giovedì 14 aprile 2016

La parole "labirintiche" di Eugenio Scalfari

Ho letto recentemente sull'Espresso un articolo a firma di Eugenio Scalfari circa il suo libro "Il Labirinto". Leggendo le sue considerazioni ho trovato alcune parole che mi hanno lasciato a dir poco perplesso.

Premetto che Eugenio Scalfari è considerato in Italia un grande saggio e non va molto di moda criticare quelle figure che in Italia sono considerate come di spicco nel paesaggio intellettuale nostrano. Questo per dire che di fronte al "grande" (Scalfari) il piccolo (il sottoscritto) deve farsi da parte.

Essendo pertanto un "piccolo", uno che non capisce niente di fronte all'immensità dell'erudizione dei grandi pensatori, probabilmente queste parole che a me hanno creato qualche dubbio, non le ho capite e quindi le ho fraintese. Essendo incapace di cogliere questi significati profondi, del resto in questo articolo si parla di "Labirinti", mi pongo già nella parte del torto.

Eppure, queste parole non mi sconfinferano proprio. Riporto il testo incriminato (secondo me):

"E tuttavia i secoli che con il loro transito hanno contribuito a cambiare profondamente il modo di pensare e di comportarsi delle persone, attraverso un profondo mutamento della società e del costume, sul tema dell’amore e del potere non hanno portato alcun mutamento. La storia di Abelardo e Eloisa si ripete ai tempi nostri con le stesse caratteristiche di secoli fa. Un solo mutamento si è verificato nel costume: nelle nuove generazioni le differenze comportamentali tra la donna e l’uomo sono profondamente diminuite e quasi del tutto scomparse, la donna tende a mettersi sullo stesso piano dell’uomo, all’amore duraturo e alla famiglia che ne deriva preferisce lo spirito d’avventura, con rapporti di breve e brevissima durata che privilegiano ovviamente il piacere sessuale relegando in una sorta di sconfitta sentimentale il rapporto che privilegia invece il volersi bene, che antepone il bene dell’altro al proprio."

Cosa intende dire  E. Scalfari? Io non voglio trarre delle conclusioni, ma a me sembra, così a prima lettura, che la figura femminile da queste parole (labirintiche) esce molto male. Sono parole che a me non piacciono proprio e ci tengo a dirlo chiaramente che non mi piacciono. Mi piacerebbe quindi che qualcuno molto più intelligente di me mi spiegasse cosa significano realmente. Certo c'è di che riflettere...

Il testo integrale si può leggere su questo link

martedì 5 aprile 2016

Italia: il Paese delle Meraviglie

Chissà perchè, tutto quello che sta riguardando il Governo, i ministri e ministresse, gli scandali e le inchieste in corso (e magari qualche conto corrente in qualche paradiso fiscale), non mi meraviglia affatto, 

Mi sorprende semmai che ci sia ancora qualcuno, spero a causa della buona fede, che si scandalizza e si meraviglia di tutto questo. 

Se mi guardo attorno mi rendo facilmente conto di come si fanno le leggi in Italia: certamente anche negli altri Paesi è così, ma magari altrove si cerca di lasciare un qualche margine per il bene comune e gli interessi collettivi. Da noi non è così. Non è mai stato così. In Italia il bene pubblico è sempre un'eventualità, un effetto collaterale che semmai può servire da pretesto, da copertura e che può scaturire dal caso o dalla mera buona volontà di qualcuno. Non è mai il fine, non è mai la causa, non è mai l'ispirazione.

Uno si può anche dimettere (per far fare bella figura ad altri), un altro si può far ascoltare dai giudici, un altro ancora può fare proclami su questo e su quello, ma la sostanza non cambia e non cambierà mai. Dietro la facciata, dietro le quinte, c'è sempre un universo che si agita, c'è un mondo sempre in fibrillazione, in attività febbricitante impegnatissimo ad accaparrare, a trafugare, a saccheggiare, a favorire questo e quello, a nascondere, a occultare.

E la cosa buffa è che mentre costoro dedicano tutte le loro forze ed energie ai loro sotterfugi e a fregare l'argenteria di "nonna" il mondo intorno a loro e, purtroppo anche intorno a noi, sta crollando a pezzi e precipitando verso un baratro che politicamente sono totalmente incapaci di affrontare. Anche tutto questo è un chiaro sintomo di come la nostra società, la nostra classe dirigente e politica siano sostanzialmente asfittiche, calcificate, vecchie e stravecchie.

Non so: mi ricordano tanto quei tizi che, durante la storica eruzione del Vesuvio a Pompei erano sopravvissuti alla prima eruzione ed invece erano morti durante la seconda sorpresi dai vapori mortali e dalla lava mentre erano ritornati nelle loro case per prendersi i gioielli e l'argenteria...