giovedì 22 settembre 2016

Stupidity rules!

Sempre più spesso mi pare di notare azioni, atti e dichiarazioni che sono un sintomo lampante della stupidità di chi compie questi atti e di chi fa queste dichiarazioni. Questo avviene sempre più spesso fra la gente comune ( basta andare in giro ad esempio nel traffico oppure entrare in un negozio, ecc...); e vabbè, di una cosa del genere ci si può anche abituare come forme di stupidità spiccia e quotidiana. Quello che mi sorprende è la stupidità di un numero sempre maggiore di esponenti della classe politica e dirigente (sia nazionale che internazionale). 

Se proprio mi dovessi soffermare a riflettere sulla stupidità nostrana di tipo "alto", quella cioè che emerge da persone che hanno responsabilità decisionali di un certo peso, la prima cosa che mi viene da pensare è che alla fin fine si tratta di una stupidità che riflette quella che si trova in "basso" (quello cioè della gente comune) secondo il triste principio per il quale ognuno ha il governo che si merita. Ergo: ognuno ha la stupidità che si merita che si autoalimenta in un perverso meccanismo circolare di travaso di stupidità dal basso verso l'alto e viceversa. La gente si specchia nella stupidità di chi la governa.

Bisognerebbe anche dire che, a parte casi conclamati di stupidità dovuta a problemi psico-fisici reali, la stupidità comune e sociale non è congenita. Essa viene coltivata con il passare degli anni fin dall'infanzia. Quando non si insegna a riflettere sulle conseguenze delle cose che si fanno o si dicono, quando non ci si interessa di nulla perchè qualsiasi cosa viene considerata priva di valore, quando si coltiva un'ideologia della quantità rispetto alla qualità, ecc... tutto questo si stratifica nella coscienza nel tempo fino a creare un individuo fondamentalmente stupido: si tratta di un'individuo i cui atti o dichiarazioni non gli apportano alcun beneficio ma anzi procurano solo danni a sè stesso e agli altri.

Come si stia arrivando a questo è fin troppo evidente. La distruzione in primo luogo del sistema formativo a tutti i livelli (cosa che avviene ormai da decenni) genera persone prive di strumenti interpretativi della realtà. E gli studenti e le studentesse con una misera formazione intellettuale e culturale di alcuni decenni fa sono oggi la classe dirigente e politica. Questi stessi dirigenti e politici incapaci (ovvero non in grado di comprendere) stanno ora finendo di devastare il poco che è rimasto con la conseguenza che gli studenti e le studentesse di oggi (ancor meno in grado di comprendere la realtà dei loro predecessori) saranno dei pessimi dirigenti e politici del futuro. 

A questo si aggiunge il fatto che la conoscenza, la cultura, il sapere, la curiosità, la creatività, sono sempre più spesso guardate con sospetto e denigrate al di là delle belle dichiarazioni di principio: nella migliore delle ipotesi "sapere" è considerata una cosa irrilevante. 

Abbiamo quindi a che fare con un numero di stupidi sempre maggiore e sempre più in posizioni chiave. Non avremo più quindi un Benedetto Croce o Giovanni Gentile, un Calamandrei, un Togliatti, De Gasperi, La Malfa, Nenni, via via fino a dentro i gangli della struttura della società, ma uomini e donne sempre più piccoli ed infantili da un punta di vista cognitivo: ovvero degli stupidi.

L'aspetto tragico di tutto questo è che mentre le capacità cognitive di chi è chiamato a decidere e a prendere scelte responsabili si riduce, la complessità e la gravità dei problemi della contemporaneità si aggravano. Si crea un gap che si approfondisce di giorno in giorno; difficile immaginare le conseguenze di una simile situazione.

La stupidità non genera errori dovuti ad una mera impreparazione o inadeguatezza, ma errori sistematici e strutturali perchè chi li commette è convinto pure di avere ragione. Lo stupido o la stupida non sono mai sfiorati dal dubbio.

Il fanatismo, l'oscurantismo mentale, l'intolleranza, ecc.. sono tutti sintomi di stupidità ovvero l'incapacità di interpretare, l'incapacità di capire. La gratuità di tanti atti di violenza si può spiegare solo con la stupidità di chi commette questi atti.

Una società che viene "coltivata" per essere fondamentalmente stupida, quindi infantile, immatura e facilmente manipolabile, tenderà quindi a rivolgersi a classi dirigenti e politiche composte da individui altrettanto stupidi e quindi infantili e immaturi che non potranno che prendere decisioni e fare dichiarazioni pericolosamente stupide. 

Mi pare che tristemente il trend sia ormai questo. Credo che con il passare del tempo dovremo fare i conti con una stupidità sempre più invasiva, sfacciata, diffusa, omnicomprensiva e profonda.

giovedì 1 settembre 2016

Nessuno sarà lasciato solo

Nel desolante panorama dell'ipocrisia italica che dà il meglio di sè dopo le catastrofi (naturali ed innaturali) spicca sulle macerie post terremoto di Amatrice, come un mantra lacerante, la frase "nessuno sarà lasciato solo".

Cosa significhi chiaramente questa frase non lo sa nessuno con precisione, ma chi può, dall'alto della propria carica politica ed istituzionale, la tira fuori senza ritegno: e, a seguire, il corteo dei cortigiani politici a riempirsi la bocca con questa frase.

Chi ha perso la casa, la propria attività commerciale ed economica e chi soprattutto ha perso familiari, parenti o amici ora si sente dire queste parole che, conoscendo il costume italico, sembra quasi una minaccia. Infatti il problema è: i terremotati chi realmente si troveranno a fianco nella ricostruzione? Verranno fuori i soliti approfittatori delle catastrofi, gli speculatori, i magnaccia della politica? In tal caso: meglio soli che male accompagnati?

E poi: adesso che i paesi sono venuti giù come castelli di carte, mi vieni a dire che "non mi lascerai solo?". La cosa sembra drammaticamente ironica soprattutto se si pensa a quegli edifici che avrebbero dovuto garantire un minimo di sicurezza e sono crollati: e adesso non mi lasci solo?

Il fatto è che se quelle case, se quegli edifici pubblici, sono crollati è perchè io ero già rimasto solo. Io ero già solo da tempo, da tanto, da tantissimo tempo, ben prima che il terremoto abbattesse interi paesi. In Italia siamo sempre lasciati soli, in qualsiasi occasione ne situazione. Il terremoto non ha fatto altro, come in casi simili, che evidenziare la nostra solitudine. Siamo soli di fronte agli speculatori, alla corruzione, alle mazzette, al "chissenefrega", "figurati: chi vuoi che lo scopre..", "vabbenelostesso", ecc... Il malcostume generale è tale e condiviso da pressochè tutti perchè ognuno può fare più o meno come gli pare semplicemente perchè siamo lasciati soli, a noi stessi, senza regole, senza criteri. La certezza del diritto significa proprio questo: non sei solo. Ed in Italia non c'è alcuna certezza del diritto.

Lo stato di abbandono degli ospedali, delle scuole, dei mezzi pubblici, delle periferie, dei borghi di provincia, delle ex aree industriali ed artigiane, la violenza sulle donne, la disoccupazione, intere aree del Paese consegnate alla criminalità organizzata, l'arroganza della burocrazia, la corruzione senza freni, ecc... sono il segno evidente e tangibile che tutti noi (salvo i soliti privilegiati che non sono minimamente sfiorati da tutto questo) siamo quotidianamente lasciati soli. 

E tu mi vieni a dire che, siccome c'è stato il terremoto, nessuno sarà lasciato solo? E proprio tu che parli dall'alto dei tuoi privilegi istituzionali (a te la casa non cadrà mai in testa) dov'eri prima? Ti fai avanti adesso che ci sono le casse da morto? E quante altre disgrazie e catastrofi dovremmo aspettare per sentirci dire, come premio di consolazione, che non saremo lasciati soli?