venerdì 29 gennaio 2010

The President Obama's speech and the italian regional elections

I have seen on TV with great attention the President Obama's speech on the state of the union. I have appreciated above all his intention to focus greater attention on the issue "job" through more investments in infrastructures, green economy, SMEs and more support to the middle class.

The key-tools indicated by President Obama are thus as follows: financial reforms, innovation (above all in the energy sector), exports (to support 2ml new jobs), more investments in education and training.

With regards to the financial sectors President Obama suggested to use 30 bls dollars of the money Wall Street banks has repaid from the financial bailout packages and give it to community banks for small business loans.

He said that Banks can pay high bonus to their managers and so they can pay also a modest tax for the common good.

This specch can been seen here

Some one said that this is only rethorical stuff. Maybe it can be true. Yet this "rethorical" speech stimulated in me some reflections when making some comparison with the quality of italian politics.

While hundreds of italian workers see their job at risk, while hundreds of italian workers have already lost their job, while so many families and communites are struggling to defend their everyday life and budgets, italian politicians are interested only in the next regional elections. Power and occupation of any space of the italian public life is the only priority of italian politicians: jobs, health, environment, education are secondary issues completely excluded by the current political debate.

No one of the topics cited by President Obama have at present any consideration in Italy.

The absence of these issues in TV speeches as well as in political programmes clearly denounces how these topics are totaly far from the focus of the italian political debate. So I wonder if and how a similar political class can be somewhat useful and beneficial to the italian society as a whole when discussing only of political alleances, candidates and (never arriving) reforms. The present economic, social and ethic conditions of Italy clearly denounce this incapability to analize, deal with and solve also the most elementary problem and need.

We are entrapped in a dramatic political loop because italian society seems unable to let a new political generation to emerge.

So, just thinking about this human misery (and its huge costs for italian taxpayers), I believe that even a little bit of rethoric may be useful because it evidences that someone is still remembering us at least...

giovedì 28 gennaio 2010

Il discorso di Obama e le elezioni regionali...

Ho seguito con grande attenzione il discorso sullo stato dell'unione del Presidente Americano Barack Obama. Ho molto apprezzato soprattutto le sue parole sulla necessità di porre al centro di ogni priorità la difesa e la costruzione di nuovi posti di lavoro puntando sulla ristrutturazione ed efficienza delle infrastrutture, sull'economia verde, sulle piccole e medie imprese e sostegni alle classi medie.

Le chiavi di intervento che il Presidente Obama individua sono quindi: riforma finanziaria; innovazione, soprattutto nell'energia; più esportazioni (l'obiettivo è raddoppiarle in cinque anni così da sostenere 2 milioni di posti di lavoro); maggiori investimenti nell'educazione e nella formazione.

Per quanto concerne il settore finanziario il Presidente ha parlato di una «riforma seria» proponendo di utilizzare 30 miliardi di dollari dei fondi restituiti da Wall Street per aiutare le banche regionali a concedere credito alle piccole e medie imprese.

Ha anche affermato: «So che a Wall Street l'idea non piace, ma gli istituti che possono permettersi di distribuire di nuovo pesanti bonus, possono permettersi anche di pagare una modesta tassa. Non sono interessato a punire le banche ma a proteggere la nostra economia».

Il discorso può essere visualizzato qui

Qualcuno ha detto che tutto questo è pura retorica. Forse sarà anche vero. Però se penso alla qualità del dibattito politico italiano di questi giorni al confronto viene da piangere.

Mentre centinaia di lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro, mentre centinaia di precari vengono licenziati rimanendo privi di qualsiasi protezione sociale, mentre centinaia di migliaia di famiglie lottano per far quadrare i conti di casa, la politica italiana è esclusivamente impegnata nelle alleanze per queste "maledette" elezioni regionali. La spartizione del potere è la priorità assoluta della politica nazionale, mentre la sorte di interi settori della nostra società rappresenta una questione di secondaria importanza.

Le famiglie, le persone, le comunità, i lavoratori, l'ambiente, la scuola e la cultura devono tornare immediatamente al centro del dibattito politico come presupposto per l'adozione di interventi reali. A cosa serve un'intera classe politica che sa parlare solo di alleanze, di candidature e riforme (che non vengono adottate mai) e che non sa analizzare, affrontare e risolvere i gravissimi problemi di questo nostro sfortunatissimo Paese?

E allora, se penso a tutto questo squallore e questa miseria umana (e di quanto costi alle tasche dei contribuenti italiani), ben venga anche un pò di retorica purchè qualcuno si ricordi che anche queste emergenze serie esistono...

lunedì 25 gennaio 2010

H1N1: a big cheat

We all have quite soon understood that Swine Flu was a media bubble. In the same way we have understood that Big Pharma has relevant financial interests in speculating on this flu and the related panics.

Now it is confirmed that H1N1 is simply a big cheat: this cheat has been created by big Pharmaceutical companies with a huge support from many scientists, politicians and Ministries all around the world. Recently in Italy some media and press releases clearly evidenced the economic dimension of these "agreements".

Now the German Chairman of the Health Commission in the European Council is denouncing the dimensions of the "Swine Flu Affaire"

More details can be found here.

So, having connecting the H1N1 virus to the so-called "Swine Flu" has been a correct and precise definition: actually this virus is really connected to pigs, but the pigs really involved in the issue have just two legs and they do not live in a livestock farm.

La Grande Truffa dell'influenza H1N1

Che l'influenza H1N1 sia stata una grande bolla mediatica si era ampiamente capito. Allo stesso modo è stato chiaro sin da subito il grande interesse delle industrie farmaceutiche nello speculare su questa fantomatica pandemia.

Adesso viene confermato da fonti autorevoli che in realtà l'H1N1 è semplicemente una grande truffa a danno dei cittadini: oltretutto questa truffa orchestrata da Big Pharma ha avuto un discreto appoggio da parte di molti Governi compiacenti. Recentemente erano apparsi anche i "numeri" che evidenziavano il colossale giro di denaro che si nasconde dietro l'affaire "Influenza suina".

A lanciare la denuncia è Wolfgang Wodarg il presidente tedesco della commissione Sanità del Consiglio d'Europa.

Maggiori dettagli possono essere trovati in questo articolo di MicroMega.

A questo punto l'aver collegato il virus H1N1 all'influenza denominata "suina" è stata una cosa azzeccatissima: sicuramente i maiali c'entrano in questa vicenda, ma non hanno quattro zampe e non vengono cresciuti in mega-allevamenti.

lunedì 18 gennaio 2010

Haiti: welcome to Neverland

I've been highly impressed by the TV imagines from Haiti destroyed by the recent earthquake.

I've been highly impressed by the imagines of such a catatrophic event occuring in a country already devastated by the catastrophic results of poverty, social and economic degradation, systemic violence and corruption.

What is impressing me are the effects of a natural catastrophe added to social and economic catastrophes caused by greed and exploitation of entire communites.

Poverty and corruption make a natural catastrophe even more harder as well as the management of its effects and impacts. Those severe imbalances in international economic development produce their consequences even in these circumstances.

For this reason I suggest the reading of this interesting article (in italian): Haiti una catastrofe non solo naturale (Haiti: a not so natural catastrophe)

Finally we now remind the dramatic conditions of the people in Haiti just because a terrible earthquake makes impossible to turn our eyes elsewhere as we have done till now.

How many other Haitis are waiting for their earthquake to attract our attention?

Haiti: l'isola che non c'è (più)

C'è da rimanere attoniti di fronte alle immagini drammatiche che giungono da Haiti sconvolta dal terremoto.

C'è da rimanere attoniti di fronte alle immagini di una catastrofe che si verifica in una società già colpita dalle catastrofi causate dalla miseria, dallo sfruttamento, dalla violenza e dalla corruzione sistematica.

Quelle che vediamo sono le conseguenze delle catastrofi naturali che si innestano sulle catastrofi sociali ed economiche causate dall'avidità e dallo sfruttamento di intere comunità.

La povertà e la corruzione rendono una catastrofe naturale ancora più pesante, come molto più pesante è quello che accade dopo il passaggio di simili eventi. I gravi squilibri nello sviluppo economico internazionale fanno sentire i loro effetti anche in queste drammatiche circostanze.

A tale proposito segnalo questo interessante articolo: Haiti una catastrofe non solo naturale

Alla fine ci ricordiamo solo ora del dramma di Haiti perchè un terremoto rende impossibile rivolgere lo sguardo altrove come abbiamo fatto finora.

Quante altre Haiti attendono il loro terremoto per attirare la nostra attenzione?

giovedì 14 gennaio 2010

Defending the Italian Constitution

Recently on the website Phenomenology Lab a group of italian scientists, scholars and university professors has released an appeal to defend the Italian Constitution. Italian Constitution is in fact under a massive attention by some political parties directed to design and implement substantial modifications.

To this appeal a petition has been added which, at present, has involved a large number of voices from the italian academic and intellectual world.

In Italy often many "talk show " politicians scream about the urgent need to achieve substantial changes in Italian Costitution but they often have scarce or no law expetise and know-how: actually very often they have a very limited personal culture as many TV reports have frequently denounced in the past. So, leaving such a sensitive issue as the "Constitution Reforms" to these ignorant and unskilled people highlights per sè the dangerous situation we are living today in Italy.

This mobilisation thus denounces the great worry from many real "law experts": it means people who know our Constitution as focus of the entire democratic and political life in Italy rather than as management tool of the italian public life from some political parties and lobbies.

The document (in italian) can be found in this link.


L'appello degli studiosi in difesa della Costituzione Italiana

E' recentemente apparso su Phenomenology Lab un appello di docenti, ricercatori e studiosi in difesa della Costituzione italiana, recentemente oggetto di un'attenzione quasi morbosa da parte di alcune formazioni politiche, finalizzata ad una sua profonda modificazione.

A questo appello è unita una sottoscrizione che, al momento, ha interessato un gran numero di esponenti del mondo accademico nazionale e di intellettuali italiani.

Spesso in Italia molti politici da "talk show" che gridano sull'urgenza di cambiamenti sostanziali della nostra Costituzione hanno una scarsa o nulla competenza giuridica (spesso hanno anche una cultura generale estremamente misera come è stato spesso denunciato da svariate inchieste televisive). Lasciare quindi un tema tanto delicato come le riforme costituzionali in mano a gente tanto maldestra ed incompetente basta di per sè per capire la gravità della situazione.

Questa mobilitazione denuncia pertanto la grande preoccupazione di numerosi "addetti ai lavori" reali ovvero di coloro che conoscono la nostra Costituzione non in quanto strumento di gestione "partitica" degli affari pubblici, ma come asse portante dell'intera vita politica e democratica del nostro Paese.

Il documento è visibile in questo link.


lunedì 11 gennaio 2010

African War in Italy


The recent riots of immigrants from Africa in the town of Rosarno (Calabria region) have to be considered as the crash of the top of a critical iceberg within italian society. These facts highlight in particular the incapability (in political, economic, social, cultural and administrative terms) in many italian social sectors to manage and deal with immigration flows. Everyone is finally left alone to face this issue: small local administrations, families, communities, individuals, schools. Even if in Italy there is a huge amount of laws, norms and regulations, everyone is doing what he/she wants and what he/she can according to forms of extemporaneus improvisations: and improvisation and hurry often drive to unprepared and sudden reactions, wrong decisions and absurd declarations.

In Italy we are living with an incredible paradox: a lot of people hate immigrants (even when declaring the opposite), but at the end they are looking for immigrants because they can do the "dirty jobs": immigrants can be paid with very few money, they must work hard, they have no claims, they can be sacked easily.

It's a hard life for male immigrants but it's even harder for women.

Therefore, you can see hundreds of them at work in construction sites, in agriculture, nurses for old people, in the streets as prostitutes, as workers in small factories: where hard jobs, there are illegal immigrants.

More than 30% of workforce in Italian agriculture in provided by illegal immigrants : this condition is common everywhere in Italy and it is not a problem only of southern Italy. For many irregular immigrants (men and women) agriculture is the only job opportunity they may have. The widespread diffusion of moonlighting in Italy (in agriculture as well as in all economic sectors) is a sort of magnet for illegal immigrants. "Shadow Economy" is thus an economic and ethic failure.

Italy is considered by illegal immigrants only as the gate for Europe and a transitional step before achieving more interesting places in Northern Europe. This is a disincentive for many immigrants towards a regularization, integration and stabilization in Italy. Also according to this perspective, Italy is a failure.

These "arms" (with no name and face) are extremely useful during the day, but at the evening we pretend that they will vanish: these men and women are only a "crude matter" (with no soul and feelings) during the day, but in the night they must become "ghosts"...

La Guerra d' Africa


I recenti fatti di Rosarno sono l'esplosione di una punta di un iceberg enorme che si nasconde all'interno della società italiana. Denota in particolare l'incapacità di ampi settori della nostra società di gestire, in termini politici, economici, sociali, culturali e amministrativi, il fenomeno dell'immigrazione. Ciascuno è alla fine lasciato da solo a fare i conti con questa questione: i Comuni (soprattutto i piccoli Comuni), le famiglie, le comunità, le scuole... Al di là dei decreti, dei regolamenti, delle norme e dei divieti, alla fine tutti si arrangiano come possono: e quando ci si arrangia spesso si è impreparati, si reagisce "a caldo", si fanno le scelte sbagliate e si dicono cose assurde...

In Italia esiste un paradosso incredibile: tanti detestano gli immigrati (talvolta anche in modo tacito e subdolo), ma alla fine tutti li cercano per fargli fare i "lavoracci": possono essere pagati pochissimo, non possono protestare, devono lavorare tantissimo, non devono avere pretese, possono essere licenziati facilmente.

E' dura per gli uomini ed è durissima per le donne.

Eccoli allora a migliaia nei cantieri edili, nei campi, a fare le badanti, a fare le prostitute, nei distributori di benzina, nelle piccolissime fabbriche; dove c'è da schiattare, là ci sono lavoratori immigrati.

Più del 30% degli lavoro agricolo in tutta Italia è svolto da immigrati irregolari: quindi non è solo un problema del Sud. Per tantissimi uomini e donne irregolari, il lavoro nelle campagne italiane è alla fine l'unico possibile: anzi il fatto che in Italia sia tanto diffuso il lavoro nero (non solo in agricoltura, ma in tutti i settori produttivi) funziona alla fine come calamita per tanti irregolari. L'economia sommersa è quindi un "fallimento" etico.

Il fatto poi che l'Italia rappresenti solo l'ingresso in Europa e una sede di passaggio verso destinazioni più allettanti (Nord-Europa) fa in modo che questi irregolari non abbiano alcun interesse a regolarizzarsi, integrarsi e a stabilizzarsi. Anche sotto questo profilo, l'Italia fallisce...

Fanno tanto comodo queste braccia senza volto e senza nome, ma, quando cala la sera pretendiamo che debbano sparire: questa umanità è solo "materia" di giorno (senza un'anima e senza coscienza), ma di notte deve diventare un "fantasma"...

giovedì 7 gennaio 2010

Polemics between evolutionists and anti-evolutionists at the National Research Council of Italy

With regards to the polemics in the italian scientific community about the publication of the book titled “Evolutionism: the dawn of a hypothesis” edited by prof. de Mattei, vice-president of the National Research Council of Italy (CNR), the CNR President prof. Maiani has recently released a press note providing some clarifications.

The issue provoked some contrasts between evolutionists and anti-evolutionists creating also some doubts about the opportunity for the CNR vice president, the biggest public research institution in Italy, to express such anti-Darwin positions.

These clarifications can be found here.

Evoluzionismo ed Anti-Evoluzionismo al CNR: qualche precisazione

In merito alle forti polemiche suscitate nella comunità scientifica dalla pubblicazione del volume “Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi” a cura del Prof. Roberto de Mattei, Vice Presidente del CNR, il Presidente del CNR Prof. Maiani ha inteso fornire alcune precisazioni.

La questione infatti aveva provocato un certo contrasto fra evoluzionisti ed anti-evoluzionisti creando inoltre forti perplessità circa l'opportunità di una presa di posizione anti-Darwin da parte del Vice-Presidente del più grande Ente di Ricerca italiano.

Le precisazioni del Presidente del CNR possono essere visualizzate qui.