martedì 9 ottobre 2018

Teoria e prassi del degrado

Tempo fa avevo intrapreso una piccola ricerca per articolare le dinamiche alla base dell'inefficienza strutturale del sistema Italia a tutti i livelli proponendo la descrizione di un fenomeno che avevo definito "squallorismo". Con questo termine intendevo sottolineare come lo squallore possa diventare effettivamente un fattore strutturale capace di insinuarsi in ogni aspetto della vita economica, politica, sociale e culturale di questo sfortunato Paese fino a divenire una forma di governo.

Oggi mi sento di riproporre questo concetto anche a causa della sua triste attualità: ogni giorno mi trovo ad avere a che fare con un'umanità che sostanzialmente ha fatto dello squallore un vero e proprio stile di vita. E questo stile di vita tale umanità ha la capacità perversa di evidenziarlo e mostrarlo senza vergogna ogni momento della sua esistenza. La cosa forse più drammatica è che tale filosofia di vita, che va ben oltre la semplice ignoranza, si è insinuata nella politica e nella gestione della cosa pubblica ad ogni livello e grado. Da una parte insomma c'è chi cerca di cavalcare lo squallorismo per meri fini politici e di potere, dall'altro questa stessa umanità squallida finisce con l'insinuarsi in tutti i gangli della vita pubblica. Il conseguente degrado è quindi un processo circolare che si autoalimenta giorno dopo giorno.

Il degrado in cui viviamo è quindi un processo dinamico. Pensare quindi di rispondere con un briciolo di cultura (che oggi è diventata simbolo di snobbismo elitario e in quanto tale detestata dai più), con l'indignazione (che è del tutto inefficace) o con proclami e sottoscrizioni è del tutto vano fintanto che non si interviene su quei tre fattori principali che alimentano costantemente questo meccanismo avendo il coraggio di opporsi a tutte quelle forze (politiche e non) che non fanno altro che stimolare la vigliaccheria, la paura e il conseguimento del solo interesse personale.


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