Ieri sono andato al cinema a vedere l'ultimo film di Antonio Albanese. Devo dire subito che sono rimasto assai turbato. Il film, secondo me, è solo in apparenza un film "comico": la sua ironia affilata come un rasoio è drammaticamente lancinante. Sembra forse un documentario, un'inchiesta giornalistica, più che un mero film di satira o, appunto, comico.
Rimane comunque una testimonianza di un'Italia di questi anni tristissimi dove le donne sono ridotte ad essere meno di niente, gli uomini degli erotomani incalliti, gli onesti sconfitti puntualmente, il territorio uno scenario di degrado e di rapina sistematica: la corruzione e l'assenza di ogni senso morale sono l'unica legge possibile. Splendida la scena della ricevuta fiscale in pizzeria: scene di ordinaria quotidianità anche dalle mie parti... In breve Albanese dipinge dei mali d'Italia non di certo esclusivi della povera Calabria...
Insomma viene fuori l'immagine di una specie di Iran sottosopra. Siamo ormai ufficialmente dentro "l'altro mondo". Non siamo più Europa, siamo "altro": i diversamente furbi, i diversamente imborglioni, i diversamente sconfitti. Mi chiedo: quando sarà proiettato magari in Germania o in Inghilterra o in America (cosa che mi auguro avvenga molto presto), chi lo spiegherà a quesi poveri ingenui che alla fine in Italia le cose vanno anche peggio di come vengono ironicamente descritte in questo film?
Sicuramente ci sarà qualcuno che dirà che questo film "gli fa orrore" (parola stra-abusata): l'orrore è fuori dalle sale cinematografiche, nella quotidianità dei notiziari TV e dei giornali.
Rimane comunque una testimonianza di un'Italia di questi anni tristissimi dove le donne sono ridotte ad essere meno di niente, gli uomini degli erotomani incalliti, gli onesti sconfitti puntualmente, il territorio uno scenario di degrado e di rapina sistematica: la corruzione e l'assenza di ogni senso morale sono l'unica legge possibile. Splendida la scena della ricevuta fiscale in pizzeria: scene di ordinaria quotidianità anche dalle mie parti... In breve Albanese dipinge dei mali d'Italia non di certo esclusivi della povera Calabria...
Insomma viene fuori l'immagine di una specie di Iran sottosopra. Siamo ormai ufficialmente dentro "l'altro mondo". Non siamo più Europa, siamo "altro": i diversamente furbi, i diversamente imborglioni, i diversamente sconfitti. Mi chiedo: quando sarà proiettato magari in Germania o in Inghilterra o in America (cosa che mi auguro avvenga molto presto), chi lo spiegherà a quesi poveri ingenui che alla fine in Italia le cose vanno anche peggio di come vengono ironicamente descritte in questo film?
Sicuramente ci sarà qualcuno che dirà che questo film "gli fa orrore" (parola stra-abusata): l'orrore è fuori dalle sale cinematografiche, nella quotidianità dei notiziari TV e dei giornali.
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