Questioni di famiglia e difetti fisici non dovrebbero far parte della discussione politica. Sono affari privati e tali devono rimanere. Questo perlomeno in una democrazia "normale".
In Italia però le cose funzionano diversamente. La politica ed il modo di fare politica in Italia sono molto cambiati in questi ultimi anni; complice anche il monopolio televisivo e la commistione fra gestione politica e gestione della comunicazione. In particolare la commistione più sottile non avviene nel settore dell'informazione (troppo banale e troppo complicato), ma attraverso il controllo dello spettacolo e soprattutto della pubblicità. In tal modo l'anestetizzazione dell'opinione pubblica e il conformismo non viaggiano più su canali ideologici convenzionali (come appunto nel caso del controllo dell'informazione) ma attraverso la penetrazione nel tessuto culturale del Paese di precisi stili e modelli di vita amplificati dagli shows televisivi e dalla pubblicità.
In Italia la politica e lo spettacolo hanno quindi dei contorni decisamente sfumati. Spesso non si sa dove finisca l'uno ed inizi l'altra. L'obiettivo principale è quindi quello di rendere l'arena politica una specie di propaggine degli shows televisivi: non potendo affrontare l'avversario politico sul campo di battaglia ideologico o delle strategie politiche (perchè non in grado e quindi in una posizione più debole), si realizza una "traslazione di assi" e si sposta il tutto sul piano dello spettacolo dove viene spostato anche il confronto e dove del resto ci si sente più forti. Questo spiega lo svuotamento del ruolo del Parlamento, che è noioso e non detiene più uno share adeguato di gradimento fra gli ascoltatori-cittadini, la candidatura potenziale di personaggi dello spettacolo (che fanno aumentare lo share del partito), il cambio continuo di cappelli, beretti e caschi, le fantomatiche gaffes in perfetto stile televisivo o da film "vacanze a..." che tanto rispecchiano la vita nazionale di questi anni.
E da questi film emerge il profilo dell' homo italicus di oggi; cinico, furbo come non mai, strafottente, menefreghista, opportunista, anti-politico, individualista, gigantesche auto di lusso, sempre in vacanza e con vacanze "in", abbronzato tutto l'anno, poco lavoro, molti imbrogli e tanta palestra, venditore di fumo, belle donne e soprattutto molto giovani, terrorizzato dalla vecchiaia, nessun legame, nessun impegno... meno che mai con la famiglia.
Si procede quindi verso la simbiosi perfetta fra il leader ed i "consumatori della politica". E' un processo che va avanti da tempo ed è una tecnica molto nota nel mondo commerciale e dei promotori finanziari; "chi meglio di me vi può capire dato che ho gli stessi problemi: sono uno di voi!".
Certamente De Gasperi, Togliatti, Moro, Nenni, non li sentivamo "come noi": appartenevano ad un'altra dimensione. Oggi invece l'abbraccio mortale fra politica e "vacanze a..." è diventato tale da far diventare la politica un argomento buono solo per le riviste scandalistiche da sala d'attesa del dentista o del parrucchiere.
Anche questo recente fatto di vita privata famigliare è destinato a rientrare in questo copione con sicure ripercussioni di tipo elettorale e di consenso: vista ormai la composizione sociale del nostro Paese, questa vicenda avvicina ancor di più il leader al suo bacino di utenza.
E' sempre più "uno come noi".
Ma mai e poi mai "uno come me"...
In Italia però le cose funzionano diversamente. La politica ed il modo di fare politica in Italia sono molto cambiati in questi ultimi anni; complice anche il monopolio televisivo e la commistione fra gestione politica e gestione della comunicazione. In particolare la commistione più sottile non avviene nel settore dell'informazione (troppo banale e troppo complicato), ma attraverso il controllo dello spettacolo e soprattutto della pubblicità. In tal modo l'anestetizzazione dell'opinione pubblica e il conformismo non viaggiano più su canali ideologici convenzionali (come appunto nel caso del controllo dell'informazione) ma attraverso la penetrazione nel tessuto culturale del Paese di precisi stili e modelli di vita amplificati dagli shows televisivi e dalla pubblicità.
In Italia la politica e lo spettacolo hanno quindi dei contorni decisamente sfumati. Spesso non si sa dove finisca l'uno ed inizi l'altra. L'obiettivo principale è quindi quello di rendere l'arena politica una specie di propaggine degli shows televisivi: non potendo affrontare l'avversario politico sul campo di battaglia ideologico o delle strategie politiche (perchè non in grado e quindi in una posizione più debole), si realizza una "traslazione di assi" e si sposta il tutto sul piano dello spettacolo dove viene spostato anche il confronto e dove del resto ci si sente più forti. Questo spiega lo svuotamento del ruolo del Parlamento, che è noioso e non detiene più uno share adeguato di gradimento fra gli ascoltatori-cittadini, la candidatura potenziale di personaggi dello spettacolo (che fanno aumentare lo share del partito), il cambio continuo di cappelli, beretti e caschi, le fantomatiche gaffes in perfetto stile televisivo o da film "vacanze a..." che tanto rispecchiano la vita nazionale di questi anni.
E da questi film emerge il profilo dell' homo italicus di oggi; cinico, furbo come non mai, strafottente, menefreghista, opportunista, anti-politico, individualista, gigantesche auto di lusso, sempre in vacanza e con vacanze "in", abbronzato tutto l'anno, poco lavoro, molti imbrogli e tanta palestra, venditore di fumo, belle donne e soprattutto molto giovani, terrorizzato dalla vecchiaia, nessun legame, nessun impegno... meno che mai con la famiglia.
Si procede quindi verso la simbiosi perfetta fra il leader ed i "consumatori della politica". E' un processo che va avanti da tempo ed è una tecnica molto nota nel mondo commerciale e dei promotori finanziari; "chi meglio di me vi può capire dato che ho gli stessi problemi: sono uno di voi!".
Certamente De Gasperi, Togliatti, Moro, Nenni, non li sentivamo "come noi": appartenevano ad un'altra dimensione. Oggi invece l'abbraccio mortale fra politica e "vacanze a..." è diventato tale da far diventare la politica un argomento buono solo per le riviste scandalistiche da sala d'attesa del dentista o del parrucchiere.
Anche questo recente fatto di vita privata famigliare è destinato a rientrare in questo copione con sicure ripercussioni di tipo elettorale e di consenso: vista ormai la composizione sociale del nostro Paese, questa vicenda avvicina ancor di più il leader al suo bacino di utenza.
E' sempre più "uno come noi".
Ma mai e poi mai "uno come me"...
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