La scomparsa di Franca Rame lascia un vuoto veramente incolmabile soprattutto in considerazione dei tempi in cui viviamo. Se si pensa al suo impegno nella durissima lotta per la difesa della dignità delle donne in Italia, c'è da rabbrividire al solo pensiero di come questa dignità sia oggi costantemente offesa nell'indifferenza generale sia per i livelli altissimi di violenza fisica e psicologica sia per la misera immagine che la società italiana ha delle donne.
Se si pensa poi al suo impegno politico, viene ancora una volta da rabbrividire per la scomparsa della politica in Italia: non esiste più alcun impegno, alcuna responsabilità, alcun senso di comunità non solo nelle forze politiche ma anche nello stesso tessuto sociale italiano che si sta lentamente decomponendo.
Riguardo al suo spessore artistico, la miseria culturale italiana di fatto rende impossibile lo sviluppo di nuove generazioni di artisti che in qualche modo possono rimpiazzare le generazioni precedenti e acquisire una visibilità in un paesaggio culturale italiano del tutto sterile. Gli intellettuali italiani sono o schierati con il potente di turno o ridotti al silenzio, per l'inutilità di qualsiasi impegno e chi può fugge. La società italiana poi ha raggiunto livelli di ignoranza tali che per molti Franca Rame è solo un nome come tanti altri, di cui si sa poco o nulla, di cui importa poco o nulla.
La memoria srtistica, culturale e politica di personaggi che hanno contribuito a rendere l'IItalia un contesto culturale di qualche spessore, nonostante tutto, rimane affidata alla buona volontà e all'impegno di pochi "illuminati" che vagano come zombie in un mondo di tenebre.
Ormai in questa terra di sciagure, dove chi può fugge via, tutto scivola: nulla fa più presa. C'è un strato di unto sudiciume di bassissimo livello tale da rendere un buffone o un cialtrone un grande statista o un ciarlatano un grande poeta-musicista impegnato. Alla fine Franca Rame quasi stonava con tutta questa cialtroneria....
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