creare posti di lavoro nei servizi più importanti per il rilancio non solo economico ma anche sociale del Paese.
Tale fondo potrebbe finanziare infatti l'assunzione di personale di supporto nel settore della Giustizia (in condizione di cronica carenza di personale), della scuola, dell'università e ricerca e nel settore dei servizi di assistenza medica e sociale, che invece oggi subiscono, per colpa di una strategia politica totalmente miope, tagli continui di risorse e di personale.
In questo modo non solo verrebbero creati posti di lavoro, ma probabilmente avremo anche dei servizi sociali migliori...
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