martedì 15 settembre 2015

Una questione di "Educazione"

E' da un po' di tempo che noto che il termine "educazione" viene frequentemente usato, soprattutto nel mondo dei media italiani e della politica, come traduzione letterale della parola inglese "Education". 

"Education" in inglese può essere tradotto in italiano con la parola "formazione", fondamentalmente scolastica, per distinguerla da "training" che è ha un significato di "formazione" più legato alla formazione professionale o all'allenamento sportivo.

Sull'onda di un'ignoranza sia dell'italiano che dell'inglese ecco quindi che leggo o sento parlare nei TG o nei talk show di "riforma della scuola che incide profondamente sull'educazione dei ragazzi e delle ragazze". Oppure le riforme del governo in materia di "educazione".

E' pur vero che la parola educare in latino significa "nutrire", "dare alimento" anche in senso figurato cioè che la conoscenza permette di nutrire lo spirito. Ma in italiano la parola "educare" ed "educazione" hanno assunto un significato diverso dal latino. Una persona ben educata, in italiano, è una persona che, diciamo così, ha un comportamento civile, ha dei modi decenti di relazionarsi con gli altri. Non si intende di certo che sia una persona ben formata culturalmente e scolasticamente.

Attenzione: non voglio fare il purista. Ma non capisco perchè la lingua debba scadere così stupidamente.

Ma non c'è nulla da fare. Il mondo del giornalismo e della politica, solitamente di qualità modestissima, ha subito fatto, quasi per una forma di pigrizia mentale, la traduzione letterale: education=educazione. Del resto siamo nell'era di Google Traduttore e non si può pretendere di andare troppo per il sottile.

Penso con terrore quando si arriverà a tradurre la parole inglese "pollution" (inquinamento)... Allora sì che saranno guai...

giovedì 3 settembre 2015

The Future in Unknown

Che il futuro sia sconosciuto è una discreta ovvietà. Non c'è che dire. 

Oggi però l'impossibilità di immaginare il futuro e di gettare delle basi per una sua costruzione è diventata una caratteristica fondante della nostra cultura. Da questa impossibilità ed incapacità deriva un livello di incertezza molto elevato. Oggi è veramente impossibile fare previsioni anche di breve periodo su qualunque dimensione: società, economia, politica, ambiente, tutto sembra destinato ad essere legato al momento presente e completamente svincolato da una fase temporale successiva.

E' come se uno piantasse un albero e poco dopo lo segasse per farci la legna da ardere e poi si chiedesse come mai non riesce ad avere un bosco...

Ho già scritto che lo scadimento etico e culturale delle generazioni che si sono succedute, in Italia ma anche in Europa, dopo la fine della II Guerra Mondiale ha fatto sì che oggi non vi siano le capacità e le intelligenze necessarie ad affrontare i problemi che oggi abbiamo di fronte. Del resto, questioni mai affrontate, sempre rimandate e sempre scaricate sui decisori del futuro, hanno trasformato tutti questi problemi lasciati irrisolti in enormità problematiche oggi difficilmente districabili ed affrontabili. Un caso classico è quello dell'immigrazione senza controllo che sta travolgendo il mondo così come oggi lo conosciamo.

Il problema è proprio questo. Il XXI secolo di fatto non è mai iniziato. In questi mesi sta dando i primi segni di esistenza in vita. Pensare che le cose possano rimanere così come sono, con conflitti irrazionali alle porte dell'Europa, con migliaia di profughi che non sanno più dove andare, con risorse sempre più limitate e mal gestite, con un tasso di diseguaglianza elevatissimo, con una finanza completamente sorda e cieca di fronte a quello che sta accadendo, con dei politici così inconsistenti da essere ormai pressochè invisibili di fronte al caos che avanza, è una pia illusione.

Poichè tutti questi problemi continuano a rimanere irrisolti, sarà necessario iniziare a prepararsi: le cose non si aggiustano da sole. Prepararsi quindi mentalmente ad affrontare una serie di cambiamenti molto profondi, di rottura, il cui esito sarà decisamente imprevedibile.