Dire delle stupidaggini in pubblico è sempre piuttosto imbarazzante (quando ce se ne rende conto ovvio). Dire delle stupidaggini dalla tribuna di una fiera internazionale è grave. Dire poi delle stupidaggini quando si è su una tribuna di una fiera internazionale e magari si ricopre un importante ruolo pubblico e politico è decisamente peggio.
Eppure dell'ultima boutade del primo ministro italiano il peggio del peggio, secondo me, non è tanto questo. Il peggio consiste nel fatto che questa fiumana di sciocchezze e stupidaggini (molto gravi e dal contenuto altamente offensivo contro la stampa, la magistratura e i gay) si è riversata su una platea dove nessuno ha aperto bocca: anzi. Quella gente ha anche applaudito. Sorrisoni e battutine. Nessuno ha avuto il coraggio di protestare, nessuno ha avuto il coraggio di fiatare. Allora le conclusioni sono due. O tutti erano d'accordo o tutti erano dei ruffiani. Ecco il problema.
Innanzitutto se così fosse, da oggi ho deciso che non acquisterò mai e poi mai un ciclo o un motociclo italiano dato che questi imprenditori hanno chiaramente dimostrato di non avere la spina dorsale.
Comunque. Quella che è andata in scena alla fiera internazionale del ciclo e del motociclo è una parodia della società italiana nel suo complesso. Sui concetti, che così amabilmente il primo ministro ha declinato, si fonda infatti il pensiero di gran parte dell'opinione pubblica italiana: il consenso (fra gli uomini e le donne) che di cui gode è molto più esteso di quanto si pensi e di quanto ci facciano vedere in questi giorni i sondaggi.
L'omofobia (che però attrae così tanto milioni di uomini), la reificazione delle donne (tanto cara a uomini e donne), l'odio contro la magistratura ("lasciateci fare i cavoli nostri senza controlli e senza regole!"), il disprezzo verso i giornali e la cultura ("l'uomo che legge non è un vero uomo!") sono dei connotati fortemente caratterizzanti la società italiana di oggi.
Al di là delle dichiarazioni di indignazione, basta semplicemente guardarsi intorno e trovare facilmente la conferma di tutto questo. Cosa credete che pensi il classico omino abbronzato di lampada a bordo del suo SUV con a fianco la ragazzina russa? E la mamma che spera che suo figlio diventi un campione di calcio e sua figlia una star della TV? E l'evasore fiscale? E il tracagnotto con la cuffia perennemente infilata nelle orecchie? E la ragazzetta sempre intenta a mandare sms? E il palazzinaro da due soldi?
Il problema non è indignarsi. Il problema è che viviamo all'interno di una società così retrograda ed arretrata che alla fine si bea di fronte alle volgarità di una classe politica che ha lei stessa costruito e fermamente voluto.
Eppure dell'ultima boutade del primo ministro italiano il peggio del peggio, secondo me, non è tanto questo. Il peggio consiste nel fatto che questa fiumana di sciocchezze e stupidaggini (molto gravi e dal contenuto altamente offensivo contro la stampa, la magistratura e i gay) si è riversata su una platea dove nessuno ha aperto bocca: anzi. Quella gente ha anche applaudito. Sorrisoni e battutine. Nessuno ha avuto il coraggio di protestare, nessuno ha avuto il coraggio di fiatare. Allora le conclusioni sono due. O tutti erano d'accordo o tutti erano dei ruffiani. Ecco il problema.
Innanzitutto se così fosse, da oggi ho deciso che non acquisterò mai e poi mai un ciclo o un motociclo italiano dato che questi imprenditori hanno chiaramente dimostrato di non avere la spina dorsale.
Comunque. Quella che è andata in scena alla fiera internazionale del ciclo e del motociclo è una parodia della società italiana nel suo complesso. Sui concetti, che così amabilmente il primo ministro ha declinato, si fonda infatti il pensiero di gran parte dell'opinione pubblica italiana: il consenso (fra gli uomini e le donne) che di cui gode è molto più esteso di quanto si pensi e di quanto ci facciano vedere in questi giorni i sondaggi.
L'omofobia (che però attrae così tanto milioni di uomini), la reificazione delle donne (tanto cara a uomini e donne), l'odio contro la magistratura ("lasciateci fare i cavoli nostri senza controlli e senza regole!"), il disprezzo verso i giornali e la cultura ("l'uomo che legge non è un vero uomo!") sono dei connotati fortemente caratterizzanti la società italiana di oggi.
Al di là delle dichiarazioni di indignazione, basta semplicemente guardarsi intorno e trovare facilmente la conferma di tutto questo. Cosa credete che pensi il classico omino abbronzato di lampada a bordo del suo SUV con a fianco la ragazzina russa? E la mamma che spera che suo figlio diventi un campione di calcio e sua figlia una star della TV? E l'evasore fiscale? E il tracagnotto con la cuffia perennemente infilata nelle orecchie? E la ragazzetta sempre intenta a mandare sms? E il palazzinaro da due soldi?
Il problema non è indignarsi. Il problema è che viviamo all'interno di una società così retrograda ed arretrata che alla fine si bea di fronte alle volgarità di una classe politica che ha lei stessa costruito e fermamente voluto.
Nessun commento:
Posta un commento