Molto spesso in questi post mi sono concentrato sulle capacità ed adeguatezze delle istituzioni locali di programmare e gestire i processi di sviluppo locale. Questo perché credo fermamente nelle capacità del livello micro di determinare realmente e concretamente la vita delle comunità ed anche per il fatto che oggi in Italia il livello macro appare totalmente separato dalla realtà delle persone e capace solamente di interpretare le istanze di gruppi forti che non hanno interesse alcuno a perseguire il bene comune. Tutto questo è particolarmente rilevante per le comunità rurali dato che le grandi realtà urbane spesso sembrano sottostare alle stesse logiche perverse della politica nazionale. Le poche possibilità che si hanno a disposizione per poter tentare di fare qualcosa di buono è operare a livello locale in collaborazione con le comunità e gli amministratori locali (quando si ha la fortuna di incontrarli) di buona volontà. Proprio a livello locale si scontrano in concreto tutti quei meccanismi che alla fine pervadono ogni aspetto della vita personale e sociale e piegare gli stessi percorsi di sviluppo. Proprio a livello “micro” si scontrano in modo evidente le distinte logiche e dinamiche che fanno capo alla dimensione dell’ “estrapolazione” e quella dell’ ”interazione”. La prima mira a trasformare la persona (per-sé) in individuo (non più divisibile), ovvero delle unità di misura atomizzate, orientate al conseguimento del “successo” e dell’utilità; all’interno di questa dimensione tutti i meccanismi finalizzati a mettere in competizione le persone le une con le altre, la precarietà di ogni forma di rapporto, la strumentalizzazione del mondo e della natura, ecc… vengono supportati da indicatori quali il PIL, la crescita ad ogni costo, la produttività, la competitività economica, ecc… In questa dimensione la tecnologie, i fast food, gli ipermercati, i centri commerciali, i parchi a tema, la televisione, la Playstation, e via discorrendo la fanno da padroni anche perché danno un’immagine forte di successo e di efficienza. La sfera dell’interazione riguarda dei soggetti che agiscono per ottenere fondamentalmente una mutua comprensione; si agisce in virtù della gratuità delle azioni e sulla prevalenza del non monetizzato sul monetizzato. Gran parte dei problemi che siamo costretti oggi a subire deriva fondamentalmente da un marcato squilibrio fra queste due sfere: in breve l’aspetto patologico della nostra società consiste nella colonizzazione della vita quotidiana (quella in pratica caratterizzata dalla comunicazione e dall’interazione come ad esempio la famiglia) da parte di sistemi di “estrapolazione” fondati sul successo e sull’efficienza, sul risultato (prodotto scaturante da un’azione) e mai sull’impatto (modificazione del contesto da parte del risultato). Come è possibile valutare una famiglia o un gruppo di amici in termini di efficienza e di successo? Quando efficienza e successo prevalgono all'interno di queste realtà allora l'esito inesorabile è appunto il fallimento della famiglia e del rapporto di amicizia poichè le loro logiche si ispirano a valori completamente diversi che non hanno niente a che vedere con il successo e con l'efficienza. La consapevolezza dell’azione di questi meccanismi rappresenta già un passo importante per la ri-appropriazione del proprio tempo, dei propri rapporti e dei propri spazi: è indispensabile che il riequilibrio fra queste due dimensioni possa realizzarsi a livello micro con un sostegno molto ampio (creazioni di reti relazionali e affettive di persone in opposizione all'individualità) grazie anche a piccole iniziative da quelle capaci di riportare le persone nelle piazze e negli spazi pubblici fino alla realizzazione di piccole realtà energetiche sostenibili (micro-eolico, fotovoltaico per le strutture pubbliche, micro-idroelettrico, ecc...) che non hanno un solo valore "ecologico" o energetico dato che stimolano il senso di autonomia ed autosufficienza. Questo impegno deve ispirare la messa a punto e la realizzazione delle politiche locali dato che tutto quello che ci viene offerto dal “macro” (politica, economia, tecnologie) sarà sempre ispirato a criteri di “estrapolazione”.
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