Sapere e Potere sono due dimensioni (dello spirito e non solo) da sempre in conflitto fra loro. Chi detiene il potere ha sempre cercato di accentrare su di sè il sapere e comunque lo ha sempre temuto. "Coloro che sanno" o gli intellettuali, hanno sempre guardato con una certa aria snob il potere considerato come una cosa "materiale", sporca", contaminante la purezza del sapere e della conoscenza. Fin dai tempi più antichi (a Oriente come a Occidente) il sistema politico ideale era considerato quello che coniugava in modo armonico le due sfere: un sistema insomma in cui Potere e Sapere potessero convivere.
Quello che noto oggi è che il Potere non sembra più interessato al Sapere. Il Potere considera il Sapere come un elemento irrilevante. Direi anche che per arrivare al potere e poi successivamente controllarlo, il Sapere è un ostacolo, è un problema. Il Sapere deve essere disprezzato, perchè è un fardello ingombrante, inutile, noioso, superfluo.
Il Sapere di conseguenza si è completamente ritirato dalla realtà: è come se abbia acquistato la piena consapevolezza della sua superfluità e inutilità. Di fronte ad una guerra persa in partenza, per sproporzione di mezzi e asimmetria operativa, il Sapere è diventato un elemento che accomuna pochi individui isolati come gli ultimi Jedi.
L'atrofizzazione del Sapere e la convizione da parte di chi gestisce il potere della sua inutilità si materializza oggi nella Società del Fallimento Glabale. Dopo la Società del Rischio teorizzata da Beck anni orsono, siamo entrati a piedi uniti nella società del fallimento; un fallimento, che grazie alla globalizzazione, è per l'appunto globale.
Senza il Sapere l'ignoranza dilaga ovunque come un valore condiviso, alimentando, schizofrenie sociali, paranoie, vicoli ciechi, fondamentalismi di ogni genere, incapacità a risolvere qualsiasi tipo di problema: e questo per il semplice motivo perchè "non sappiamo".
Il Potere senza Sapere (che anzi disprezza il Sapere) è incapace di affrontare i problemi globali che abbiamo di fronte e che spesso scambia come meri problemi locali o nazionali. La migrazione di grande masse di individui, il cambiamento climatico, la finanza senza controllo, il problema dell'ingiustizia, la distruzione del lavoro come valore, ecc... sono tutti problemi globali le cui modalità di approccio (meno che mai le soluzioni) senza il Sapere sono destinate al fallimento.
Ovunque oggi volgo lo sguardo, vedo inequivocabili tracce del fallimento.
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