venerdì 4 luglio 2008

Un’Estate di Fuoco


Visto che siamo ormai in estate, mi viene subito da pensare alla prossima emergenza incendi: c’è da scommettere che gli incendiari si stanno preparando per allestire una bella estate di fuoco. Anche in questo il nostro Paese riesce ad esprimere il peggio di sé materializzando picchi notevoli di squallore e crudeltà nei confronti del territorio di tante regioni italiane. Perché sono così sicuro dei prossimi incendi? Semplicemente perché le ragioni più profonde che li causano non solo non sono state rimosse, ma anzi sono state notevolmente potenziate. Queste devastazioni non sono l’effetto di una carenza di cultura puramente ecologista ma devono essere ricondotte ad espressioni patologiche di grave iper-utilitarismo e iper-mercificazione indiscriminate che connotano pesantemente la nostra società. La stessa mentalità che si colloca alla base delle frodi nella sanità (con le conseguenti minacce alla salute pubblica) o della sistematica distruzione del patrimonio storico e culturale è la causa primaria della devastazione di boschi e foreste. Ormai in Italia si può speculare su tutto ed in particolare è sempre più lucroso speculare impunemente su quei fattori che incidono sul futuro di tutti (salute, ambiente, alimentazione, sicurezza, ecc…). Da qui si sviluppa il business del degrado ovvero la possibilità di fare soldi sulle attività di spegnimento, rimboschimento, abusivismo edilizio, allargamento delle zone agricole e di pascolo, bracconaggio, creazione di posti di lavoro per gli stagionali della forestale, impiego di mezzi di terra e aerei, ecc. E’ stato stimato che questo business vale almeno 500 milioni di euro che lo Stato (ovvero tutti noi) deve sborsare ogni anno. Il problema è quindi il degrado etico, prima ancora di quello ambientale, cui non sono state fornite risposte; sembra anzi che in questo periodo più recente la cultura dei furbetti e degli arrivisti sia anche politicamente molto vincente. Intanto bisogna lavora localmente per spezzare la mentalità assistenzialista che fa intravedere possibilità di guadagnare sulle catastrofi e sulle emergenze perpetue e far capire ai residenti che loro sono i veri proprietari della terra dove vivono e non uno Stato generico e astratto: la vergogna (che dovrebbe precedere le sanzioni legali) dovrebbe investire tutti noi e non solo chi pianifica, organizza e pone in essere questi atti, di distruggere, in tutto o in parte, patrimoni territoriali vegetali e animali, che non hanno una valenza solamente ecologica, ma esprimono un’etica ed una cultura della terra ben definite.

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