C'è una discreta confusione nell'aria in questi giorni, ma ci sono alcune cose che mi lasciano sempre molto perplesso. E non parlo di congiure internazionali, speculazioni di questo o di quello, inghippi e sotterfugi.
Se ci troviamo nelle condizioni generali in cui ci troviamo non è colpa della Germania, dell'Unione Europea o di Andorra. Sicuramente l'Unione Europea oggi appare come un progetto deludente sotto molteplici punti di vista. Sicuramente le banche e la finanza, grazie anche alla connivenza di politici indecenti, hanno fatto di tutto (e continuano a fare di tutto) per aumentare le disuguaglianze e distruggere la dignità del lavoro (e migliaia di posti di lavoro).
Ma prima di tutto dobbiamo pensare alle nostre responsabilità.
Politici irresponsabili e incompetenti per decenni non sono stati in grado di rappresentare dignitosamente gli interessi dei cittadini e delle cittadine italiane nelle sedi europee, sotto tutti i punti di vista: basti pensare alla ricerca scientifica o all'agricoltura. Non abbiamo mai saputo utilizzare le risorse europee in modo adeguato e corretto, sprecando, rubando, sotto utilizzando o non utilizzando per niente fiumi di risorse. La politica nostrana ha sempre guardato all'Europa come un parcheggio politico di serie B di lusso preferendo sempre le beghe della politica nazionale. Nel frattempo gli altri Paesi europei hanno dimostrato più intelligenza e più lungimiranza.
Scaricare sull'UE e sull'Euro le nostre incapacità (dolose, colpose e criminali) mi sembra un escamotage per distrarre l'opinione pubblica dalle urgenti priorità che strangolano questo sventurato Paese e i suoi (spesso ipocriti) abitanti.
Mentre non si fa altro che parlare della reazione dei mercati o delle borse, le vere e determinanti priorità rimangono la lotta alla corruzione pervasiva, all'evasione fiscale sistematica e alla criminalità organizzata. In realtà sono tre facce dello stesso problema: la distorsione morale, politica e sociale come forma di governo. Se queste tre emergenze non vengono affrontate e risolte definitivamente, possiamo tornare alla lira, al sesterzio, al baiocco ma continueremo a rubarci i soldi l'uno con l'altro,a evadere il fisco, a corrompere per una licenza o un appalto, a raccomandare somari e a truccare concorsi o a tenere sotto scacco con la paura ed il ricatto intere regioni italiane. E tutto questo avviene anche in questo preciso momento in cui scrivo. Tutti i giorni dobbiamo assistere e subire situazioni di questo genere: roba che in un qualsiasi Paese civile europeo sono considerate al limite della follia... E invece da noi sono la regola: nessuno ci fa più caso e di questo non si parla più.
Facciamoci allora tutti un piccolo esame di coscienza prima di accusare gli altri delle nostre colpe. E facciamoci una semplice domanda: cosa ho fatto e cosa faccio io (non Bruxelles, non Ulan-Bator) per alimentare questo stato di cose? Qual'è la mia personale responsabilità per lo schifo quotidiano che mi circonda?
Se non siamo capaci di governarci e di garantire a noi stessi una convivenza civile dignitosa in questo Paese, se l'Italia appare come una terra devastata sotto tutti i punti di vista, se l'Italia non esiste più sulla cartina geografica europea e mondiale, non cerchiamo i colpevoli chissà dove: guardiamoci semplicemente allo specchio.
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