Più passa il tempo, più mi rendo conto che i problemi che abbiamo di fronte sono connotati da un tasso di complessità ben superiore alle capacità dei decisori politici di identificarli, affrontarli e, sperabilmente, risolverli. E questo accade in tutte le dimensioni problematiche: immigrazione, terrorismo, crisi economiche, integrazione europea, lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, la deriva della scuola e della sanità, la violenza contro le donne, ecc...
Attenzione: la mia non è saccenza di quello che pensa di avere la risposta a tutto, mentre gli altri non capiscono nulla. La mia è una semplice constatazione. Vedo questa incapacità sia nella gestione delle piccole cose che nella gestione delle grandi questioni politiche, economiche e sociali a livello nazionale ed internazionale. Non siamo più capaci di fare niente, non siamo più in grado di decidere correttamente.
La complessità ci sta travolgendo su tutti i fronti, anche nelle schiocchezze della quotidianità. Sembra di essere finiti in un meccanismo vorticoso e perverso per cui i problemi, le cose, le tecnologie, i rapporti personali, insomma tutto sembra complicarsi sempre di più con il passare del tempo. Ed un problema appare complicato non per sua natura intrinseca, ma per la semplice incapacità o impossibilità (o talora non-volontà) in chi lo deve affrontare di riconoscerlo e di risolverlo. Non sappiamo come fare perchè non abbiamo i mezzi materiali e cognitivi per affrontare la realtà. In Italia poi non siamo nemmeno capaci di prepararci prima, non abbiamo la capacità di prevedere in anticipo l'insorgere dei problemi: siamo "puntalmente impreparati"...
Se vogliamo immaginare un futuro migliore sarà necessario munirsi di questi mezzi: la cultura, il sapere, la conoscenza alla fine non serviranno tanto per portare un uomo o una donna su Plutone (a fare cosa poi?) ma per tornare ad avere quei saperi necessari a vivere nella quotidianità. E da questi saperi che scaturisce poi un minimo di buon senso.
La carenza di questo sapere è forse la causa della terribile sequenze di errori che puntalmente vengono compiuti nella gestione delle situazioni problematiche: dalla catastrofe della costruzione europea, al dramma dell'immigrazione, dal baratro della Grecia, alla deriva delle relazioni umane e sociali...
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