venerdì 11 aprile 2014

Cambiare? Una follia!

In Italia ogni tipo di cambiamento è sempre macchinoso. In particolare chi cerca di spingersi un po' in avanti, chi cerca di innovare, chi cerca di spezzare situazioni cementificate ed ossificate viene visto con sospetto e bollato come un folle. 

Non voglio entrare nel merito di notizie recenti, ma le reazioni di certi strati della società nazionale mi fanno sempre molto pensare perchè mi sembrano come un barometro del polso di questa società. 

In Italia uscire dal Medioevo in cui siamo bloccati ormai da molto tempo (sotto il profilo sociale, economico e politica) è un'impresa veramente ardua. Il problema è che in casa abbiamo alcune istituzioni che sono proprio un'emanazione di quel Medioevo che, nonostante i tanti film e romanzi che hanno cercato di mitizzarlo, è e rimane una delle pagine più tetre della nostra storia.

Tentare di costruire una società decente in Itala è veramente difficile perchè impone il cambiamento come una scelta inevitabile. Ma il cambiamento non è ben visto in queste contrade. Non è ben visto dalla politica (nonostante lo sbandieramento di un cambiamento solo apparente come strumento propagandistico): ma è la stessa gente comune che teme e rifugge il cambiamento. Lasciare la strada vecchia per una nuova non è una qualità dell'italiano medio o dell'italiana media. Tutti quelli che lo hanno fatto in passato sono sempre stati bollati come scemi, irresponsabili o idioti: comunque ridicolizzati. Tant'è che hanno sempre dovuto come minimo cambiare aria o idea. Altro che terra di navigatori e blalabla  vari. Nessuna persona di vero talento è stata mai presa sul serio in Italia. Senza bisogno di citare come sempre il mondo universitario mi vengono in mente figure come Dante Alighieri, Galileo, Giordano Bruno, Cristoforo Colombo, Meucci...

Il problema dalle nostre parti non è avere buone idee, ma realizzarle. A furia di sbeffeggiare la scuola e frustrare i talenti, a furia di osteggiare sempre il cambiamento e il minimo anelito di osare, oggi un qualunque individuo di età inferiore ai 40 anni non ha la benchè minima ambizione o utopia personale. Troppo pericoloso, inutile, rischioso: una perdita di tempo e basta.

Addirittura si è confuso il cambiamento con le novità fornite dall'elettronica: un cellulare nuovo o un table ultima generazione non sono cambiamento. Sono la parodia del cambiamento.

E' vero: cambiare è rischioso. Ma non cambiare mai implica la distruzione di ogni possibilità di immaginare, progettare e realizzare un futuro.

Siamo una terra di falliti non perchè non riusciamo a fare qualcosa, ma perchè abbiamo completamente perso il desiderio di fare qualcosa "un passettino più avanti". Siamo senza futuro. Siamo senza passato (perchè ignoranti). Viviamo dentro un presente orribile. 

"Memento audere semper" recita il famoso motto: ricordati di osare sempre. Nulla è più lontano da noi di queste parole. E le plumbee porte del Medioevo ci si chiudono sempre davanti: da qui non si esce.

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