Tutto ciò che ruota intorno alla politica italiana è ormai contaminato da livelli di ridicolo che non hanno riscontri a livello itnernazionale. Siamo diventati una terra di pagliacci a livelli tali che nessuno, oltre le Alpi o la di là del Mediterraneo, è in grado di capire quanto ridicoli siano i nostri politici e la società che li esprime.
Il risultato di tutto questo è la distruzione del tessuto istituzionale nazionale: solo la società rimane coesa grazie a misteriose forze centripete (solidarietà, famiglia, senso civico spontaneo, dignità personale: tutti principi ignoti a chiunque faccia politica in Italia) che ancor oggi impediscono la dissoluzione totale delle relazioni sociali.
Vengono intanto prospettati degli scenari futuri i più vari immaginabili. Mi chiedo tuttavia: se il peggiore si materializzasse (ovvero fare finta di nulla ed andare avanti come se niente fosse grazie a manomissioni pesanti nello Stato di diritto), bisogna continuare ad indignarci ad libitum? Dobbiamo immaginare davanti a noi, in quanto persone effettivamente ed intellettivamente oneste, un destino fatto solo di indignazione perpetua?
Condivido in pieno le parole di Landini espresse recentemente a Ballarò. A me sembrano però parole nel deserto, mi sembrano armi spuntate. trovo la stessa rabbia ed indignazione su Micromega: ma poi? Non succede niente... Non cambia niente....
Landini personifica la rabbia ed il dissenso di molti, ma siamo disarmati di fronte alla ingiustizia totale in cui è precipitata l'Italia.
Mentre tu ti arrabbi, chi di dovere continua indisturbato a farsi gli affaracci propri a danno di tutti....
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