Il terribile disastro occorso in Giappone è stato motivo per me per una serie di riflessioni, alcune delle quali riporto qui di seguito.
1) Se fosse accaduta una cosa del genere in Italia avremmo contato milioni di vittime. La nostra sconcertante impreparazione, la corruzione arrogante, l'individualismo sfrenato, ci espongono a dei rischi allucinanti di fronte alle catastrofi naturali e non. In Giappone gli edifici non sono crollati a seguito del terremoto: lo tsunami ha provocato maggiori danni. I Giapponesi hanno dato prova di compostezza senza scene di panico, con organizzazione e preparazione nelle fasi di evacuazione. Senza tutto questo le perdite umane sarebbero state enormi. Gli sprechi allucinanti, la disorganizzazione, l'impreparazione generale, il menefreghismo, l'inettitudine ed il disinteresse della politica, l'abusivismo, sono una miccia accesa su cui continuiamo a ballare. Con un terremoto di violenza decisamente inferiore saremmo stati tutti spazzati via.
Cosa accadrà per esempio, in caso di eruzione del Vesuvio? Se penso che centinaia di migliaia di persone vivono con le loro villette in un'area così pericolosa nell'indifferenza generale e nella furbizia condivisa, c'è da mettersi le mani nei capelli per la stupidità italica.
2) Il nucleare è impensabile in aree a rischio sismico. Di fronte alla violenza della natura non c'è tecnologia avanzata che tenga. Chi gestisce il business del nucleare non ha interesse a spendere soldi per rischi derivanti da casi estremi, che, anche se statisticamente improbabili, possono sempre accadere.
3) La statistica è una scienza fallace. Fondare delle scelte su delle percentuali è un'opzione molto rischiosa quando c'è di mezzo la salute pubblica. Pensare di essere al sicuro quando si dice che terremoti di violenza 10 sono estremamente improbabili è pura follia. Il terremoto o l'evento inimaginabile sono invece sempre possibili e bisognerebbe essere preparati anche per i casi "altamente improbabili", come ha dimostrato il disastro giapponese.
4) Le nostre beghe politiche sono ridicole, ma diventano ancora più ridicole di fronte a simili eventi. Passare, nei notiziari, dalle immagini di questa catastrofe agli impicci della politichella italiana ne ha evidenziato la piccolezza e la meschinità, qualora ce ne fosse stato bisogno.
5) Un evento del genere dimostra la fragilità della condizione umana. Accecati dalla tecnologia e da inutili gadget commerciali, tendiamo a dimenticare il delicatissimo equilibrio su cui si fonda l'esistenza umana su questo pianeta. Ogni giorno ci illudiamo di essere i padroni di questo pianeta, di poter fare qualsiasi cosa senza dover mai pagare un prezzo alcuno. La facilità con cui, un dei paesi più tecnologicamente avanzati al mondo, è stato messo in ginocchio dimostra come siamo deboli di fronte alla forza della natura nonostante tutte le nostre tecnologie più avanzate. Abbiamo bisogno di meno presunzione e più rispetto per la natura.
Vorrei continuare, ma non voglio essere più noioso di quanto non lo sia già stato finora.
1) Se fosse accaduta una cosa del genere in Italia avremmo contato milioni di vittime. La nostra sconcertante impreparazione, la corruzione arrogante, l'individualismo sfrenato, ci espongono a dei rischi allucinanti di fronte alle catastrofi naturali e non. In Giappone gli edifici non sono crollati a seguito del terremoto: lo tsunami ha provocato maggiori danni. I Giapponesi hanno dato prova di compostezza senza scene di panico, con organizzazione e preparazione nelle fasi di evacuazione. Senza tutto questo le perdite umane sarebbero state enormi. Gli sprechi allucinanti, la disorganizzazione, l'impreparazione generale, il menefreghismo, l'inettitudine ed il disinteresse della politica, l'abusivismo, sono una miccia accesa su cui continuiamo a ballare. Con un terremoto di violenza decisamente inferiore saremmo stati tutti spazzati via.
Cosa accadrà per esempio, in caso di eruzione del Vesuvio? Se penso che centinaia di migliaia di persone vivono con le loro villette in un'area così pericolosa nell'indifferenza generale e nella furbizia condivisa, c'è da mettersi le mani nei capelli per la stupidità italica.
2) Il nucleare è impensabile in aree a rischio sismico. Di fronte alla violenza della natura non c'è tecnologia avanzata che tenga. Chi gestisce il business del nucleare non ha interesse a spendere soldi per rischi derivanti da casi estremi, che, anche se statisticamente improbabili, possono sempre accadere.
3) La statistica è una scienza fallace. Fondare delle scelte su delle percentuali è un'opzione molto rischiosa quando c'è di mezzo la salute pubblica. Pensare di essere al sicuro quando si dice che terremoti di violenza 10 sono estremamente improbabili è pura follia. Il terremoto o l'evento inimaginabile sono invece sempre possibili e bisognerebbe essere preparati anche per i casi "altamente improbabili", come ha dimostrato il disastro giapponese.
4) Le nostre beghe politiche sono ridicole, ma diventano ancora più ridicole di fronte a simili eventi. Passare, nei notiziari, dalle immagini di questa catastrofe agli impicci della politichella italiana ne ha evidenziato la piccolezza e la meschinità, qualora ce ne fosse stato bisogno.
5) Un evento del genere dimostra la fragilità della condizione umana. Accecati dalla tecnologia e da inutili gadget commerciali, tendiamo a dimenticare il delicatissimo equilibrio su cui si fonda l'esistenza umana su questo pianeta. Ogni giorno ci illudiamo di essere i padroni di questo pianeta, di poter fare qualsiasi cosa senza dover mai pagare un prezzo alcuno. La facilità con cui, un dei paesi più tecnologicamente avanzati al mondo, è stato messo in ginocchio dimostra come siamo deboli di fronte alla forza della natura nonostante tutte le nostre tecnologie più avanzate. Abbiamo bisogno di meno presunzione e più rispetto per la natura.
Vorrei continuare, ma non voglio essere più noioso di quanto non lo sia già stato finora.
1 commento:
Mi hai tolto le parole di bocca. Sono propro gli stessi pensieri che mi sono venuti in mente.
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