E' da un po' di tempo che insisto sul tema del "cambiamento". Eh sì perchè personalmente questa stasi mi va proprio stretta: non riesco a sopportare i dati sulla disoccupazione giovanile parallelamente alla voragine di soldi che i partiti politici sottraggono alla società nel suo complesso. Da un lato c'è l'humus del cambiamento (i giovani), dall'altro ci sono i partiti politici (tutti senza distinzioni) che sono un vero e proprio freno a mano per il progresso etico, sociale e civile di questa iellatissima penisola del Mediterraneo. E al momento, sono i giovani che pagano il conto della pacchia dei politici.
Eppure i segni della fine di un'epoca sono evidenti da un pezzo: basta pensare al prezzo altissimo dei carburanti. A parte le speculazioni delle lobbies dei petrolieri, questi rialzi dovrebbero farci capire che l'epoca del petrolio sta tramontnado e se non ci sbrighiamo ad immaginare, progettare e realizzare un "nuovo", allora questo stesso "nuovo" ci travolgerà di forza e per forza. E questo è solo uno dei tanti sintomi del tramonto di un'epoca.
Ma i partiti politici italiani non vogliono e non sono intellettivamente in grado di pensare e realizzare il futuro. Non solo non permettono, a causa della loro incapacità e avidità, alle nostre imprese di essere competitive ma impediscono alla società italiana di evolvere e crescere: ed il governo dei professori, alla fin fine, non è che brilli in questo senso.
Sono tutti impegnati a trovare un sistema più flessibile per "licenziare", ma non si fa nulla per liberare il mercato del lavoro e la società intera di questa cappa pesantissima che grava su tutti: una cappa fatta di illegalità, corruzione, connivenze, elusione del diritto, sopraffazione, umiliazione delle persone oneste. Se non si interviene su questi temi, tutte le "riforme" di questi personaggi sono solo chiacchiere fatte in malafede.
Un sistema politico indecente, come quello italiano, di fatto non ha un'opposizione: ed il controllo politico soprattutto della televisione fa sì che alla maggior parte dei cittadini e delle cittadine italiane, di tutto questo importi poco o nulla.
E' pur vero che, settori sempre più ampi della società italiana sono ormai alle prese con problemi di sopravvivenza: ogni giorno che passa è sempre peggio ed il sentimento maggiore che si diffonde è quello del tradimento. La gente comincia a sentirsi tradita: è un sentimento ancora molto flebile e strisciante. Ma si sta insinuando come un tarlo. Anche quei partiti che sembravano "duri e puri" invece erano come tutti gli altri: se non forse anche peggio. Traditi!
Per molti giovani la speranza maggiore è quella di andarsene via da una terra strapiena di passato,ma che non ha presente e tantomeno futuro. Ciò mi fa pensare ad un famoso precedente: la grande fuga dalla Germania Est alla fine degli anni '80 che in pratica portò alla morte il sistema vetero-comunista della DDR.
Forse, invece di non andare a votare, dovremmo andarcene via tutti: come è accaduto nella Germania Est ciò potrebbe costringere tutto questo a svanire...
Nonostante alcune forme di protesta eclatanti, il malcontento, quello vero, è ancora espresso sottovoce: ogni tanto qualcuno si arrabbia in TV, ma la rabbia più pesante si esprime ancora dentro le pareti domestiche. Porprio come ai tempi dell'URSS... Un altro paragone preoccupante...
Proprio come in URSS, burocrazia, corruzione e politica stanno uccidendo tutto.
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