E' arrivato l'autunno con le sue giornate più fredde ed umide. Molti impegni, stanchezza generalizzata, depressione autunnale e leggero disgusto per il computer mi hanno tenuto lontano per un po' da questo diario. Del resto mi sembra anche di stare a ripetere sempre le stesse cose. Pensare stanca. Essere critici nei confronti di sè stessi e dell'ambiente che ci circonda stanca. Impegnarsi per cercare di migliorare leggermente le cose stanca. Sopportare l'apatia e la stupidità di così tante persone stanca.
Intanto, quasi come signori di un infinito e grottesco carnevale, intorno a noi il grigiore e la mediocrità regnano sovrani incontrastati. Di fronte alla tragedia familiare dei militari uccisi in Afganistan si deve assistere, attoniti, ad una parata in TV e sulla stampa di un bla bla assordante dei leader politici che sgomitano per dire la "loro" ovvero la cosa più banale ed insulsa possibile: "un impegno sostanziale affinchè, nelle procedure e modalità previste dagli accordi intrapresi in sede internazionale, si possa addivenire a forme di pacificazione e democrazia in quella martoriata area del pianeta", "sottolineando la natura di pace della presenza militare italiana in quella martoriata area del pianeta, si auspica l'adozione di tutte quelle misure necessarie atte a garantire l'incolumità dei nostri militari che comunque siano in grado di evitare il coinvolgimento della popolazione civile in eventuali azioni ove tali misure si rendano eventualmente indispensabili", "la rimozione e la restrizione del terrorismo in quella martoriata area del pianeta devono rimanere le linee guida di ogni intervento e della natura stessa della nostra presenza in quella martoriata area del pianeta", "il ritiro delle nostre forze da quella martoriata area del pianeta deve essere considerata una priorità indspensabile affinchè sia garantita, in modo equanime e condiviso (all'interno di un apposito tavolo di discussione in sede parlamentare) una dignitosa immagine del nostro Paese (stavo per dire questa nostra povera martoriata area del pianeta...) in sede internazionale...".
A starli a senitre si rimane a bocca aperta per il cumulo osceno di banalità che questi illustri personaggi riescono ad escogitare. Nessuno però ci parla di cosa effettivamente stiano facendo i militari italiani in Afganistan e per quale motivo l'Italia (con le pezze nel sedere) si trovi invischiata in un impegno di questo tipo che ha dei costi umani ed economici enormi. Perchè alcuni Paesi europei investono tanto in ricerca, scuola e servizi sociali senza finire nell'Absurdistan, mentre noi facciamo esattamente l'opposto? Perchè nel 2010 c'è ancora qualcuno che pensa che le misisoni militari siano un ottimo business fatto di commesse e di posti di lavoro nelle forze armate? Chissà perchè la maggior parte di questi ragazzi sono meriodionali?
Ogni volta dobbiamo assistere allo stesso spettacolo: funerali di stato, bla bla, passerelle dei politici fino al prossimo attacco e ai prossimi caduti.
C'è poi un Premio Nobel per la Pace contestato e i premi Nobel per l'Economia. Congratulazioni! Quando si parla di Nobel però mi viene sempre in mente l'assenza malinconica della ricerca e della scienza italiane. Pochi investimenti e troppa mafia accademica ci tengono lontano da tutti gli standard minimi di decenza scientifica: figuriamoci un Nobel.
Intanto, quasi come signori di un infinito e grottesco carnevale, intorno a noi il grigiore e la mediocrità regnano sovrani incontrastati. Di fronte alla tragedia familiare dei militari uccisi in Afganistan si deve assistere, attoniti, ad una parata in TV e sulla stampa di un bla bla assordante dei leader politici che sgomitano per dire la "loro" ovvero la cosa più banale ed insulsa possibile: "un impegno sostanziale affinchè, nelle procedure e modalità previste dagli accordi intrapresi in sede internazionale, si possa addivenire a forme di pacificazione e democrazia in quella martoriata area del pianeta", "sottolineando la natura di pace della presenza militare italiana in quella martoriata area del pianeta, si auspica l'adozione di tutte quelle misure necessarie atte a garantire l'incolumità dei nostri militari che comunque siano in grado di evitare il coinvolgimento della popolazione civile in eventuali azioni ove tali misure si rendano eventualmente indispensabili", "la rimozione e la restrizione del terrorismo in quella martoriata area del pianeta devono rimanere le linee guida di ogni intervento e della natura stessa della nostra presenza in quella martoriata area del pianeta", "il ritiro delle nostre forze da quella martoriata area del pianeta deve essere considerata una priorità indspensabile affinchè sia garantita, in modo equanime e condiviso (all'interno di un apposito tavolo di discussione in sede parlamentare) una dignitosa immagine del nostro Paese (stavo per dire questa nostra povera martoriata area del pianeta...) in sede internazionale...".
A starli a senitre si rimane a bocca aperta per il cumulo osceno di banalità che questi illustri personaggi riescono ad escogitare. Nessuno però ci parla di cosa effettivamente stiano facendo i militari italiani in Afganistan e per quale motivo l'Italia (con le pezze nel sedere) si trovi invischiata in un impegno di questo tipo che ha dei costi umani ed economici enormi. Perchè alcuni Paesi europei investono tanto in ricerca, scuola e servizi sociali senza finire nell'Absurdistan, mentre noi facciamo esattamente l'opposto? Perchè nel 2010 c'è ancora qualcuno che pensa che le misisoni militari siano un ottimo business fatto di commesse e di posti di lavoro nelle forze armate? Chissà perchè la maggior parte di questi ragazzi sono meriodionali?
Ogni volta dobbiamo assistere allo stesso spettacolo: funerali di stato, bla bla, passerelle dei politici fino al prossimo attacco e ai prossimi caduti.
C'è poi un Premio Nobel per la Pace contestato e i premi Nobel per l'Economia. Congratulazioni! Quando si parla di Nobel però mi viene sempre in mente l'assenza malinconica della ricerca e della scienza italiane. Pochi investimenti e troppa mafia accademica ci tengono lontano da tutti gli standard minimi di decenza scientifica: figuriamoci un Nobel.
E poi la pessima classificazione dell'Italia per la parità dei diritti fra uomini e donne. Che pena! E che tristezza pensare che tutto ciò avvenga nell'indifferenza generale soprattutto delle stesse donne che sono vittime di questo sistema becero. Continuo a chiadermi che gusto masochistico ci sia a vivere male a tutti i costi.
Con questi pensieri allegri e spensierati, tolgo la corrente a questa carcassa di computer e alla mia stessa voglia di riflettere...
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