C'è molta frenesia nella politica italiana di questi giorni. Si è innescato uno specie di conto alla rovescia circa i destini di questo governo. Francamente non so cosa pensare.
Quello che mi viene da dire in questo momento è che tutto questo si è attivato non tanto per una montante opposizione popolare o per l'attività di un'opposizione politica parlamentare forte. Quello che è avvenuto, e che sta avvenendo in queste ore, è semplicemente il risultato di dinamiche endogene al governo. Il governo non è stato scosso da un fronte di indignazione pubblica, composto da quanto di meglio la società civile italiana può esprimere, di fronte agli scandali privati e pubblici di una classe dirigente: non c'è un leader dell'opposizione che ha ingaggiato una battaglia politica forte contro i mali profondi e radicati della politica italiana. Il governo è entrato in crisi per contrasti interni e logiche centrifughe.
Questo mi fa molto pensare per il futuro. Soprattutto in considerazione del fatto che mentre il vecchio sta agonizzando il nuovo non avanza. Ci sono tensioni politiche acute, ma le logiche che sottostanno alla (mala)gestione della cosa pubblica non vengono messe in discussione. La società italiana fa da spettatrice "ebete" di fronte a tutto questo come se si trattasse dell'ennesima puntata di un reality show.
E poi il solito frasario fasullo dei politici: l'appello ridicolo al "senso di responsabilità", (che, mi raccomando, deve sempre "prevalere"), al "bene del Paese", alla "stabilità". Parole che vengono meccanicamente ripetute almeno cento volte al giorno...
Tutto fa spettacolo in Italia anche quando si tratta di gestire le vite di milioni di persone. Non c'è voglia di cambiamento, non c'è una "rivoluzione" (nel senso di una soluzione di continuità con il passato) in atto, non c'è rinnovamento all'orizzonte.
Quello che mi viene da dire in questo momento è che tutto questo si è attivato non tanto per una montante opposizione popolare o per l'attività di un'opposizione politica parlamentare forte. Quello che è avvenuto, e che sta avvenendo in queste ore, è semplicemente il risultato di dinamiche endogene al governo. Il governo non è stato scosso da un fronte di indignazione pubblica, composto da quanto di meglio la società civile italiana può esprimere, di fronte agli scandali privati e pubblici di una classe dirigente: non c'è un leader dell'opposizione che ha ingaggiato una battaglia politica forte contro i mali profondi e radicati della politica italiana. Il governo è entrato in crisi per contrasti interni e logiche centrifughe.
Questo mi fa molto pensare per il futuro. Soprattutto in considerazione del fatto che mentre il vecchio sta agonizzando il nuovo non avanza. Ci sono tensioni politiche acute, ma le logiche che sottostanno alla (mala)gestione della cosa pubblica non vengono messe in discussione. La società italiana fa da spettatrice "ebete" di fronte a tutto questo come se si trattasse dell'ennesima puntata di un reality show.
E poi il solito frasario fasullo dei politici: l'appello ridicolo al "senso di responsabilità", (che, mi raccomando, deve sempre "prevalere"), al "bene del Paese", alla "stabilità". Parole che vengono meccanicamente ripetute almeno cento volte al giorno...
Tutto fa spettacolo in Italia anche quando si tratta di gestire le vite di milioni di persone. Non c'è voglia di cambiamento, non c'è una "rivoluzione" (nel senso di una soluzione di continuità con il passato) in atto, non c'è rinnovamento all'orizzonte.
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