Ho sempre cercato accuratamente di evitare di trattare in questo blog questioni che hanno a che fare con la chiesa cattolica, integralismi, fondamentalismi di tutte le religioni nonostante i continui scandali, l'elevatissimo grado di intolleranza del monoteismo, l'asservimento della politica italiana ai poteri forti che generano consenso, la presa di posizione di retroguardia su tante questioni etiche e sociali. Se l'ho fatto, è stato per riaffermare la libertà del pensiero consapevole e di coscienza che spetta ad ognuno di noi nel rispetto della diversità di opinioni che troppo spesso, in nome di fantomatici dogmi e volontà divine, viene di fatto negata dal fanatismo e dalla stupidità pesudo religiosa. Insomma, come diceva il grande Simmaco, le vie per raggiungere la verità possono essere molte e diverse: bisogna aver il coraggio, l'intelligenza ed il buon senso di avere rispetto per chi ha deciso di intraprendere strade diverse.
In una società ottusa come la nostra di questi decenni, le scelte "altre" vengono guardate di traverso: anche per esperienza personale devo dire che su queste faccende spesso ci si scontra con un muro tostissimo di pregiudizi anche da parte di chi, a parole, sostiene di essere un progressista di larghe vedute.
Insomma, non sono solo le vecchiette che ti si mettono contro, ma anche chi potrebbe cominciare a ragionare con la propria testa, ma per paura di essere diverso, di non essere accettato dagli altri, di essere stigmatizzato come una nota stonata del coro, sceglie di rinunciare e rientra nei ranghi. Questo avviene con l'ora di religione o con la fantomatica "comunione" o con il matrimonio in chiesa: nessuno ci crede, non frega nulla a nessuno, ma è bene fare tutto questo per non sembrare strani, per non rinunciare alla festa e ai regali, per non fare sentire i bambini marginalizzati dagli altri. Ed infatti proprio questo succede: il bambino senza battesimo o comunione o che non partecipa all'ora di religione viene, più o meno esplicitamente, messo in un angolo e bollato come "paria". Gli altri bambini, magari non vanno mai in chiesa o bestemmiano dalla mattina alla sera, ma non importa: loro sono "regolari". Tutte queste famiglie contestano la chiesa cattolica, non frequentano la chiesa, hanno sempre da ridire su quello che dice il papa, sono separati o divorziati: però queste formalità vanno sempre rispettate. Sono proprio loro alla fine che rendono il cattolicesimo una scatola vuota.
Paradossalmente va meglio per i musulmani perchè loro "qualcosa ce l'hanno" (testuali parole di una mamma): ma tuo figlio che cavolo è?
Per questo noi chiamiamo l'Italia "Paese": perchè alla fine è proprio un paese.
Proprio in nome di questi principi ho apprezzato molto questo articolo apparso sul "Corriere della Sera" sulla spinosa vicenda dell'ora di religione che in Italia si riesce a gestire in un modo talmente assurdo e stupido che, se non presentasse implicazioni molto serie per la vita di tante famiglie, sarebbe degna solo di un sorriso ironico...
Mi piacerebbe sentire il parere o le esperienze di chi ha intrapreso queste strade "altre", di chi ha fatto scelte diverse, di chi, nonostante gli ostracismi e le piccole e grandi discriminazioni fatte spesso a danno dei propri figli, continua a rigare dritto.
In una società ottusa come la nostra di questi decenni, le scelte "altre" vengono guardate di traverso: anche per esperienza personale devo dire che su queste faccende spesso ci si scontra con un muro tostissimo di pregiudizi anche da parte di chi, a parole, sostiene di essere un progressista di larghe vedute.
Insomma, non sono solo le vecchiette che ti si mettono contro, ma anche chi potrebbe cominciare a ragionare con la propria testa, ma per paura di essere diverso, di non essere accettato dagli altri, di essere stigmatizzato come una nota stonata del coro, sceglie di rinunciare e rientra nei ranghi. Questo avviene con l'ora di religione o con la fantomatica "comunione" o con il matrimonio in chiesa: nessuno ci crede, non frega nulla a nessuno, ma è bene fare tutto questo per non sembrare strani, per non rinunciare alla festa e ai regali, per non fare sentire i bambini marginalizzati dagli altri. Ed infatti proprio questo succede: il bambino senza battesimo o comunione o che non partecipa all'ora di religione viene, più o meno esplicitamente, messo in un angolo e bollato come "paria". Gli altri bambini, magari non vanno mai in chiesa o bestemmiano dalla mattina alla sera, ma non importa: loro sono "regolari". Tutte queste famiglie contestano la chiesa cattolica, non frequentano la chiesa, hanno sempre da ridire su quello che dice il papa, sono separati o divorziati: però queste formalità vanno sempre rispettate. Sono proprio loro alla fine che rendono il cattolicesimo una scatola vuota.
Paradossalmente va meglio per i musulmani perchè loro "qualcosa ce l'hanno" (testuali parole di una mamma): ma tuo figlio che cavolo è?
Per questo noi chiamiamo l'Italia "Paese": perchè alla fine è proprio un paese.
Proprio in nome di questi principi ho apprezzato molto questo articolo apparso sul "Corriere della Sera" sulla spinosa vicenda dell'ora di religione che in Italia si riesce a gestire in un modo talmente assurdo e stupido che, se non presentasse implicazioni molto serie per la vita di tante famiglie, sarebbe degna solo di un sorriso ironico...
Mi piacerebbe sentire il parere o le esperienze di chi ha intrapreso queste strade "altre", di chi ha fatto scelte diverse, di chi, nonostante gli ostracismi e le piccole e grandi discriminazioni fatte spesso a danno dei propri figli, continua a rigare dritto.
2 commenti:
La mia esperienza in ambito scolastico è quella di avere chiesto per mia figlia di non seguire religione alla scuola dell'infanzia che ha frequentato fino a quest'anno. Peccato che la mia richiesta sia sparita e alla fine ho acconsentito perchè seguisse. Dall'anno prossimo (scuola primaria) sarò ferreo, così come per la seconda figlia che inizia quella d'infanzia.
Confermo che sono tanti i genitori che preferiscono adeguarsi per non vedere emarginati i propri figli e perchè la scuola a corto di fondi non garantisce l'alternativa che sarebbe obbligata a dare.
Nella nostra esperienza si aggiunge la scelta vegetariana e in questo sono stato deciso. Anche in questo caso, la paura di emarginazione spinge molti genitori vegetariani a non chiedere menu diversi.
Però cosi si da un immagine d'incoerenza ai propri figli con le conseguenze che si possono immaginare.
Torno a ripetere, come del resto mi conferma la tua esperienza, che la cosa più sgradevole di queste faccende è che ci finiscono di mezzo dei bambini. Personalmente se devo sostenere un confronto dialettico con qualcuno su questi temi ritengo di avere degli strumenti, sia pur minimi, per esporre e sostenere le mie idee. Ma che un bambino di 5 anni o di 10 anni sia chiamato a dare una specie di giustificazione e che venga preso in giro perchè non è battezzato, o non ha fatto la comunione o non mangia carne vuole dire accanirsi contro chi non può difendersi e creare deliberatamente dei danni alla personalità di questi bambini. Non si tratta poi di faccende tra bambini: spesso a scuola i bambini riportano i discorsi dei grandi e altrettanto spesso sono proprio gli adulti che "bollano" questi bambini come diversi. "Non hai fatto al comunione: hai qualche problema?, Non segui religione: chi è l'ateo a casa tua? Sei vegetariano: ma che sei un bonzo tibetano?"
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