mercoledì 18 marzo 2009

Il Nucleare "Made in Italy"


Ho trovato questa interessante intervista sulla rivista "Il Foglietto" dell'Usi RDB Ricerca in materia di nucleare. Credo che sia molto illustrativa di una certo modo di fare le cose e di una certa atmosfera che si respira intorno a tematiche così importanti e sensibili come appunto il nucleare.

Difficile aggiungere altro. Lascio a chiunque si imbatta nella lettura di questa intervista di fare le proprie osservazioni e riflessioni....


“I siti nucleari? Un esercizio tra amici”
di Ivan Duca
Francesco Meneguzzo, scienziato del Cnr, esperto di energia e innovazione, lavora presso l’Ibimet di Firenze. Da quasi un anno, un suo studio sulle 14 località (Monfalcone, Chioggia, Ravenna, Caorso, Trino, Fossano, Scarlino, San Benedetto del Tronto, Latina, Termoli, Garigliano, Mola di Bari, Scanzano Ionico, Palma e Oristano) che avrebbero i requisiti per ospitare centrali nucleari, crea aspre polemiche, riesplose nei giorni scorsi dopo l’accordo tra Berlusconi e Sarkozy per realizzarne 4 in Italia. Meneguzzo, raggiunto dal Foglietto, ha accettato di rispondere ad alcune domande.

Meneguzzo, conferma di essere l’autore dello studio sui siti nucleari?
Coautore, a dire la verità, con altri amici anche più esperti della materia.

Le è stato commissionato dal Cnr o da qualche partito politico? E' stato un esercizio tra amici, di area ambientalista. Io sono iscritto ai Verdi, ma non posso dire che l'esercizio sia stato commissionato da loro.

Il suo esercizio può considerarsi scientificamente valido?
Direi che può essere considerato uno "screening preliminare": probabilmente non tutti i criteri sono stati tenuti in considerazione, ma scommetterei di non essere andato troppo lontano dai risultati di un eventuale studio più rigoroso. Del resto, da qualche parte queste centrali andranno pure installate, no?

Ha individuato anche i siti per lo stoccaggio delle scorie?

No, non sono così perverso.


Nel contesto economico mondiale, non sarebbe più utile uno studio per l'individuazione di siti dove investire in fonti alternative al nucleare?

Ovviamente sì. Anche non avendo niente contro il nucleare, non si può sorvolare sul fatto che l'uranio 235 estratto oggi non è sufficiente a coprire il fabbisogno delle centrali esistenti, e non si vede come ne possa essere estratto di più in futuro, anzi... A seguire, ovviamente le scorie radioattive e il fatto che si tratta di una modalità produttiva molto poco o per niente flessibile, non potendo essere aumentata o diminuita nel tempo. Ho partecipato alla stesura della legge sul
"nuovo conto energia" fotovoltaico, così come alle altre leggi e norme di incentivazione delle fonti rinnovabili, figuriamoci quindi se non ci credo. Di studi ce ne sono, e alcuni vengono condotti anche presso il mio Istituto, l'Ibimet, e al collegato Laboratorio LaMMa, soprattutto sull'eolico: il LaMMa ha prodotto la mappa regionale delle potenzialità eoliche della Toscana.

La questione del nucleare divide le opinioni, qual è la sua posizione?

Si tratta di un modello energetico fallimentare, soprattutto ora che le fonti rinnovabili sono enormemente più efficienti di un tempo, e che appunto di uranio 235 ce n'è sempre meno.
La polarizzazione sull'energia da fusione nucleare dell'uranio 235 ha contribuito a marginalizzare alcuni campi di ricerca sulle nuove energie che hanno potenzialità straordinarie: se si potesse controllare la massa delle particelle di elementi non radioattivi, tanto per fare un esempio... qualcuno sostiene che sia possibile, anche nel Cnr, potrei dire di più ma non è il caso. La mia opinione da cittadino è di segno opposto: si tratta di una straordinaria trovata per far girare tanti ma tanti soldi.

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