giovedì 30 ottobre 2008

Reforming Education System and the Small Rural Villages


In these days italian government is engaged in reforming national school and education system. Many protests exploded in the main cities' streets but what is the opinion of rural communities about that?. According to Coldiretti (Farmer's Association) in Piemonte Region many problems will arise from this reform for rural villages in the mountains due to the reduction in the schools' number. Isolation, loss of population, lack of adequate infrastructures make already difficult the school and education activities in many rural villages in the mountains. In many contexts, a school represents the materialization of many social rights (learning, social cohesion, etc.) in realities which normally show evident threats of marginalization and exclusion. The recent governmental decree may provoke serious damages in the entire education system in the mountains: cutting resources for schools means putting at risk one of the main service which the presence of many families, who already suffer a lack of other services, in such rural areas depends on. European Union has emphasised the importance to increase social competitiveness of rural areas investing significant resources but this decree in going toward the opposite direction. Such reductions thus imply a severe decrease in the quality of life for many small rural communities, making difficult the presence of rural families in their territories and the survival and development of economic activities. These adverse conditions are affecting both rural villages in the Alps and in the Appennines together with a large number of small rural villages (considered marginal areas) in hilly territories. Closing local schools, many students will be forced to attend the lessons in more and more distant schools... What do rural communties think about that?


Tagli alle Scuole ed i Piccoli Borghi Rurali


Riporto il seguente comunicato

Coldiretti torino esprime preoccupazione per le conseguenze che potrebbero avere sui territori di montagna i piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche previsti dall'articolo 3 del decreto legge 154 in materia di sanita' e finanza locale. Spiega Riccardo Chiabrando, presidente dell'organizzazione torinese: "isolamento, spopolamento, infrastrutture inadeguate rendono difficile gia' oggi l'istruzione nei contesti sociali degli oltre quattromila piccoli comuni montani e nelle decine di piccoli centri abbarbicati sulle alpi piemontesi. Come ripetutamente denunciato dall'uncem - unione nazionale comuni comunita' enti montani - la scuola rappresenta la garanzia del diritto all'istruzione e il principale presidio per assicurare la coesione sociale nei territori marginali che notoriamente presentano evidenti minacce di esclusione. Siamo ovviamente preoccupati per le annunciate conseguenze di questo provvedimento che rischia di scardinare l'intero sistema scolastico montano, in Italia come in Piemonte. Un taglio alle risorse delle scuole di montagna significa mettere in seria difficolta' uno dei servizi principali ai quali e' legata la permanenza delle famiglie in tali aree, gia' caratterizzate da una carente dotazione ed erogazione di questi ultimi. L'unione europea nel terzo asse del PSR ha inteso agire un'azione volta all'aumento della competitivita' sociale dei territori montani, investendo risorse significative: i provvedimenti previsti dal ddl 112 di anticipazione delle misure finanziarie 2009 vanno in direzione opposta", conclude Chiabrando. Secondo il direttore dell'organizzazione Emilio Fugazzi, "la minacciata riduzione dei plessi scolastici in montagna e' una contraddizione rispetto alle politiche dell'unione europea. ad esempio, il terzo asse del programma di sviluppo rurale 'qualita' della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale', con la misura 321 'servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale', intende aumentare l'attrattivita' di tali zone. La misura 322 'sviluppo e rinnovamento dei villaggi' promuove il miglioramento della qualita' della vita nelle borgate del territorio montano piemontese, favorendo la possibilita' di permanenza della popolazione locale e incentivando l'insediamento di nuove imprenditorialita' e nuclei familiari. Altro obiettivo e' la rivitalizzazione dei borghi montani piemontesi attraverso la realizzazione di interventi integrati miranti al sostegno delle attivita' - produttive, culturali, ambientali, di servizio - esercitate nell'ambito delle borgate oggetto di intervento, nonche' al recupero architettonico e funzionale delle strutture e delle infrastrutture singole e collettive presenti nelle stesse".
(fonte Agrapress)

Queste considerazioni appaiono valide anche per altre realtà montane sia delle Alpi che dell'Appennino, senza dimenticare la realtà di tanti piccoli centri rurali che rischiano di perdere le loro scuole costringendo i bambini ed i ragazzi a frequentare scuole sempre più lontane dalle loro case. Mi chiedo che ne pensa chi vive in un piccolo borgo di campagna di tutto questo?


martedì 28 ottobre 2008

Again about the emergency in the Italian Scientific Research

I enclose the following articles from the USI Rdb Ricerca Newsletter

  • Universities and Research are not for sale
After having wasted during the last years a huge public real estate fortune, making richer and richer the "friends of...", now it is the turn of other State "pieces": university, research, health system it means critical structures of our community. The reasons at the base of such a foolish governmental policy are weak and confused based on non existent budget needs. The real goal is in the link between politics and management: the italian industry association, which has never been so powerful, is among the main supporter of this operation which should have the merit to save public money to be immediately directed to recover the dramatic losses of banks and firms involved in the recent financial crisis. Thus citizens, in addition to the damage caused by the further demolition of primary public goods, have to bear the duty to help subjects who have always criticized the need of an increased State presence in vital social sectors. Now the hope is to see a positive concretization of the extraordinary mobilization which is taking place in Italy above all thanks to students who seem not yet hypnotized by italian mass media always controlled by political power. And maybe, not coincidentally, students in the streets have screamed "University, Health and Reserach are not for sale!".
(Rocco Tritto)

  • Bologna: in the streets 1800 faces of temporary workers making research alive
After the meeting in Bologna in the Research Area held last oct. 3rd, many initiatives have been decided. Many of them have been proposed by young temporary workers who, with the recent governmental decrees, are risking to lose their jobs next june. From this meeting all the personnel (permanent and temporary) mobilized thorugh for example a permanent assembly and tables within the Research Area in Bologna, press communiques, open lessons in the streets and debates to denounce the situation in which italian research has been thrown after the governmental decrees. Italian Research has been killed in the space of a season and, exploiting summertime, italian government launched decrees capable to adversely change the Research and National future. These decrees imply, among others, a severe reduction in the human resources' number thus clearly showing the italian government goal directed to dis-invest in young researchers and in the future of Italy. A young temporary researcher has launched the project "The treaded research" which has in program to completely cover the main square in Bologna with the images of 1800 research (temporary and permanent) workers. You can contribute and obtain more info at: www.laricercacalpestata.it.
(Biancamaria Gentili)

  • An email to the Ministry of Public Administration and Innovation
The temporary workers in the research institutes are protesting to defend public research and their jobs which the present government are putting in danger. You can send an email to the Ministry of Public Administration and Innovation (r.brunetta@governo.it) with the following message: “I defend public research: hiring workers for research is an investment for the Nation and for the community's wealth".

Ancora sull'emergenza ricerca

Pubblico di seguito alcuni commenti ed iniziative tratti dal notiziario USI Rdb Ricerca

  • Università e ricerca non sono in vendita

Dopo aver dilapidato, negli anni passati, un immenso patrimonio immobiliare pubblico, facendo arricchire a dismisura i noti “furbetti del quartierino”, ora sembra essere il turno di altri «pezzi» dello Stato: università, ricerca, sanità, vale a dire le strutture portanti della nostra comunità. Le motivazioni a base della scellerata politica governativa sono fragili e confuse e fanno leva su inesistenti esigenze di bilancio. In realtà, il disegno è politico imprenditoriale, tant’è che la Confindustria, mai tanto potente come in questo periodo, è tra i maggiori sponsor dell’operazione che avrebbe il “pregio” di far entrare danari nella casse dello Stato, ma per pochi attimi, giacché verrebbero immediatamente dirottati per ripianare le ingenti perdite riportate da banche e imprese implicate fino al collo in operazioni borsistiche senza rete. Al povero cittadino-lavoratore- contribuente, dunque, oltre al danno causato dall’ennesimo spoglio di beni pubblici di primaria importanza, la beffa di essere chiamati a soccorrere soggetti che hanno sempre disprezzato quanti “osano” invocare una maggiore presenza dello Stato nei settori vitali della comunità. La speranza è ora quella di vedere coronata da successo la straordinaria mobilitazione che si sta registrando nel paese soprattutto ad opera degli studenti, che sembrano tra i pochi a non essersi lasciati narcotizzare dall’etere che quotidianamente viene sprigionato dai mass media asserviti al potere politico. E non è un caso che proprio dagli studenti si è levato forte il grido di: “Università, sanità e ricerca non sono in vendita”.

(Rocco Tritto)

  • Bologna, in piazza 1800 volti di precari che vivono e fanno vivere la ricerca

Numerose sono le iniziative scaturite dall'Assemblea dei lavoratori dell'Area della Ricerca di Bologna, tenutasi il 3 ottobre. Molte le proposte avanzate dalla platea dei giovani precari che con gli ultimi provvedimenti governativi rischiano di trovarsi in mezzo a una strada il prossimo giugno. E da quell'assemblea è partita una mobilitazione tra tutto il personale, precario e non, con uno slancio partecipativo che non si vedeva da tempo. Lo stato di assemblea permanente è una di queste proposte divenute realtà assieme a presidi stabili nell'atrio della cittadella scientifica bolognese; comunicati stampa; magliette; opening di eventi scientifici approntati per denunciare la situazione nella quale si ritrova la Ricerca italiana dopo i recenti provvedimenti legislativi. La Ricerca scientifica, un settore di vitale importanza per la competitività e il progresso di un Paese, é stata irrimediabilmente affossata, nel giro di un'estate. E' approfittando della pausa estiva che il Governo, ricorrendo allo strumento del decreto legge, ha varato provvedimenti con i quali vorrebbe cambiare, in peggio, il futuro della Ricerca e quello del nostro Paese. Con il decreto Brunetta, per i lavoratori degli Enti di Ricerca oltre a decurtazioni sostanziali per chi avrà la sfortuna di ammalarsi, c'è la riduzione progressiva della pianta organica del personale e il limite temporale di tre anni al ricorso a lavoratori precari, indipendentemente dalla forma di contratto e dalla provenienza dei fondi utilizzati. A peggiorare la situazione si è aggiunto, poi, il famigerato emendamento che prevede la cancellazione del processo di stabilizzazione. L'obiettivo di non investire sui giovani e sul futuro del Paese é più che palese. In meno di un mese, però, la protesta partita da chi la Ricerca la vive e la fa quotidianamente, è arrivata a destinazione. "La ricerca calpestata" è il nome del progetto proposto da una giovane precaria nel corso della affollata assemblea bolognese che prevede di ricoprire la piazza centrale di Bologna, Piazza Maggiore, con le facce di 1800 lavoratori della Ricerca, precari e non. Un progetto simbolico importante e ambizioso alla cui realizzazione molti hanno già aderito. Ognuno con la propria faccia e con un piccolo contributo può aiutare a far conoscere la situazione di sofferenza della Ricerca. Con presidi e materiali divulgativi la piazza sarà per un giorno dedicata alla giovane e precaria anima scientifica del nostro paese, quella sopravissuta. Per non fare morire la Ricerca e per saperne di più www.laricercacalpestata.it.

(Biancamaria Gentili)

  • Una email per Brunetta

I lavoratori precari degli enti di ricerca sono in stato di agitazione per difendere la ricerca pubblica e il loro posto di lavoro, che la politica del governo Berlusconi e del ministro della pubblica amministrazione e l’innovazione, Brunetta, mettono in pericolo.

Invia una mail all’indirizzo r.brunetta@governo.it per dire: “Io difendo la ricerca pubblica; assumere i precari della ricerca è un investimento per il Paese e per il bene della comunità”


lunedì 27 ottobre 2008

Local Politics and Environment: bad and good examples


Following the events and initiatives of some local political representatives against the "Riserva Naturale della Selva del Lamone" (Natural Wildlife Reserve of the Lamone Forest) in the Province of Viterbo (central Italy) a meeting of the Provincial Committee and the Local Environmental Association has been held with the aim to organize and promote a number of initiatives to support the wildlife areas' system, protection measures and sustainable development. During the last weeks, after continuing and insisting pressures and pushes from some hunters and also on the base of an instrumental and wrong interpretation on the data about the presence and damages made by wild boars, the local administration decided to approve a motion asking for a reduction of the Wildlife Reserve (!), a foolish decision criticized by some other local politicians and, even if lately, by the local mayor. It seems rather obvious that, on the contrary, the role of the Wildlife Natural Area has to be absolutely supported. Local associations are organizing many initiatives including roundtables, meetings and seminars together with the suggestion to improve the local waste management system.


The natural monument "Valle Oscura" (Dark Valley) is a 125 hectares area in Soriano nel Cimino (a rural village in the province of Viterbo-central Italy). This area is characterized by a great oak forest and many other expressions of plant life and animal species and a complex system of streams. This area includes also a relevant historical and archaelogical heritage (prehistorical, etruscan, roman and medieval): to defend such a peculiar territory local associations have involved local communities and prepared a proposal for the creation of a Wildlife Natural Area. This proposal will be presented on november the 8th in Soriano del Cimino.
(well done!)



Politica Locale ed Ambiente: cattivi e buoni esempi


Pubblico i seguenti comunicati.

A seguito degli eventi e delle iniziative di alcuni esponenti politici locali contro la Riserva Naturale della Selva del Lamone (provincia di Viterbo), si è tenuto un incontro tra il Coordinamento Provinciale e il circolo La Spinosa di Farnese, con l'obiettivo di concordare e promuovere una serie di iniziative a sostegno del sistema delle aree protette e per il rilancio delle politiche di tutela e sviluppo sostenibile.Nelle scorse settimane infatti, in conseguenza di una pressante richiesta da parte di alcuni gruppi di cacciatori ed anche a seguito di una errata e strumentale interpretazione dei dati sulla presenza e sui danni provocati dai cinghiali nella zona, il Consiglio comunale è arrivato a deliberare la richiesta di una riduzione della Riserva Naturale: un provvedimento grave e insensato, dal quale hanno preso le distanze anche alcuni esponenti della maggioranza e, tardivamente, anche lo stesso sindaco.Peraltro appare evidente come il ruolo dell'area protetta vada sostenuto. A tal fine è stata predisposto un programma di iniziative, compreso un significativo intervento a favore della raccolta differenziata posta a porta e un convegno provinciale/regionale sul ruolo dei tecnici e dei guardiaparco nella promozione del territorio.



Il monumento naturale "Valle Oscura" interessa un'area di 125 ha nel comune di Soriano nel Cimino (prov. di Viterbo). E' una zona ricoperta da una cerreta con un sottobosco ricco di specie vegetali, ed è attraversata da un sistema di fossi che ospitano una popolazione di gamberi autoctoni (Austropotamobius italicus). Il bosco stesso è popolato da martore, faine, volpi e istrici (solo per citare i mammiferi più comuni), nonché da rapaci, picchi e passeriformi stanziali e migratori. Per tutelare quest'area così pregevole da un punto di vista naturalistico e costellata da un gran numero di vestigia preistoriche, etrusche, romane e medioevali (tra cui spicca la torre di S. Maria di Lucus) ARS\NATURAE, G.A.I., il circolo ARCI di S. Eutizio e Legambiente Provinciale hanno raccolto firme e preparato la proposta di istituzione di un'area protetta che verrà presentata a Soriano il prossimo 8 novembre alle ore 10.00 presso la vecchia sede del Comune, in via della Rocca.

venerdì 24 ottobre 2008

No Coke Mobilization

(I here enclose the following press-note)

Also this year Legambiente (Italian environmental association) is going back to Civitavecchia (the main port of our area very close to important agricultural territories) to remark its opposition to coke.

In a dramatic period of economic and financial crisis italian government is trying to stop UE environmental programmes. Insisting with fossil fuels, also proposing coke and adding to this also nuclear energy mean a return to the past and evidence the incapability to manage the present energy, environment and financial emergency. Sustainable energies and energy efficiency represent the real economy of the energy system. Investments in energy efficiency and sustainable resources are secure and safe factors for our country, its growth and job creation.

Once again we will be back saturday oct. 25th to Civitavecchia to bring our message against the coke plant: we will hold a press conference and our "penguins to stop the fever" will go to the city centre.

www.legambiente.lazio.it

Mobilitazione No Coke

(pubblico il seguente comunicato)

Anche quest'anno Legambiente torna a Civitavecchia per sottolineare la contrarietà al carbone.

Come sempre il movimento no coke Alto Lazio sarà sul molo ad aspettarli.

Sabato mattina a Civitavecchia!!!!

In un drammatico periodo di crisi economica e finanziaria come quella di questi giorni il governo italiano ha tentato di far deragliare l’azione UE sul clima venendo per ora bloccato. Perseverare nei combustibili fossili, addirittura rilanciando il carbone, ed aggiungere al mix l’energia nucleare, è un ritorno al passato, e segnala l’incapacità di gestire l’emergenza energetica, ambientale e finanziaria di oggi. Le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tanto più, costituiscono l’economia reale del sistema energetico. Gli investimenti nel risparmio energetico e fonti rinnovabili sono risorse sicure per il paese, per la sua crescita, per la bilancia dei pagamenti per la promozione dell’occupazione.

In occasione del passaggio della Campagna Regionale Goletta Verde del Lazio, ancora una volta torniamo a Civitavecchia per portare il nostro messaggio contro la centrale al carbone. L’appuntamento è per sabato 25 Ottobre alle ore 11:00 presso la terrazza sovrastante il Porto di Civitavecchia dove si terrà una conferenza stampa e da dove i nostri “pinguini di stop the fever” e partiranno per il centro della città e il lungomare per distribuire volantini con i nostri messaggi.

Per maggiori informazioni contattare Roberto Scacchi o Paola Vignale presso la nostra sede. Vi aspettiamo numerosi!

Legambiente Lazio ONLUS - Viale Regina Margherita 157 - 00198 Roma - Tel: 06/85358051-06/85358077 Fax: 06/85355495

www.legambiente.lazio.it

giovedì 23 ottobre 2008

Italian schools, universities and research centres under siege...

In these recent days Italian schools, universities and the whole research system are under a general turmoil for the remarkable reduction in financial resources the present government is about to implement towards this sensitive sector for our society as a whole and for the consistent cuts in human resources, above all a high number of temporary workers (teachers, research assistants, lecturers, support staff, etc.). It seems that the rescue program for financial institutions will be paid by university, research and education.

Last week, I have got the occasion to discuss this issue (see "Rescuing Italian Scientific Research") and for this reason I didn't want to write something about these topics again. Yet yesterday, watching TV I have noticed some statements of the italian prime minister and I have to say that I remained rather shocked and impressed. Those menacing tones against students and the school and univeristies' personnel (who are presently occupying many italian universities and are organizing protests in many italian cities often with clashes with police), and against the present journalists accused to diffuse false news, were extremely annoying essentially for the uselessness of such a behaviour which surely doesn't contribute to reduce tension. Instead of finding a dialogue ad opening a discussion to understand the reasons of such tension, the premier opts for "precise instructions" to the Interior Minister (treated as he was his personal employee...) to impose law and order: he recalls the term "laws" to his liking when in so many times he violated the law for frauds and corruption. It is extremely difficult to receive such lessons from similar persons...

Watching TV, I have also remembered the different style he recently used during his speech at the conference of the Italian Industrial Association where he used complicity tones and winks: "only we entrepreneurs really know what work really means!"

Putting these two events in direct relation, it is quite clear that this government is trying to satisfy its electoral base in any way (surely not composed of school and unversity temporary workers). Secondly these individuals cannot accept the idea that someone can refuse the model they are trying to impose to the whole italian society based on the relations between a "director general" and his employees.

Unfortunately for them, schools and universities will keep on contributing to build, even with scarce resources, a free and independent thought as clearly showed by the present protests...

Scuola, università, ricerca sotto assedio...

In questi ultimi giorni la scuola, le università e l'intero sistema della ricerca scientifica nazionale sono in uno stato di generale agitazione a seguito della riduzione sostanziale delle risorse finanziarie che il governo intende destinare a questo settore critico della nostra società e per i notevoli tagli nella dotazione delle relative risorse umane che, come al solito, investono un numero impressionante di precari. Sembra quasi che il salvataggio del sistema finanziario debba essere pagato da questi settori.

Ho avuto già modo di scrivere tempo fa su questa questione (cfr il post "Salviamo la ricerca scientifica italiana") e devo dire che non avevo intenzione di scrivere di nuovo su questo argomento. Ieri però ho visto in TV alcuni brani della conferenza stampa del premier e devo dire che sono rimasto molto perplesso ed impressionato. I toni minacciosi rivolti agli studenti ed al personale della scuola e della ricerca, nonchè ai giornalisti presenti, mi hanno dato veramente fastidio fondamentalmente per l'inutilità di un simile atteggiamento che non contribuisce di certo a smorzare i toni. Invece di ricercare un dialogo ed aprire una discussione per capire finalmente le ragioni di tanto sedimentato malessere, si opta per istruzioni precise da dare al ministro dell'interno (come se fosse un suo dipendente...) per mettere tutto a tacere e riportare l'ordine e la legalità: da che pulpito viene la predica! Ci si ricorda dello Stato a proprio piacimento, quando ci si fa beffe in ogni occasione della legge e della stessa costituzione. Difficile francamente accettare lezioni di diritto da certi personaggi... La minaccia poi di dover sopportare questo stato di cose per almeno altri quattro anni e mezzo aveva proprio dell'angosciante.

Mi viene poi da pensare al diverso stile che recentemente il premier aveva usato presenziando al consesso di Confindustria dove invece erano stati usati toni di complicità e strizzatine continue di occhi: "se non ci fossimo noi che ci alziamo presto e che sappiamo per davvero che vuole dire lavorare!". Se si mettono in relazione le due cose si comprende bene come questo governo stia cercando in tutti i modi di accontentare la propria base elettorale di riferimento che non è sicuramente costituita dal precariato della scuola. In secondo luogo a questi signori fondamentalmente non va giù che ci sia qualcuno che non accetta e tollera passivamente il modello che si sta cercando di imporre: non tanto quello fra "dittatore" e "suddito" quanto fra "direttore generale" e "dipendente". Purtoppo per loro la scuola e l'università continueranno a sfornare, nei limiti delle loro ormai scarse possibilità, pensiero "indipendente", come del resto dimostrano le contestazioni di questi giorni...

mercoledì 22 ottobre 2008

Roberto Saviano's Struggle is our Struggle

The Italian writer Roberto Saviano has received death threats from Camorra (Naple's Mafia) because he has denounced its logics, aberrations, values' subversion, cynism, criminal ugliness and violence. With his book "Gomorrah", Mr Saviano had the courage to uncover a world which all are immersed in and about which we also feel ashamed to talk of. For this action Mr Saviano was forced to renounce to his personal freedom risking everyday to be killed for his free thought.

Surely who lives in a small rural village or in any civil country will consider all this as a remote and unintellegible event: nonetheless all free men and women are called to send a signal to defend a free man and the everyone's freedom against the strategy of "silence" which makes us "slaves".

The Italian newspaper "la Repubblica", where Mr Saviano currently writes, is collecting solidarity signs for Roberto Saviano. Give your sign at the following link:


http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/saviano2/index.html

La Battaglia di Roberto Saviano è la nostra Battaglia

Lo scrittore Roberto Saviano ha ricevuto minacce di morte dalla camorra, per averne denunciato le logiche, le aberrazioni, la sovversione e rovesciamento dei valori, il cinismo, la criminale bruttezza e violenza. Con il suo libro "Gomorra", Saviano ha avuto il coraggio di togliere definitivamente il coperchio su un mondo in cui siamo tutti immersi e di cui ci vergognamo anche di parlare con la necessaria onestà. Per questo suo atto di denuncia Saviano ha rinunciato alla sua libertà personale e rischia ogni giorno di pagare con la vita il prezzo della sua libertà critica di pensiero.
Sicuramente per chi vive in un piccolo paese di campagna o in un qualsiasi Paese civile tutto questo potrà apparire come un fatto remoto ed incomprensibile: tuttavia tutti gli uomini liberi sono chiamati a dare un segno per difendere un uomo libero e la libertà di tutto contro la strategia del "silenzio" che ci vuole tutti "schiavi".

Il quotidiano "la Repubblica", presso cui lo scrittore collabora, sta raccogliendo firme di solidarietà per Roberto Saviano. Firma anche tu al seguente link:

http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/saviano2/index.html


martedì 21 ottobre 2008

Defending Firms or Defending Environment?

This question clearly expresses the way through which the present Italian government is carrying on its personal struggle (together with consistent sectors of the Italian Industry Association) in order to obtain dispensations from EU about the Kyoto pollution limits. On the base of this false blackmail, it is clear enough by now that this administration is trying to support its electoral base (big industries and big corporations) at any cost. It is a particularly shameful thing that this goal is presently achieved even encouraging fiscal evasion: but supporting certain economic interests even destroying our future is a real foolish idea. The incapability to implement development models adequate for XXI century clearly demonstrates how these politicians, apparently engaged in new techologies (above all in communication and TV!), are on the contrary linked to development models typical of XVIII and XIX centuries made of gears, smoking chimneys and looms. Instead of thinking in terms of innovation, in Italy these individuals are still blocked at the idea of "cutting costs" of any kind. It is necesary that italian firms, with their associations, and the government begin to think over forms of innovative competition which can be based also on environment protection instead of trying to find any possible short-cut to reduce production costs.

Those present cuts to research and education can be included within this obtuse strategy for which at the end, being unable to generate innovation, we are forced pollute if we want that our productive system can be alive!

The axiom "profit and growth at any cost" is no longer sustainable. It is not possible to find any pretext, the last one linked to the present financial crisis, to elude the dramatic problem of pollution whose costs are regularly shifted to the next generations and to developing countries.

These facts highlight therefore the myopia of larger parts of our productive and political system. We should rather support those development forms capable to generate incomes instead of profits in an environmental, economical and social sustainable way. This is not an environmental but rather an ethic issue, it is not a productive issue but a central theme of economic democracy.

Polluting firms must be penalized (thanks to real controls and heavy sanctions which at present completely lack) and provide a real support to innovative firms (instead of financing "friends", mafia and political supporters) above all young entrepreneurs more sensitive to innovation. In Italy we urgently need a National Plan for Energy adequate not only to energy needs but also to environmental needs.

We all are called to give our contribution thorugh our everyday choices, lifestyles and also renouncing to some no-use options: do not wait for the politicians' interventions because, as these facts clearly show, in Italy today (both right and left wing) we have a political class (which we have choosen democratically) rather incompetent...

Difendere le imprese o difendere l'ambiente?

Questa domanda esprime il modo in cui l'attuale governo italiano sta portando avanti la sua personale battaglia (insieme a consistenti settori di confindustria) per ottenere deroghe da parte UE sui limiti imposti dal protocollo di Kyoto. Sulla base di questo falso ricatto, ormai è ben chiaro che questo governo sta fecendo di tutto per sostenere la sua base elettorale ovvero i grandi interessi industriali ed in generale il lavoro autonomo. Che ciò si realizzi anche a costo di incentivare il più possibile l'evasione fiscale è già di per sè un fatto grave. Che poi ciò si persegua a danno del futuro di tutti è proprio pura follia. L'incapacità di concepire poi modelli di sviluppo adeguati al XXI secolo fa ben comprendere come questa classe politica, apparentemente in prima linea per le nuove tecnologie (guarda caso solo quelle delle telecomunicazioni), in realtà sia legata a dei principi di sviluppo del XVIII secolo ovvero ingranaggi, ciminiere fumanti e telai. Invece di ragionare in termini di innovazione, ancora vengono fuori gli effetti devastanti della strategia del "taglio dei costi" a qualsiasi essi siano. Bisogna che le imprese italiane, con Confindustria ed il Governo in testa, comincino a ragionare su forme di competitività innovative che si possano fondare anche sul rispetto dell'ambiente, piuttosto che cercare ogni possibile scappatoia per ridurre i costi produttivi, i primi dei quali sono sempre - guarda caso - quelli legati al rispetto dell'ambiente.

I tagli alla ricerca ed alla formazione rientrano in questa strategia ottusa per cui alla fine, visto che non disponiamo di innovazione, possiamo solo inqunare per far stare a galla il nostro sistema produttivo.

L'assioma "profitto e crescita a tutti i costi" non è più tollerabile e praticabile. Non si può accampare ogni scusa, l'ultima delle quali quella della crisi finanziaria, per eludere questo drammatico problema il cui conto viene sempre scaricato sul futuro. Tutta questa vicenda denuncia pertanto la miopia di gran parte del nostro sistema imprenditoriale e di quello politico. Bisogna invece percorrere con decisione la strada di uno sviluppo che produca reddito (e non profitto) in modo ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibile. Ormai non è più una questione "ambientale", ma "etica", non è più una questione produttiva, ma di democrazia economica.

Bisogna penalizzare pesantemente le imprese che inquinano (anche grazie a controlli reali e sanzioni certe e pesanti) e dare un vero sostegno, e non i soliti finanziamenti a pioggia agli "amici", alle imprese innovative e virtuose soprattutto quelle dei giovani che sono più sensibili all'innovazione. Abbiamo urgentemente biosgno poi di un piano energetico nazionale adeguato non solo ai bisogni di energia ma anche ai bisogni ambientali.

Tutti noi siamo chiamati a dare il nostro (apparentemente insignificante) contributo con le nostre scelte quotidiane ed i nostri stili di vita e magari facendo qualche rinuncia: non aspettiamo che siano i politici a fare qualcosa per noi perchè, come è del resto sotto gli occhi di tutti, in Italia oggi (nè a destra nè a sinistra) disponiamo di una classe politica (che abbiamo democraticamente scelto noi) all'altezza della situazione...

venerdì 17 ottobre 2008

"Right to Food": famine is not in Nature

This initiative will be held in the town of Viterbo with the following programme:

  • Oct 18th 2008 at 9.00 a.m. equal and solidalirity breakfast
  • Oct 19th 2008 at 22.00 Film "The Price of Sugar" (USA 2007)
After the film, examples and samples of fair, equal and solidarity trade.

These two event will be the occasion to discuss about biodiversity, food secutirty, agrofoddo productions and food crises. These issues are also the focal points of a sensibilization campaign supported by different association in Italy during October.

INFO:

Lorena Balducci tel.0761.321860 3939096292

Delizia Del Bello tel.3281551519

"Diritto al cibo" - la fame non è nella natura

Questa iniziativa si terrà a Viterbo con il seguente programma:

Sabato 18 ottobre 2008 - ore 9.00 - Viterbo

- Colazione equa e solidale - GELART, Piazza delle Erbe

- Immagini dal Sud del Mondo - Domenica 19 ottobre 2008 - ore 22.00

Viterbo - CINEMA TRIESTE - proiezione del film: "The Price of Sugar" USA (2007) di Bill Haney, voce narrante di Paul Newman.


Nella Repubblica Dominicana i turisti si accalcano su spiagge immacolate senza immaginare che, a poche miglia di distanza, migliaia di Haitiani espropriati delle loro terre, scortati da guardie armate, stanno raccogliendo la canna da zucchero, molta della quale finisce nelle cucine americane. Lavorano con orari disumani e spesso senza una sistemazione decente, né acqua potabile, o elettricità, tanto meno senza assistenza sanitaria. La voce di Paul Newman racconta in The price of sugar il difficile lavoro di Padre Christopher Hartley, un carismatico prete spagnolo, per la difesa dei diritti fondamentali di alcune delle persone più povere dellemisfero. Qual è il costo umano dietro ai prodotti che consumiamo?

Due eventi per discutere di biodiversità, sicurezza alimentare, filiere agro-alimentari e crisi del cibo. Sono queste le tematiche al centro della nuova campagna di sensibilizzazione, informazione e mobilitazione che Altromercato lancerà a ottobre in tutta Italia in occasione della giornata mondiale dell'alimentazione.


La proiezione del film "The Price of Sugar" sarà seguita da "assaggi" del commercio equo e solidale.


Anteprima della Rassegna Cinematografica Immagini dal Sud del Mondo alla XIV edizione, il film The Price of Sugar apre il tour in Italia del progetto Ri-distribuzione - Milano Film Festival 2008.

In collaborazione con ARCI VITERBO Estasiarci_post

Ingresso gratuito

INFO:

Lorena Balducci tel.0761.321860 3939096292

Delizia Del Bello tel.3281551519


Anti-Mafia Caravan 2008

On October 18th 2008 an event will be held in Viterbo within the initiative "Anti-Mafia Caravan 2008" a travel for rights, democracy and social justice. This is the main national initiative organized by the associations Libera, Arci and Avviso Pubblico on legality and fight against mafia. This event in Viterbo has the following programme:

- 9.30 "Free Land": meeting with secondary school students and Davide Pati (Association "Libera Terra" for the land confiscated to Mafia)
- 16.30 "Free Discussion" meeting with Gabriella Stramaccioni (Association "Libera") and Salvatore Vecchio (mafia's victim)
- 21.30 Arci Association "Officina Belushi": "Free Expression" art performance about the freedom of expression

Carovana Antimafia 2008

Il 18 ottobre 2008 si terrà a Viterbo una giornata all’interno dell’iniziativa “Carovana Antimafia 2008” in viaggio per i diritti, la democrazia e la giustizia sociale, la principale manifestazione nazionale organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico sui temi della legalità e della lotta alle mafie. La giornata viterbese prevede il seguente programma:

- ore 9.30 Sala Conferenze Provincia di Viterbo: “Libera Terra”

incontro tra gli studenti delle scuole superiori di Viterbo e DAVIDE PATI (“Libera Terra”, iniziativa sulle terre confiscate alle mafie).

- ore 16.30 Sala Conferenze Provincia di Viterbo: “Libera Discussione”

incontro aperto con Gabriella Stramaccioni (coordinamento nazionale LIBERA) e Salvatore Vecchio (parente di vittima della mafia).

- ore 21.30 Circolo ARCI “Officina Belushi”: “Libera Espressione”.

Performance artistica e spazio dedicato al tema della libertà di espressione.

mercoledì 15 ottobre 2008

Rural Networks

A new European rural network is about to begin its acitivties. National networks belonging to ELARD, the european network of rural development, will hold a meeting, organized by EU Commission, in Limassol-Cyprus on 16-17 oct. 2008 to discuss development and envrionmental sustainability, land management and biodiversity. Italian rural network will propose the issues of competitiveness of the italian agrofood system; environmental resources' conservation; new opportunities for young farmers and women. By 2013, the activities linked to the development of rural areas are included within a wide european scheme. In Italy three specific structures will be engaged in the management of the related activities: Unac, at the Ministry of Agriculture, the Network's Regional Offices (Prr) and the Central Board with coordination and direction goals. The scheme implementation is supported by 41.459.883 € (EU quota) and further national financial resources.

Reti Rurali

Sta per partire una nuova Rete rurale europea per la competitività del sistema agroalimentare e la qualità dei suoi prodotti. Le reti nazionali che fanno parte della Elard, la rete europea dello sviluppo rurale, si confronta in un meeting, organizzato dalla Commissione europea, a Limassol, nell'isola di Cipro, il 16 e 17 ottobre prossimi, per discutere di sviluppo e sostenibilità ambientale, gestione del territorio e biodiversità. La rete rurale italiana sosterrà i temi della competitività del sistema agroalimentare italiano e qualità dei suoi prodotti; conservazione delle risorse ambientali e del paesaggio; nuove opportunità per giovani e donne che desiderano investire in agricoltura. Fino al 2013, tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali sono inquadrate in un ampio progetto europeo. La gestione delle attività è affidata a tre specifiche strutture: l'Unac, organismo centrale interno al Mipaaf, le Postazioni regionali della rete (Prr) e la Cabina di regia con funzioni di indirizzo e coordinamento. All'attuazione del piano nazionale è stata assegnata una dotazione finanziaria di 41.459.883 € (quota comunitaria) a cui si aggiungono altrettante risorse di parte nazionale.

martedì 14 ottobre 2008

Prof. Krugman wins the Economics Nobel Prize

Prof. Paul Krugman wins the Nobel Prize for Economics for his "analysis on trade patterns and location of economic activity". Going beyond the theoretical and accademic importance of his studies, I would like to undeline his personal committment against inequality and corruption as obstacles to the achievement of a real development and the construction of a decent society. This award coincides with a peculiar moment of crisis for that kind of bogus economy which prospered on inequality and corruption. Now it is time to think over the market's auto-regolative mechanisms and the role of measures of economic and social policy directed to control and manage the behaviour of economic agents. It is thus necessary to have a critical mind towards those politicians and economists who consider the market forces as the only solutions for the system's perturbations. It is important to insist that these theories are pure "abstractions", valid perhaps for economic textbooks, because they express concepts can work only in a theoretical context where all the conditions useful for the achievement of forms of equilibrium are fully fulfilled. Reality, on the contrary, (and the last financial crisis confirms this) indicates that the system's agents not always (and not completely) cooperate and the information allocation among agents may be unfair (someone detains complete and accurate information while others have scarce and inaccurate information). The idea of a "stable" and efficient market dimension, based on the relationship between supply and demand and pure economic operators, thus must be integrated with an idea of a stable and efficient institutional, legal, cultural and social context. If this institutional, legal and social framework is not democratically built (honest and competent adminsitrators and politicians, efficient and equal education and health systems, etc.) economic systems won't be able alone to efficiently manage (and solve) those problems economy continuosly produces. It is not possible to delegate issues and problems having political and social nature to economics.
In Italy, at present, we have not such a institutional framework for the high incedence of corruption in the political affaires; everyday those pillars which the possibility to create a decent society depend on, are constantly under attack (justice, education, public health system). For this reason the opportunities to create some real regolative mechanisms within our society are linked to a wider, better, active and voluntary democratic participation of our communities at the different levels and stages of political and social life. Only in this way economic development can become the synthesis among economic justice, political justice and political domocracy.

Il premio Nobel per l'economia a Paul Krugman

All’economista americano Paul Krugman è stato assegnato il Premio Nobel per l’economia per la sua “analisi dei modelli commerciali e l’allocazione dell’attività economica”. Al di là del contenuto teorico ed accademico dei suoi studi, ritengo sia importante sottolineare l’impegno del prof. Krugman contro l’ineguaglianza e la corruzione, come fattori critici di ostacolo alla realizzazione di uno sviluppo reale e alla costruzione di una società decente. L’assegnazione di questo premio cade in un in momento particolare di crisi dell’economia fittizia che ha invece prosperato grazie all’ineguaglianza e alla corruzione. Si aprono insomma degli spazi critici di riflessione sulle capacità auto-regolanti del mercato e sul ruolo delle misure di politica economica e sociale dirette al controllo e gestione del comportamento dei vari attori coinvolti. Dobbiamo pertanto mantenere un atteggiamento critico nei confronti di quei teorici e quei politici che vedono la soluzione automatica delle “perturbazioni” nelle sole forze del libero mercato. Non sarà mai sufficiente ripetere che questa è una pura “astrazione”, valida forse nei libri di testo, poiché esprime un concetto valido solamente in un contesto teorico ove tutte le condizioni per un equilibrio stabile vengono soddisfatte. La realtà invece ci insegna (e l’ultima crisi finanziaria lo dimostra chiaramente) che gli attori del sistema non sempre (e non completamente) “cooperano” e la distribuzione delle informazioni fra gli agenti coinvolti può essere squilibrata (c’è chi sa e chi sa poco e male). L’idea di una dimensione di mercato “stabile” ed efficiente fondato sul rapporto domanda/offerta e su operatori economici deve essere quindi integrata con un’idea di contesto istituzionale, legale, culturale e sociale il quale deve essere altrettanto stabile ed efficiente.

Se non si costruisce e si difende nel tempo un parallelo contesto istituzionale, legale e sociale (amministratori onesti e competenti, scuola e sanità efficiente, ecc…) il tessuto economico da solo non sarà mai in grado di gestire efficientemente (e risolvere) i problemi che la realtà economica solleva continuamente. Poiché in Italia non disponiamo di un siffatto contesto istituzionale, per la marcata incidenza della corruzione politica, ed anzi si sta facendo di tutto per erodere i fondamenti su cui si fonda una società decente (giustizia, scuola, sanità), la costruzione di meccanismi regolativi è legata ad una maggiore partecipazione attiva e volontaria della maggioranza della popolazione nei vari livelli della vita politica. Solo in questo modo lo sviluppo economico può diventare la sintesi dell’interazione fra giustizia economica, giustizia politica e democrazia politica.

lunedì 13 ottobre 2008

Who will bear the sacrifices?

The most serious aspect of the current financial crisis is maybe the effects of the next recession frequently depicted as incumbent, dramatic and long standing. The most worrying problem is that the victims of this future recession will be, as usual, dependant workers who will suffer firings and severe reductions in their economic possibilities. Workers in the public sector will face the same problems whose wages will be freezed for the next years. These workers will bear also the highest burdens in prices' increases: food, services, mortgages, etc. Young people and fixed term workers will suffer even more this condition. This scenario drives me to make some considerations about a recurrent issue in the italian politica debate, which however in these weeks has not gained the space it deserves: coping with the need to adopt soacrifices to face the effects of this financial crises, the giant costs of Italian politics (at national, regional and local level) and bureaucracy are no longer acceptable. We all are called to make sacrifices, but these sacrifices are acceptable if commonly shared.
In this moment of crisis and having to deal with its future social and economic implications, italian politicians must reduce their wages and expenditures before claiming for sacrifices for others otherwise the policy of cuts and sacrifices is no longer endurable. It is not possible to see fixed term workers in the streets protesting to defend their jobs while Italian politicians drive their luxury cars turning their heads aside.
About this issue, we must continously insist, , continuosly, continuosly, continuosly ...

Chi sopporterà i tagli e i sacrifici?

L'aspetto forse più serio della presente crisi finanziaria è lo spettro della prossima recessione che ci viene sempre più spesso prospettata come imminente, drammatica e da sopportare per almeno tre-quattro anni. La cosa più allarmante è che le vittime di questa futura recensione saranno, come al solito, i lavoratori dipendenti che dovranno subire licenziamenti e drastiche riduzioni nel loro potere d'acquisto. Anche il pubblico impiego sarà chiamato a subire pesanti sacrifici dovendo sopportare congelamenti dei già magri salari. I lavoratori dipendenti dovranno anche subire il massimo carico di tutti gli aumenti: prodotti alimentari, bollette, servizi vari, mutui, affitti, ecc... Per i giovani ed i precari poi non ne parliamo: saranno la vittime preferite dalla politica dei tagli e degli aumenti. Tutto questo scenario mi induce ad insistere ancora una volta con un tema ricorrente, ma che in questi giorni non è venuto alla ribalta del dibattitto: di fronte alla necessità di adottare sacrifici per fare fronte agli effetti della crisi finanziaria mondiale, i costi stratosferici della politica (nazionale, regionale, provinciale e locale) nonchè della burocrazia appaiono ulteriormente intollerabili. Tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici, ma questi sono accettabili se i sacrifici li fanno tutti.
In questa fase di crisi e dovendo fronteggiarne le implicazioni economiche e sociali prossime venture, la classe politica, che non brilla di particolare produttività, deve mettere mano per prima al proprio portafoglio prima di chiedere soldi agli altri (imprese comprese) altrimenti la politica dei sacrifici e dei tagli non va più bene. Non si può sopportare la vista dei precari che chiedono di poter lavorare mentre sfilano le auto blu dei potenti che si voltano dall'altra parte per non vedere. Su questa questione dobbiamo insistere continuamente, continuamente, continuamente...

venerdì 10 ottobre 2008

Financial Crisis: how do we live it in a small rural village

The recent financial crisis is provoking a wide international debate involving the main expressions of politics, economy or finance as well as authoritative names in intellectual and academic world. Even if of scarce importance, what are the impressions of the people living in a small rural village in Central Italy?
What is firstly emerging is that in this small village nobody clearly understands what is going on and, above all, the causes of this turmoil: dramatic news are passing in TV or newspapers but the situation appears extremely confused. Everything seems uncomprehensible. The only thing has been clearly understood is the message of the Italian Prime Minister reassuring italians that nobody will lose an euro. In this way, speaking very directly, the present Government gained also further popularity. Nonetheless, going beyond these spectacular declarations, information to the public opinion here is still considered too confused, talking about events which seem to arrive from another planet or another dimension, with too technical terms: what has been effectively trasmitted and diffused is a sense of anxiety and lack of perspective for the future. People seem to be worried of "something" invisible, unintelligible and unknown: they worry sudden prices increases, lack of money, uncertain future, concrete economic damages. The effects of such an anxiety are already emerging: as an example, the local sport association, which I'm collaborating to, is facing a remarkable decrease in the presence of boys and girls attending the various sport activities and in the related subscription quotas. The same is happening for the local School of Music. Maybe families are renouncing to some expenses to save money...
In the same time, some diffidence can be reported: many people here think that what is happening in America is an American problem. They are not clearly informed that people's money in the banks have been thrown away, that nobody seems to be responsible for this and that people, after that their savings have been burnt in a criminal way, have to refill the budgets of a foolish bank system at their expenses. The mid/long term consequences of this crisis are not well understood and clearly seen, maybe also for the high incidence of elder farmers who do not understand these issues. In the meanwhile, here globalization appears as a distant phenomenon, whose events are passing over our heads, while the sense of "local" seems to gain force.
The bank system is losing trust in common people day after day and it will be very difficult to regain it in the next future and in the meanwhile the italian "art of surviving" is likely to turn useful: we will find out something once again...

Crisi Finanziaria: come viene vissuta in un piccolo borgo rurale

La crisi finanziaria di queste settimane ha suscitato un grande dibattito internazionale che sta coinvolgendo i principali protagonisti della politica, dell'economia o della finanza, nonchè i grandi esponenti del mondo intellettuale ed accademico. Ma quale può essere, se mai può importare a qualcuno, il punto di vista delle persone che vivono in un piccolo borgo rurale del Centro Italia? Quello che emerge in prima battuta è che qui, in questo piccolo paese dove vivo, nessuno ha ben chiaro cosa stia accadendo e soprattutto le cause che hanno provocato questa crisi: si susseguono notizie preoccupanti in TV o sui giornali, ma la situazione appare molto confusa. Nessuno ci capisce nulla. L'unica cosa che è stata ben compresa è il messaggio del premier che ha rassicurato le persone dicendo che nessuno ci rimetterà un euro. Venendo molto al sodo, in questo modo, è stato possibile per l'attuale Governo anche aumentare ulteriormente la sua popolarità. Tuttavia, a parte queste dichiarazioni molto "a effetto", le informazioni che arrivano alle persone sono poco chiare, riportanti fatti che sembrano provenire da un altro pianeta o da un'altra dimensione, con termini troppo tecnici (hedge funds?, derivati?, mutui subprime? finanza strutturata?): quello però che si trasmette e si diffonde è molta ansia e poche certezze per il futuro. Le persone sono molto preoccupate senza sapere bene di cosa: si temono aumenti improvvisi, mutui alle stelle, carenza di soldi, ristrettezze economiche, nubi fosche all'orizzonte. Tanto per fare un esempio pratico, l'associazione sportiva locale di cui faccio farte ha visto in questi giorni un forte calo nelle iscrizioni dei ragazzi e delle ragazze che da tempo frequentavano le varie attività sportive. Lo stesso è accaduto per la locale scuola di musica. Forse le famiglie cominciano a risparmiare su quelle spese cui possono rinunciare.
Vi è anche un pò di diffidenza: in fondo quello che succede in America è un affare degli americani. Non viene detto in modo chiaro che i soldi dei risparmiatori sono stati gettati dalla finestra, che nessuno è responsabile di questo e che gli stessi risparmiatori, dopo che sono stati bruciati i loro risparmi in modo criminale, devono a loro spese ripianare i budget di un sistema bancario irresponsabile. Le conseguenze di medio-lungo periodo di questa crisi non sono comprese e non vengono viste, anche per la presenza qui di tanti anziani contadini che di queste cose non ci capiscono niente. Intanto qui sembra che i fenomeni della globalizzazione ci passino sopra la testa e si rafforzi il senso di "locale": ci si chiude nel proprio ambito ed intorno alle cose che si conoscono.
La fiducia nelle banche intanto si sta erodendo di giorno in giorno e sarà molto difficile recuperarla; e nel frattempo la mitica "arte dell'arrangiarsi" italiana sembra tornare utile: qualcosa ci inventeremo anche stavolta per cavarcela.

giovedì 9 ottobre 2008

Financial crisis: the show must go on...

The measures adopted by many Governments to cope with the present financial crisis are likely to be a desperate effort to deal with an event many economists are considering as a revolutionary change in international capitalism: these economists indeed have defined this crisis as "the fall of the Berlin Wall" of conventional capitalism. Is it really true? I note that, instead of finally fixing some rules for financial markets, decision makers are recurring to State aid under the pretext of supporting small savings' holders. The paradox is that those politicians and managers who have defended the principle of "lack of useless ties" for financial world in the name of a "free financial market", now are turning to the so hated State to save the financial "sancta sanctorum" upon which the capitalism of illusions and speculations has posed its bases. In the case of public education systems, public health care, workers' wages etc. the rules of liberism had to be rigidly applied: now it is possible to make some exceptions. Surely it is necessary to urgently protect citiziens and small/medium enterprises have be deceived by banks with unintellegible financial tools, but it is necessary to identify those are responsible of this crisis as well and make them pay the final global bill (both in economic and criminal terms). During the last decades the incresing gap between the top managers' and workers' salaries have been repeatedly denounced: these criminals received fanastic wages to make their dirty work. During the last decades the fact the big companies increased their profits shifting their money from production to speculation while burning hundred of thousands jobs everywhere. has been repeatedly denounced as well. All this was perfectly known but nothing happened. If clear rules will continue to lack (which could have been adopted i.e. within OCSE since long time) spending public money to save and support this foolish financial system will mean putting water in a broken bucket. This crisis has been possible thanks to the silent and culpable inertia of politics which has always supported the economy of illusions while penalizing the real production economy: for example in Italy the proposal of an increase in tax levels for financial revenues (which could have surely limited the shift of so many economic resources towards financial speculations) found fierce political oppositions while in Italy it is extremely difficult for a firm to recruit workers or for a new entrepreneur to start activities in any economic sector for the presence of a huge number of ties and expansive bureaucracy duties. Anyone has studied a little of economic history perfectly knows that these crises happen about every decade because they are almost necessary to make this foolish system work: speculative bubbles and crises follow each other with a certain predictable regularity. Indeed, while world financial economy is about to collapse, someone is speculating on this crisis to be ready to build the following speculative bubble: financial markets (as well as many common people) have no memory!
If precise rules are not defined, if we have not the courage to remove these politicians (predicating a false liberism and a parody of economic development) together with their friends in management (who are interested only in their own business), it won't be possible to stop this perverse mechanism and, at the crisis' end, we will act as nothing has happened and we will give again our money and consciences to the same individuals. Hence the choice is in deciding if the show must go on or not...

Crisi Finanza: lo show deve continuare...

Gli interventi messi in campo dai vari governi per arginare la crisi finanziaria appaiono come il disperato tentativo di fare fronte a quello che molti economisti hanno indicato come un cambiamento epocale nel capitalismo internazionale: questi economisti stanno sostenendo infatti che ci troviamo di fronte alla caduta del Muro di Berlino del capitalismo convenzionale. Ma è proprio così? Quello che intanto noto è che invece di fissare finalmente delle regole per i mercati finanziari si sta ricorrendo a degli aiuti di Stato con il pretesto di salvare i piccoli risparmiatori. In realtà quello che vedo è che coloro che hanno sempre sostenuto l'assenza di regole per la finanza in nome di un "libero mercato finanziario" ora si rivolgono al tanto detestato Stato per salvare i "sancta sanctorum" della finanza sui quali si poggia il capitalismo dell'illusione. Quando si è trattato della scuola pubblica, della sanità pubblica, dei salari dei lavoratori le regole del liberismo dovevano essere rigidamente applicate: ora invece si può fare un'eccezione. Indubbiamente è necessario provvedere a tutelare i piccoli risparmiatori e le piccole imprese che sono stati ingannati dalle banche, ma è altrettanto indispensabile individuare i responsabili di tutto questo e far pagare loro il conto di questa crisi. Per anni si è gridato che la forbice fra gli stipendi dei lavoratori e quelli dei manager si stava allargando in modo impressionante; per anni si è denunciato il fatto che le grandi imprese facevano profitti speculando sui mercato finanziari, mentre licenziavano i lavoratori e non investivano un centesimo nella produzione. Tutto è caduto nel vuoto. Finchè non si stabiliscono delle regole (che da tempo potevano essere individuate ad es. in ambito OCSE), liberare soldi pubblici (ovvero pagati da tutti noi - che oltre ad essere stati gabbati dobbiamo pure pagare il conto!) per salvare questo assurdo sistema finanziario significa alla fine mettere altra acqua in un secchio bucato. Tutto quello che sta avvenendo è stato reso possibile grazie alla accondiscendenza della politica che ha sempre favorito l'economia delle illusioni e penalizzato la vera economia che produce beni e servizi: basta pensare ad esempio al muro di opposizione che si è levato in Italia contro la possibilità di aumentare la pressione fiscale sulle rendite finanziare (che avrebbe certamente scoraggiato lo slittamento di così tante risorse verso le speculazioni finanziarie), mentre è difficilissimo assumere qualcuno o iniziare una qualsiasi attività nel commercio, nell'artigianato, nei servizi, nell'industria o in agricoltura per la presenza di un'infinità di vincoli e costosi adempimenti burocratici. Chiunque conosca un minimo di storia economica sa bene che queste crisi avvengono con una cadenza quasi decennale perchè sono insite e quasi necessarie al funzionamento di questo folle sistema: bolle speculative e crisi si susseguono con una certa prevedibile regolarità. Infatti mentre l'economia finanziaria mondiale cola a picco, c'è qualcuno che sta speculando su questa crisi per prepararsi a costruire la prossima bolla speculativa: i mercati finanziari (e molti cittadini) non hanno memoria!
Se non si stabiliscono regole, se non abbiamo il coraggio di liberarci di questi politici falsi-liberisti ed ai loro compagni di merende del management (che pensano solo agli affari propri), non sarà possibile fermare questo assurdo meccanismo e, passata la crisi, faremo finta che nulla sia accaduto e riconsegneremo i nostri soldi e le nostre coscienze ai soliti personaggi...
Alla fine sta a noi decidere se lo show deve continuare o meno...

martedì 7 ottobre 2008

Rescuing Italian Scientific Research

While the link between scientific research, innovation and competitiveness is universally acknowledged, the present Italian Government, as the previous ones, is confirming its intentions, notwithstanding the contrary verbal declarations, in penalizing Italian research. In addition to the further cuts to investements in this critical sector included in the State Budget Law, the block to the procedure for the stabilization of fixed term workers in Universities and Research Institutions has been added in a Law proposal presently under discussion in the Parliament. All this implies not only a severe reduction in financial resources for research Institutions, but also a dramatic reduction in human resources necessary to make these structures work and to carry on scientific projects and activities. At present the Italian scientific world is protesting against these conditions to which Government is replying proposing, to solve the situation, a block shift to July 2009!!!
It is true that in Italy the most serious problem is not linked to "how much" to invest, but rather "how" these scarce public resources are invested in research and development, considering that Italian Universities are affected by the same deseases and corruption methods affecting the entire "Italian way of Life". It is true that our research and innovation system often has shown very limited capabilities in rationally using such resources in order to generate benefits useful for the society as a whole (and not only for the Univeristy Mafia). It is true that financial resources are dispersed in thousands lanes in order to satisfy the respective "desiderata". It is true that Italy lacks a real research evaluation system capable to award the best scientists and hamper brilliant carreers for "friends" and "sons of..." with no merit. Maybe it could be necessary to have a political elite capable (and having the effective intentions) to really cope with these issues and, in the same time, some useful contributions could derive for example from the reductions of the Italian military missions abroad, converging the related resources to scientific research, or eliminating the 8/1000 income quota Italians are forced to pay to religious institutions (the greater part of which absorbed by the Vatican) to be eventually changed in a 8/1000 income quota to be directed to scientific research...
In the meantime, the fixed term workers of the National Research Council of Italy are fighting against the anti-stabilization norms. They have prepared a letter for the President of the Italian Republic, Mr. Giorgio Napolitano, to make him aware of the implications for the research institutions staff. You can sign this letter in the site:

Salviamo la Ricerca Scientifica Italiana

Mentre è ormai universalmente riconosciuto il nesso fra ricerca scientifica, innovazione e competitività, l'attuale Governo continua, come del resto hanno fatto anche i precedenti, a penalizzare il mondo della ricerca italiana in tutti i modi possibili, nonostante le belle dichiarazioni di principio. Oltre agli ulteriori tagli agli investimenti in questo settore critico previsti dalla legge finanziaria, è stato anche previsto il blocco della procedura di stabilizzazione dei precari degli Enti di Ricerca e dell'Università contenuta nel DDL 1441 in discussione alle Camere. Questo vuole dire sottrarre ai centri di ricerca non solo risorse economiche, ma anche le risorse umane necessarie a far funzionare le strutture e a mandare avanti le attività scientifiche. Il tutto sta scatenando vivaci proteste che in questi giorni si stanno estendendo in tutto il Paese, alle quali il Governo ha risposto proponendo uno slittamento del blocco a luglio 2009. Come se questo potesse risolvere le cose!
E' vero che in Italia il problema più serio non è tanto "quanto" si investe, ma "come" si investono le scarse risorse pubbliche per la ricerca e sviluppo, visto che il mondo universitario italiano replica tutti i malanni ed i difetti del "Sistema Italia". E' vero che il nostro sistema di ricerca e innovazione spesso ha dimostrato limitate capacità di saper usare in modo razionale tali risorse per produrre dei benefici utili a tutta la società, e non solo alle consorterie accademiche. E' vero che le risorse economiche vengono fatte disperdere in mille rivoli per accontentare tutti. E' vero che in Italia manca un serio sistema di valutazione della ricerca capace di premiare i meritevoli ed impedire agli "amici degli amici" ed ai "figli dei figli "di fare carriere non meritate.
Ci vuole allora il coraggio di mettere mano seriamente a questi problemi e magari ridurre gli interventi militari italiani all'estero, dirottando le risorse economiche risparmiate verso la ricerca, oppure sopprimendo l'8 per mille, che viene quasi tutto fagocitato dalla Chiesa Cattolica, e sostituirlo con un 8 per mille da destinare alla ricerca scientifica...

Intanto i precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche si stanno mobilitando contro l'approvazione del recente emendamento definito "art. 37 bis" che prevede l'abolizione della procedura di stabilizzazione, già avviata dalle amministrazioni pubbliche, e inoltre l'impossibilità di proseguire i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di lavoro subordinato a tempo determinato in essere da almeno tre anni. Lo scopo è quello di far ritirare tale emendamento che è in corso di approvazione proprio in questi giorni. Fra le varie iniziative, è stata preparata una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Napolitano allo scopo di sensibilizzarlo sulla questione che interessa in modo particolare tutti i dipendenti degli enti pubblici di ricerca. Si può sottoscrivere la lettera pubblicata sul sito:
http://www.osservatorio-ricerca.it
rintracciabile cliccando sulla dicitura SOTTOSCRIZIONE.

appello al Presidente
http://www.osservatorio-ricerca.it/nuovo/sondaggi/sondaggio-9/index.html


lunedì 6 ottobre 2008

Mafia and Environment in Viterbo

Last Oct. 3rd the trial against the people involved in the illegal waste management in the Province of Viterbo has begun. This is one of the worst and dramatic environmental emergency in this area in the last decades. However the situation is still extremely serious according to an evnrionmental point of view even if the responsibles are now in trial. Among these there are the owners of the areas where wastes have been illegaly dismissed, intermediaries and technicians who are accused to have produced false technical analises and reports to allow the placing of these toxic wastes as normal residues. Local environmental associations will represent collective interests during the trial. Further investigations are in progress to identify eventual further environmental criminals linked to mafia.

Ecomafia a Viterbo

Pubblico di seguito il seguente comunicato di Legambiente-Viterbo

Si è svolta questa mattina, presso il tribunale di Viterbo, l’udienza per la costituzione delle parti civili nel processo a carico degli imputati coinvolti nel traffico illecito di rifiuti nelle cave di Cinelli (Vetralla), Capranica e Castel S. Elia. Una delle vicende più gravi e inquietanti degli ultimi decenni.
Una situazione che per quanto riguarda la messa in sicurezza e la bonifica è ancora in alto mare, mentre i presunti responsabili sono ora sotto processo.


Tra questi ultimi i proprietari delle cave, gli intermediari e i tecnici che avrebbero falsificato le analisi consentendo la collocazione dei rifiuti tossici nelle cave viterbesi spacciandoli per normali residui di scavo. Un primo importante risultato è stato raggiunto questa mattina: infatti il magistrato ha rigettato la richiesta dei difensori degli imputati di respingere la costituzione di parte civile da parte di Legambiente e WWF. Le associazioni ambientaliste hanno quindi potuto costituirsi e rappresenteranno legittimamente l’interesse collettivo, al pari dell’Amministrazione provinciale di Viterbo, costituitasi anch’essa questa mattina. Legambiente, rappresentata dalla d.ssa Manganello del Centro di Azione giuridica dell’associazione, ha quindi chiesto ed ottenuto anche la citazione dei responsabili civili per il risarcimento del danno ambientale da parte delle società coinvolte. Un passaggio fondamentale per ottenere fondi ulteriori per rendere sicuri i siti e colpire ulteriormente i responsabili di questi illeciti. Importante anche la richiesta di integrazione dei capi di accusa per estendere il procedimento anche ad altri responsabili a comprendere l’intera rete di malaffare che era alla base del traffico di rifiuti. Appuntamento ora al 19 novembre per la prossima udienza di un processo di grande importanza, anche e soprattutto per tutti i cittadini delle zone gravemente colpite da questa vicenda che speriamo non diventi anche una emergenza ambientale.

I siti sono sotto controllo ma non tutte le analisi sembrano tranquillizzanti.