Nonostante l'impatto devastante della recente crisi economica e finanziaria, i sistemi economici nazionali e l'intero assetto economico-produttivo-commerciale-finanziario internazionale stentano a recepire le potenziali opportunità di cambiamento sostanziale offerte dal cambiamento stesso.
Invece di "imparare la lezione" e apportare sostanziali correttivi alle strategie finora adottate basate essenzialmente sul concetto di "speculazione", e quindi intrinsecamente benefiche per pochi e fallimentari per la società nel suo complesso, si torna a ripercorrere la strada di sempre soprattutto nel nostro Paese dove ancor oggi, al di là di dichiarazioni verbali ad effetto, non si vede alcun segnale di emersione del "nuovo". Ci troviamo sempre di fronte ad un muro e si finisce con il tentare di risolvere questa crisi utilizzando come rimedi le stesse cause che la hanno provocata.
Niente "green economics", nessuno spazio alla creatività, nessun freno ai consumi irrazionali ed inutili, nessuna lotta alle speculazioni finanziarie e all'evasione fiscale: niente di niente.
Se si pensa alle prossime elezioni europee e alle "chiacchiere" dei tanti gregari della politica (il solito ambientalismo senza fondamenta, più spazio all'innovazione senza sapere cosa sia realmente, bla bla sulla scuola, ricerca e sulla formazione, ecc...) c'è veramente di che riflettere...
Mentre si continua a discutere di ballerine, tronisti, amanti, papi e divorzi, non si intravede il coraggio, la volontà e la capacità di fermare questo treno che corre all'impazzata lungo un binario morto... Altro che Naomi: bisognerebbe chiedere spiegazioni su quali risposte dare a chi, magari a 40 o 50 anni, ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro, ai superprecari sfruttati e ricattati, ai giovani che oggi studiano all'università senza avere un futuro. Ed inoltre: cosa si sta facendo in campo energetico? Che fine ha fatto la questione rifiuti in Campania e nel resto d'Italia? Esiste un reale piano nazionale per la mobilità ed i trasporti?
Non bisogna farci distrarre dalla vera realtà e natura dei problemi che abbiamo davanti agli occhi: in questo senso deve essere interpretato l'interessante contributo prodotto da Mauro Bonaiuti, Joan Martinez Alier e Francois Schneider recentemente apparso sul sito di "Decrescita" che condivido pienamente ed invito a leggere per riportarci un po' con i piedi per terra.
Il documento è consultabile presso questo link.
Invece di "imparare la lezione" e apportare sostanziali correttivi alle strategie finora adottate basate essenzialmente sul concetto di "speculazione", e quindi intrinsecamente benefiche per pochi e fallimentari per la società nel suo complesso, si torna a ripercorrere la strada di sempre soprattutto nel nostro Paese dove ancor oggi, al di là di dichiarazioni verbali ad effetto, non si vede alcun segnale di emersione del "nuovo". Ci troviamo sempre di fronte ad un muro e si finisce con il tentare di risolvere questa crisi utilizzando come rimedi le stesse cause che la hanno provocata.
Niente "green economics", nessuno spazio alla creatività, nessun freno ai consumi irrazionali ed inutili, nessuna lotta alle speculazioni finanziarie e all'evasione fiscale: niente di niente.
Se si pensa alle prossime elezioni europee e alle "chiacchiere" dei tanti gregari della politica (il solito ambientalismo senza fondamenta, più spazio all'innovazione senza sapere cosa sia realmente, bla bla sulla scuola, ricerca e sulla formazione, ecc...) c'è veramente di che riflettere...
Mentre si continua a discutere di ballerine, tronisti, amanti, papi e divorzi, non si intravede il coraggio, la volontà e la capacità di fermare questo treno che corre all'impazzata lungo un binario morto... Altro che Naomi: bisognerebbe chiedere spiegazioni su quali risposte dare a chi, magari a 40 o 50 anni, ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro, ai superprecari sfruttati e ricattati, ai giovani che oggi studiano all'università senza avere un futuro. Ed inoltre: cosa si sta facendo in campo energetico? Che fine ha fatto la questione rifiuti in Campania e nel resto d'Italia? Esiste un reale piano nazionale per la mobilità ed i trasporti?
Non bisogna farci distrarre dalla vera realtà e natura dei problemi che abbiamo davanti agli occhi: in questo senso deve essere interpretato l'interessante contributo prodotto da Mauro Bonaiuti, Joan Martinez Alier e Francois Schneider recentemente apparso sul sito di "Decrescita" che condivido pienamente ed invito a leggere per riportarci un po' con i piedi per terra.
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