Torno a scrivere su questo blog dopo una lunga pausa forzata a causa dell'ennesimo lungo e complicato ricovero in ospedale per gravi motivi di salute. In tutti questi giorni ho staccato la spina da tutto (del resto ero di fatto impossibilitato a fare qualsiasi cosa) e ora tornato a casa per smaltire una lunga comvalescenza riprendo il contatto con il mondo. Sentire le notizie del terremoto sono state per me motivo di meditazione profonda: sempre gli stessi discorsi, sempre le stesse spiegazioni, le stesse discussioni, gli stessi disgraziati che ci lasciano le penne.
Questo terremoto alla fine è però il pretesto per fare l'ennesima auto-critica...
Quella italiana è una società che ha totalmente perso l'idea del "buon senso": non si vede il buon senso in alcuna condizione e situazione. Non c'è buon senso quando si fanno le cose, non c'è buon senso quando si gestiscono gli effetti nefasti di ciò che si fa senza buon senso... E' vero che ci troviamo di fronte a catastrofi naturali, ma come sempre, anche in questo caso, si paga il prezzo della mancanza di buon senso.
Ma cosa è questo "buon senso"? Credo che il "buon senso" altro non sia che la capcità di imparare dall'esperienza personale e da quella altrui, la capacità di ascoltare gli altri ed intuire gli equilibri della realtà che ci circonda. Il "Buon Senso" si basa sulla "memoria", sulla disponibilità di informazione e sulla conoscenza e dipende della capacità di mettere da parte ogni fattore che può interferire con l'elaborazione di questa memoria in vista del conseguimento del bene comune. L'avidità è la maggiore nemica del buon senso perchè ottenebra la capacità individuale e collettiva di decidere in modo equilibrato.
In una terra che ha innalzato l'oblio a stile di vita e di governo non ci può essere buon senso.
In una terra dove i decisori politici fanno dell'avidità il principio cardine di ogni scelta politica non ci può essere buon senso.
In una terra dove l'ambiente è considerato lo spazio dove perpretrare qualsiasi scempio impunemente, non ci può essere buon senso.
In una terra dove il patrimonio culturale è gettato al vento, non ci può essere buon senso
In una terra dove i milgliori talenti vengono frustrati e derisi a vantaggio degli stupidi, dei giullari e dei servi, non può essere buon senso.
In una terra senza coraggio, dignità e senza vergogna non ci può essere buon senso
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