lunedì 26 agosto 2013

La panacea dei guai giudiziari

Pensandoci bene, le recenti vicissitiduni giudiziarie di un arcinoto esponente politico italiano sono un vero e proprio colpo di fortuna inaspettato per una classe politica superflua come quella italiana. In effetti tutta l'attenzione è rivolta su questa questione con le sue implicazioni di vario genere: insomma i politicanti italiani stanno lì a litigare su questa storia lasciando completamente sola l'intera società italiana a barcamenarsi in questo periodo di enorme difficoltà economica e sociale.

Per un governo che non ha nè le capacità nè i mezzi per poter fare alcunchè, tutto questo serve per distrarre l'opinione pubblica.  Tutti sappiamo che questo governo non sa assolutamente che pesci pigliare. Tirano solo a campare. La situazione italiana è tale, con le sue mafie, le sue lobbies, la sua corruzione, la sua evasione fiscale, la sua immoralità diffusa, la sua apatia, la sua totale assenza di etica pubblica (l'elenco è infinito...) che nessuno di costoro è minimamente in grado di muovere un solo tassello del puzzle. Come muovi una carta, l'intero castello crolla. E soprattutto le carte più in alto non hanno alcuna intenzione di crollare.

Oggi come oggi non si intravede all'orizzonte una categoria di personalità pubbliche in grado di prendere la situazione italiana per le corna e rimetterla in cammino.

I professori hanno dimostrato di essere dei mediocri accademici e dei pessimi "operativi". E' facile fare i severi in un'aula universitaria e bocciare a destra e a manca. La realtà è una cosa molto, ma molto diversa dalle teorie degli accademici italiani (qualcuno ha mai fatto un concorso universitario? Lo sapete come si diventa professori universitari in Italy? in caso affermativo: di cosa stiamo parlando?). Comunque la storia li ha bocciati pesantemente.

Dietro gli accademici c'è il nulla. Non c'è veramente più nessuno. Solo delle pallide e scialbe ombre che ricordano il protagonista di una arcinota opera letteraria di Musil.

Siamo quindi messi veramente male.

Si va intanto a caccia di risorse solamente per tenere in vita questa stessa classe politica e la burocrazia che da essa dipende che continuano a non essere minimamente sfiorate da alcun tipo di sacrificio.  Perchè portare l'IVA dal 21 al 22%? Portiamola direttamente al 30 o al 40% per stimolare la gente a spendere. Facciamo prima no?

E poi come è possibile pensare di rinnovare, di innovare, di cambiare con una classe politica di vecchi e stravecchissimi? E' un controsenso anagrafico...

Si continua a non comprendere che l'intera base produttiva nazionale (sia di beni che di servizi) è antiquata e pensare di riformare un sistema produttivo ancora incentrato sulla produzione di carrozze, pietre focaie, bacinelle di lamiera smaltata, archibugi, catapulte è pura follia. E' necessario cambiare completamente rotta: e subito. Questa è l'unica via per ri-creare posti di lavoro, investendo in settori produttivi nuovi.

Ed invece, eccoli lì questi figuri che si tirano i capelli e si insultano sbandierando "responsabilità"che qualcuno si deve assumere: una vera panacea per gente che non sa e non è assolutamente in grado di provvedere a nulla, di rimediare ad alcunchè, di decidere sul niente.

Le stesse elezioni sarebbero la solita presa in giro: nulla cambierebbe. Lo sappiamo tutti.

Certo è che se le cose prendessero una piega più grottesca di quanto già non sia, bisognerebbe quantomeno qualificarsi come "dissidenti politici". Giusto per prendere definitivamente le distanze da questo schifo...

venerdì 2 agosto 2013

Voltare Pagina

Il recente pronunciamento della Corte di Cassazione mi fa pensare ad una sola cosa ovvero la necessità in Italia di cambiare finalmente passo e di voltare una volta per tutte pagina. Non mi interessa parlare di galera o meno: quello che vedo è un passato che non vuole cedere il passo al futuro.  E in Italia dobbiamo ritornare a parlare una buona volta di Futuro.

Eppure una fase di Dopoguerra ancora non si vede. L'intera società in Italia è ancora ingabbiata in logiche vecchie, del tutto inadeguate ad affrorntare una realtà che è completamente mutata. Ci troviamo di fronte ad un cambiamento economico e sociale strutturale di enormi proporzioni ed invece in Italia si continua a camminare su strade che non portano da nessuna parte, lungo dei binari morti.

Il problema è ora chiudere definitivamente con questo passato e con tutta questa umanità che gravita intorno a questo passato. 

Bisogna guardare avanti. Non si può pensare di continuare così: siamo già abbondantemente fuori dalla Storia.