Come tutte le estati, arriva la stagione degli incendi dolosi. Parlo di incendi dolosi perchè ormai al fenomeno dell'autocombustione. che ci è stato propinato per anni, non ci crede più nessuno.
Purtroppo questo fenomeno, che ha dei costi enormi in termini di vite umane, danni ambientali ed economici, denuncia chiaramente l'assenza totale di una cultura del territorio nel nostro Paese e degli stretti legami fra speculazione, politica corrotta e criminalità (più o meno organizzata).
Del resto, come ha detto anche un amministratore locale della Sardegna, chi pensa ancora che i piromani siano dei balordi "locali" è un illuso: fintanto che il business degli incendi o lo sfruttamento delle aree incendiate saranno più remunerativi della gestione dei boschi e delle foreste non ci sarà nulla da fare.
La cosa che mi secca di più, è ogni estate dover scrivere sempre lo stesso post. Cosa che faccio puntualmente anche questo anno. Perchè faccio questo? Semplicemente perché le ragioni più profonde che causano gli incendi non solo non vengono rimosse, ma anzi ogni anni vengono rafforzate.
Queste devastazioni non sono l’effetto di una carenza di cultura puramente ecologista ma devono essere ricondotte ad espressioni patologiche di grave iper-utilitarismo e iper-mercificazione indiscriminate che connotano pesantemente la nostra società. La stessa mentalità che si colloca alla base delle frodi nella sanità (con le conseguenti minacce alla salute pubblica) o della sistematica distruzione del patrimonio storico e culturale è la causa primaria della devastazione di boschi e foreste. Ormai in Italia si può speculare su tutto ed in particolare è sempre più lucroso speculare impunemente su quei fattori che incidono sul futuro di tutti (salute, ambiente, alimentazione, sicurezza, ecc…). Da qui si sviluppa il business del degrado ovvero la possibilità di fare soldi sulle attività di spegnimento, rimboschimento, abusivismo edilizio, allargamento delle zone agricole e di pascolo, bracconaggio, creazione di posti di lavoro per gli stagionali della forestale, impiego di mezzi di terra e aerei, ecc.
Il problema è quindi il degrado etico, prima ancora di quello ambientale, cui non sono state fornite risposte; sembra anzi che in questo periodo più recente la cultura dei furbetti e degli arrivisti sia anche politicamente molto vincente.
Non è un caso forse che i piromani non vengano quasi mai individuati ed arrestati oppure che pochissimi siano ancora i comuni italiani che abbiano realizzato il famoso catasto delle aree incendiate?
Qualche lettura utile:Purtroppo questo fenomeno, che ha dei costi enormi in termini di vite umane, danni ambientali ed economici, denuncia chiaramente l'assenza totale di una cultura del territorio nel nostro Paese e degli stretti legami fra speculazione, politica corrotta e criminalità (più o meno organizzata).
Del resto, come ha detto anche un amministratore locale della Sardegna, chi pensa ancora che i piromani siano dei balordi "locali" è un illuso: fintanto che il business degli incendi o lo sfruttamento delle aree incendiate saranno più remunerativi della gestione dei boschi e delle foreste non ci sarà nulla da fare.
La cosa che mi secca di più, è ogni estate dover scrivere sempre lo stesso post. Cosa che faccio puntualmente anche questo anno. Perchè faccio questo? Semplicemente perché le ragioni più profonde che causano gli incendi non solo non vengono rimosse, ma anzi ogni anni vengono rafforzate.
Queste devastazioni non sono l’effetto di una carenza di cultura puramente ecologista ma devono essere ricondotte ad espressioni patologiche di grave iper-utilitarismo e iper-mercificazione indiscriminate che connotano pesantemente la nostra società. La stessa mentalità che si colloca alla base delle frodi nella sanità (con le conseguenti minacce alla salute pubblica) o della sistematica distruzione del patrimonio storico e culturale è la causa primaria della devastazione di boschi e foreste. Ormai in Italia si può speculare su tutto ed in particolare è sempre più lucroso speculare impunemente su quei fattori che incidono sul futuro di tutti (salute, ambiente, alimentazione, sicurezza, ecc…). Da qui si sviluppa il business del degrado ovvero la possibilità di fare soldi sulle attività di spegnimento, rimboschimento, abusivismo edilizio, allargamento delle zone agricole e di pascolo, bracconaggio, creazione di posti di lavoro per gli stagionali della forestale, impiego di mezzi di terra e aerei, ecc.
Il problema è quindi il degrado etico, prima ancora di quello ambientale, cui non sono state fornite risposte; sembra anzi che in questo periodo più recente la cultura dei furbetti e degli arrivisti sia anche politicamente molto vincente.
Non è un caso forse che i piromani non vengano quasi mai individuati ed arrestati oppure che pochissimi siano ancora i comuni italiani che abbiano realizzato il famoso catasto delle aree incendiate?
WWF: Gli incendiari hanno due complici
WWF:Un patrimonio in fumoLegambiente: “Enorme danno ambientale: urgente realizzazione catasto ”
1 commento:
Concordo e anche io, come tutti gli anni, mi appresto a rivivere gli stessi momenti in Sicilia.
Ogni anno canadair, elicotteri e forestali impegnati a spegnere incendi voluti e con dietro interessi economici che superano quelli etici e ambientali.
Sempre fino a quando qualche vita umana fa rivivere sprazzi di ipocrisia.
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